Margherita De Bac, Corriere della Sera 10/04/2010 M.D.B., Corriere della Sera 10/04/2010, 10 aprile 2010
2 articoli – OMEOPATIA: PIU’ PAZIENTI (E PIU’ DUBBI) - «Allium cepa», pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Liliacee
2 articoli – OMEOPATIA: PIU’ PAZIENTI (E PIU’ DUBBI) - «Allium cepa», pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Liliacee. Una cipolla. Viene utilizzata come rimedio omeopatico contro il raffreddore. I granuli vanno presi lontano dai pasti, lasciando che si sciolgano in bocca. Due o tre circa ogni tre ore. Informazione disponibile su internet oppure comunicata oralmente al paziente dal farmacista esperto in medicine naturali o dal dottore che la prescrive. Chi si ritrova tra le mani la piccola confezione non saprebbe invece che farsene visto che è sprovvista di foglietto illustrativo e che sul cartoncino esterno non sono riportare posologia, indicazioni e avvertenze. Una delle contraddizioni che distinguono il mercato italiano dell’omeopatia, di cui oggi si celebra la Giornata mondiale, intitolata a Antonio Negro, classe 1908, scomparso la scorsa settimana, l’uomo che ha creduto, si è curato e fino all’ultimo ha praticato con passione nel suo ambulatorio l’antico metodo terapeutico formulato alla fine del diciottesimo secolo dal medico tedesco Samuel Hahnemann. Il «bugiardino» Il consumatore italiano, a differenza di quello francese o tedesco, in mancanza di un riscontro cartaceo non può risalire al contenuto delle boccette anche se ne avrebbe il diritto in quanto la presenza del «bugiardino» è stabilita da una direttiva europea da noi non ancora applicata. «Se previsto, ci metteremo in regola», promette il ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Che da una parte annuncia le iniziative attese da produttori e cittadini, dall’altra serra i ranghi nei confronti di un armamentario terapeutico che non ha mai goduto della simpatia delle autorità sanitarie. «Sulle confezioni e ancora più chiaramente sul foglietto illustrativo verrà scritto che l’efficacia di questi prodotti non è scientificamente provata. I consumatori devono essere garantiti e informati», insiste il ministro. L’Agenzia italiana del farmaco, l’Aifa, si appresta a mettersi al lavoro. Che sarà lungo e impegnativo visto che sta per partire, in ritardo, un programma di revisione di 31 mila farmaci tra specialità (destinate a specifiche patologie, ad esempio tosse e congiuntivite) e generici (cioè principi attivi con un campo di applicazione meno definito, ad esempio arsenico, belladonna o la calcarea carbonica). Verranno esaminate sulla base di dossier richiesti alle aziende. «Passeranno solo i rimedi sicuri», dice Fazio. E non nasconde le sue perplessità culturali: «Ho una formazione scientifica. Non capisco per quale motivo non sia mai stato possibile dimostrare con studi randomizzati l’efficacia degli omeopatici. In altre parole è venuto il momento di mettere ordine. Milioni di italiani si curano così». Secondo i dati raccolti da Omeoimprese, l’associazione delle industrie di settore, negli ultimi 15 anni il numero di pazienti che si affidano all’omeopatia è cresciuto del 65 per cento. Circa 11 milioni. Il rapporto Eurispes del 2010 segnala che i pazienti sono passati in 10 anni dal 10,6 per cento della popolazione al 18,5. Un buon contributo ad una «squadra» di affezionati che in Europa conta circa 100 milioni di persone. Allo zoccolo duro dei fedelissimi si aggiungono i simpatizzanti saltuari, quelli che, se anche non ci credono, al momento di scegliere come liberarsi di fastidi lievi preferiscono orientarsi su rimedi dolci, naturali e a loro parere presumibilmente innocui. Soprattutto quando sono destinati ai bambini e a comprare sono le donne. La metà degli italiani Almeno metà degli italiani nell’arco di un anno ha provato a combattere i sintomi di influenza, raffreddore, allergia o mal di testa con unguenti, pillole, granuli e colliri tradizionali. Oltre 60 mila i medicinali di base, gli altri sono diluizioni delle materie prime. I medici che le prescrivono da noi sono oltre 25 mila. Nel ”92 la Federazione degli Ordini dei medici, la Fnomceo, ha stabilito con un documento approvato a Terni che sei discipline cosiddette complementari (indicate anche col termine impreciso, alternative) possono essere