varie, 12 aprile 2010
IL FUTURO DELLA RETE ROSA, PER VOCE ARANCIO
«Dimenticate la Cina, l’India e Internet: la crescita economica è dominata dalle donne» (The Economist).
Abitanti del Pianeta: sei miliardi. Di questi, circa la metà sono donne. Quando fanno un bambino con la fecondazione assistita, due coppie americane su tre scelgono di avere una bimba.
Italiani che usano Internet: 20 milioni. Il 32%, 8,3 milioni, sono donne. La crescita nell’uso di Internet al femminile è del 7% l’anno: le italiane dedicano alla navigazione circa un’ora al giorno in più rispetto alle altre europee, in media tre ore e 20 contro due ore e 36. Nel complesso, però, le donne che considerano la rete e le sue risorse come uno strumento che migliora la qualità della vita sono ancora poche.
«Il rapporto della donna con la tecnologia è facilitato dall’anatomia del cervello femminile. Una serie di studi stabilisce che la donna mette in collegamento con più disinvoltura i due emisferi cerebrali e riesce a usare la tecnologia a vantaggio della sua vita lavorativa e familiare più facilmente» (Nicoletta Carbone, giornalista).
Spiega Cristina Lasagni, docente di Sociologia della comunicazione all’Università di Lugano: «Le donne hanno cominciato a usare Internet dopo gli uomini e in misura inferiore innanzitutto perché lavorano meno: molti uomini, infatti, hanno iniziato a usare le nuove tecnologie attraverso il lavoro. In secondo luogo hanno, in media, retribuzioni inferiori e anche questo è un limite. Infine, hanno meno tempo libero: molte ricerche, ad esempio, dimostrano che una donna che torna a casa non si sente legittimata a sedersi davanti al computer e a giocherellare perché, a causa di una divisione sessuale del lavoro di vecchissima data, ha molte altre cose da fare».
Cose che le donne italiane fanno con Internet: gestire le proprie finanze, mantenersi in contatto con amici e parenti, prenotare le vacanze, scegliere prodotti o servizi più competitivi, prepararsi meglio a eventuali cambiamenti nel proprio stile di vita ecc. In tante cominciano a considerare la rete uno strumento per entrare nel mondo del lavoro: su eBay.it i negozi virtuali gestiti da donne sono ormai 5mila. Racconta Tatiana, 28enne romana: «Ho iniziato a utilizzare il sito per cercare prodotti per le unghie, mia grande passione. Ora gestisco un negozio virtuale e faccio più di 300 vendite al mese; grazie a questa attività ho comprato una casa, riesco a essere indipendente economicamente e ho molte soddisfazioni».
Per tante, però, il rapporto con il web è ancora difficile. Per venire incontro alle loro esigenze molti comuni e province organizzano corsi di alfabetizzazione informatica loro riservati. L’obiettivo è diffondere la conoscenza delle tecnologie per trasformarle in opportunità anche lavorative (informazioni sui siti di comuni, province e regioni).
I blog scritti da donne aumentano del 21% l’anno.
Margherita, 49 anni, toscana, il cardiologo che ha lasciato il lavoro di ricerca presso il CNR di Pisa per fare il medico in una USL, i cui orari si adattavano meglio ai ritmi dei suoi figli. Nel 2002 ha aperto il suo sito internet: «Manidistrega.it è nato dall’idea di raccogliere un gruppo di donne che, come me, volevano dare evidenza alla propria attività professionale, condividendo parallelamente le proprie esperienze in termini di cultura, attualità, ambiente, cucina e molto altro. Da punto di aggregazione per le donne che vogliono promuovere la propria attività il sito è diventato anche una pubblicazione periodica di attualità e informazione locale e femminile. Questi due lati della stessa medaglia convivono efficacemente». Nel 2002 il sito era conosciuto da una decina di persone, oggi conta circa 20.000 visite al mese.
Tranquilla.it, il sito della giornalista Lina Sotis dedicato a «tutti gli acrobati della vita moderna». Al suo interno «volontari di alto rango» si mettono a disposizione delle lettrici (e dei lettori): nella sezione ”Affari di famiglia” si trovano i suggerimenti dell’avvocato Laura Hoesch e del notaio Pasquale Lebano, l’architetto Stefano Colombo dà consigli sulla casa, il chirurgo Anna Colombetti suggerisce prodotti di bellezza ecc. In più i weekend (low cost) a cura di Alberto Ferruzzi di Italia Nostra, lo scenario politico con «le cose che non puoi ignorare» suggerite da Maria Luisa Agnese, la bacheca della psicoterapeuta Teresa Pallucchini ecc.
«Il prezzo da pagare per le donne che voglio fare un lavoro maschile è infinitamente più alto e soprattutto sempre al rialzo» (Lella Costa, attrice).
Nel 2006 dei 2,9 miliardi di lavoratori nel mondo 1,2 miliardi erano donne. Dal 1997 il numero delle donne impegnate in un’attività è cresciuto di 200 milioni di unità (dato Organizzazione internazionale del Lavoro).
Risultati raggiunti dalle imprese con tre o più direttori donne: +83% del capitale netto, +73% di utili sulle vendite, +112% di rendimento del capitale investito.
