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 2010  aprile 10 Sabato calendario

Elzeviro Una raccolta dell’ enigmatico Perec AFORISMA O L’ ARTE DI ATTACCARE TUTTI L’ idea di creare e sperimentare giochi narrativi, linguistici ed enigmistici Georges Perec: uno dei più enigmatici autori francesi del secolo scorso, nato nel 1936, morto nel 1982

Elzeviro Una raccolta dell’ enigmatico Perec AFORISMA O L’ ARTE DI ATTACCARE TUTTI L’ idea di creare e sperimentare giochi narrativi, linguistici ed enigmistici Georges Perec: uno dei più enigmatici autori francesi del secolo scorso, nato nel 1936, morto nel 1982. Ci sono esperienze culturali - eccentriche, persino al limite - che conosciamo poco o addirittura ignoriamo. Non solo in altri Paesi, anche nostre. Chi si ricorda delle Minime di Alessandro Morandotti (uscirono all’ insegna del Pesce d’ Oro, e l’ autore le dedicò «alla mia memoria»)? Chi ha opportunamente valutato certi valori del paradosso dispersi nel caotico lascito della stampa umoristica all’ insegna di un Mosca o un Guareschi? Che gran lavoro resta da fare. Si tratta di prove di un’ anomala filosofia della vita che è uno dei pilastri su cui si fonda la riuscita dei foggiatori di aforismi. L’ aforisma è un genere che resta in gran parte inesplorato. Georges Perec nasce da questo genere e lo dimostra il volume che esce ora nell’ «arcipelago Einaudi»: L’ arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento (pp. 69, 9). Dopo aver conosciuto tributi di stima, dal Prix Renaudot al Prix Médicis, Perec si defila dalla notorietà e agisce in penombra. Con Raymond Queneau e altri (interessato anche Italo Calvino), dà vita all’ «Oulipo» l’ «Opificio di Letteratura Potenziale», dove vengono creati e sperimentati giochi narrativi, linguistici ed enigmistici. Una linea espressiva che abbraccia poesie, pièce teatrali, saggi, documentari e raccolte di parole crociate. Segnalabili il romanzo Le cose e libri come La vita istruzioni per l’ uso, Un uomo che dorme, La sparizione. Il testo einaudiano, corredato da una postfazione chiarificatrice di Bernard Magné e definito da certa critica francese «il racconto esilarante di una corsa a ostacoli, di comici rimbalzi e appuntamenti mancati», ha dato origine, in seguito, alla pièce teatrale L’ aumento. In effetti, è un semplice proposito che spinge il protagonista a incontrare il suo capufficio: avere più soldi dal suo stipendio. Ma nel breve spazio percorso verso l’ incontro, si scatena un vortice di supposizioni talmente ossessivo da togliere il respiro al lettore. Ogni eventualità viene preventivamente presa in esame dal protagonista: il capufficio sarà o no presente? Quale sarà la sua reazione e perché? Avrà digerito bene o male? Via fino all’ ipotesi più estrema. Tema: le piccole cose possono sconvolgere il cervello più di un dramma. Abbiamo parlato di aforisma. Perec ha un suo maestro che lo ispira: l’ autore delle battute «Come va?, disse un cieco a uno storpio - Come vede, rispose lo storpio». Georg Christoph Lichtenberg, scienziato e scrittore tedesco (1742-99), professore di fisica all’ Università di Göttingen, uno dei più geniali manipolatori dell’ aforisma. Ne sappiamo ben poco. Conoscendo Perec, possiamo saperne di più, in quanto lo scrittore francese se ne nutre anche quando non lo dichiara. Le pagine aforistiche nascono da un inesausto osservare i costumi e le forme della società, dalle polemiche contro la superstizione religiosa, i passatisti, i conformisti, dall’ essere nemico giurato del luogo comune, anche di quello nascosto in un elegante involucro stilistico, sotto la spinta di un’ intelligenza tagliente, disposta alla più spietata ironia. Agli atteggiamenti denigratori e scettici, Perec affianca una sincera passione morale. La sua opera risulta, in definitiva, fondata su un sistema etico e filosofico più organico di quanto possa apparire a prima vista. RIPRODUZIONE RISERVATA Bevilacqua Alberto Pagina 55 (10 aprile 2010) - Corriere della Sera