Una donna su cinque smette di lavorare entro 21 mesi dalla nascita di un figlio (dato Istat).
I centri Retravailler, spesso legati ai comuni o ad associazioni femminili gestiti da esperte di formazione e orientamento. Aiutano le donne che dopo il parto hanno lasciato il loro impiego o quelle che sono state licenziate a rientrare nel mondo del lavoro. Questi centri aiutano a individuare i propri punti di forza e di debolezza, a impostare una strategia personale e professionale di riavvicinamento o avvicinamento al lavoro. Da alcuni di questi gruppi sono nate cooperative di donne che offrono servizi ad altre donne. Info: retecora.it, momsatwork.it ecc.
Per aiutare le mamme che lavorano e che non possono contare sugli asili aziendali un’alternativa a tate, baby sitter o asili privati sono le Tagesmutter, le mamme a giornata. Si tratta di assistenti domiciliari che curano fino a tre bambini nella propria casa grazie a contributi pubblici. L’iniziativa, nata in Germania, si è prima diffusa in Trentino Alto Adige, poi è arrivata nelle altre regioni. Su casanido.com, per le mamme romane, si trova anche il modulo per avere informazioni o per richiedere una tagesmutter nel proprio municipio. Su lacasatagesmutter.it, utile alle mamme milanesi, si trovano anche le testimonianze di quante trasformato quest’esperienza nel loro lavoro.
Altra soluzione per le donne che vogliono mettere insieme ufficio e famiglia è la possibilità di lavorare da casa. Roberta Cocco, direttore centrale del marketing di Microsoft Italia, ha sperimentato in prima persona i vantaggi della connessione a banda larga, dell’uso degli smartphone e della webcam: quando i suoi figli si ammalano, racconta, lavora da casa. Grazie alla webcam può partecipare a riunioni e a conferenze. Se non può muoversi, dall’ufficio o dal proprio appartamento, ordina la spesa su internet.
Cisco, Microsoft, Nokia, Polycom, Intel e Ibm, le aziende che hanno modificato gli orari di lavoro per venire incontro alle esigenze di tutti i dipendenti, donne comprese. Tutti i dipendenti Microsoft hanno smartphone e banda larga in casa, tutti possono richiedere l’orario flessibile. Pietro Scott Jovane, ad di Microsoft Italia: «Per noi è una questione logica. Abbiamo 900 dipendenti in Italia con un rapporto uomini-donne 70-30%. Siamo partiti da 80-20% e vogliamo arrivare in un paio di anni a 60-40%. Ma non per delle politiche di principio favorevoli alle donne, solo perché se il nostro fine è attrarre e mantenere talenti. Ci perderemmo un’opportunità significativa puntando esclusivamente al mondo maschile. Per fare questo dobbiamo offrire alle nostre dipendenti tra i 30 e i 40 anni, cioè in una fascia di età in cui la maternità è normale, la possibilità rientrare dopo un figlio senza dover rinunciare alla carriera». La Cisco offre gli strumenti per accedere alla propria documentazione da qualunque accesso. Alcuni dipendenti Intel non hanno nemmeno l’ufficio, tanto che i meeting avvengono negli hotel. Nokia suggerisce ai dipendenti di evitare di arrivare negli orari di punta, anche per motivi ecologici, cominciando a lavorare da casa grazie all’Adsl pagato dall’azienda.
«Considero la tecnologia un mezzo, quindi credo che chiunque possa trarne vantaggio se sa usarla. Non vedo differenze tra uomo e donna in questo» (Marina Massironi, attrice).
Il rapporto delle donne con le nuove tecnologie è al centro della terza edizione di Web@lfemminile, la no stop di 24 ore con dibattiti, interviste, video, quiz, fiction ecc. promossa da futuro@lfemminile, il progetto per le pari opportunità di Microsoft Italia in collaborazione con Acer. Obiettivo della maratona informatica: capire com’è la donna del 2010 e com’è cambiata negli anni. Online per tutta la giornata del 31 marzo, questo salotto virtuale permetterà di confrontarsi su tecnologia, lavoro, economia, questioni sociali, casa, famiglia, salute ecc.
Spiega Roberta Cocco, responsabile di Futuro@lfemminile, progetto sociale di Microsoft: «L’obiettivo è fare il punto sulla donna di oggi, in tutte le sue sfaccettature, e sulle sue reali opportunità d’accesso a Internet e all’hight-tech. A intervenire e a discuterne online saranno politici, specialisti del settore, giornalisti, manager e persone comuni. In particolare, all’interno del nostro sito ci sarà una sezione dedicata alla sicurezza delle donne e dei minori in cui daremo alle madri consigli e dritte per proteggersi e tutelare i figli».
Per tutta la giornata di mercoledì 31 marzo chiunque potrà dialogare con esperti di ogni settore: di diritto con la professoressa Marilisa D’Amico; di sicurezza con il vicequestore Lisa Di Bernardino; di moda con Lavinia Biagiotti; di volontariato con Marina Gerini ecc. In attesa della kermesse il sito propone le Five Friends, giovanissime protagoniste dell’omonima Web sitcom e l’invito a inviare un video in cui rappresentare la donna del 2010, realizzato con telecamera fissa e di durata non maggiore di 1,30 minuti: i migliori saranno pubblicati sul portale.