considerate a tutti gli effetti atti medici. Oltre all’omeopatia, fitoterapia, omotossicologia, antroposofia, medicina cinese e agopuntura. probabile che l’elenco sarà aggiornato. Altre candidate sono in attesa, a cominciare dall’osteopatia. Terzi in Europa L’Italia è il terzo mercato europeo per i prodotti omeopatici dopo Francia e Germania, con un fatturato annuo di circa 300 milioni di euro. Le novità annunciate da Fazio non sono fonte di ansie per le industrie. «Siamo favorevoli ad una procedura di registrazione più rigida. Purtroppo la Giornata mondiale è l’ennesima occasione per sollecitare queste verifiche. L’Aifa è in grande ritardo», ribadisce e rinnova la disponibilità a collaborare Claudia Gurschler, amministratore delegato di Boiron Italia. La situazione è ferma al ”95. Da allora non sono stati registrati nuovi farmaci perché non è stata preparata la griglia di informazioni tecniche da richiedere alle imprese. Non è quello della sicurezza e delle attività regolatorie l’unico problema che interessa un così vasto mercato. Gurschler fa però una distinzione tra specialità e generici: «Le prime devono assolutamente avere il foglietto illustrativo perché hanno indicazioni terapeutiche specifiche». Professione e prescrizioni Antonella Ronchi, presidente di Fiamo, la Federazione dei medici omeopatici, promotrice della giornata odierna, ricorda l’irrisolta questione della formazione universitaria e del riconoscimento professionale: «Alcuni Ordini dei medici si sono mossi e hanno organizzato registri ai quali può iscriversi solo chi dispone di determinati titoli. Gli atenei invece mantengono una posizione ambigua. Solo alcune università hanno avviato corsi e master». L’ultimo colpo messo a segno dagli epigoni di Hahnemann è un recente documento dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Cinquanta pagine dove l’Oms in un certo senso riconosce l’utilità dell’omeopatia e ne raccomanda un uso integrato. Le linee guida in realtà non si esprimono sulla sua efficacia terapeutica ma si limitano a raccomandare una serie di indicazioni tecniche per quanto riguarda la produzione e lamanifattura delle medicine che hanno potenziali rischi per la salute. L’obiettivo è introdurre standard uniformi di qualità. Margherita De Bac IN MAREMMA IL PRIMO OSPEDALE «INTEGRATO» - Se funziona, dopo cinque anni di prova il modello potrà essere allargato ad altri centri in Italia Pitigliano va oltre. Oltre i confini delle medicine alternative, dicitura non corretta perché presuppone l’esclusione di quelle convenzionali. Oltre le terapie di complemento che, dunque, sembrerebbero una semplice aggiunta. Qui, al centro della Maremma, viene affermato un concetto nuovo. L’integrazione. Aprirà tra giugno e luglio il primo ospedale al mondo per la sperimentazione di un modello di cura basato appunto sull’applicazione di tre discipline terapeutiche naturali (omeopatia, fitoterapia e agopuntura) unite a quelle classiche. Quattro specialisti al letto del paziente. Che collaborano e concertano insieme la cura, mettendo da parte i pregiudizi. « un’alleanza tra specialisti. Studieremo l’efficacia di questo sistema innovativo per vedere se può dare vantaggi nella cura di certe patologie croniche, ad esempio quelle respiratorie e gastrointestinali», dice Simonetta Bernardini, responsabile del progetto e presidente della Siomi, la Società italiana di omeopatia emedicina integrata, fondata nel ”99. Inizialmente i percorsi integrati riguarderanno anche il dolore cronico (cefalee e dolore neurologico), le malattie dermatologiche e gli esiti dell’ictus. La Toscana conferma il suo ruolo di Regione apripista. Un finanziamento di un milione e mezzo di euro in due anni. I dati verranno raccolti e pubblicati, con la partecipazione di istituzioni scientifiche internazionali non di parte, come la Cochrane. Se funziona il modello dopo cinque anni di prova potrà essere allargato ad altri centri della Regione ed eventualmente essere riprodotto in Italia e all’estero. Un secondo salto in avanti dopo la rivoluzione attuata nel 2007 quando la Giunta ha votato una delibera che promuoveva omeopatia, fitoterapia e agopuntura tra le cure ufficiali, dunque rimborsate dal servizio sanitario. Già adesso in settanta ambulatori di Asl è possibile ottenere gratuitamente visite e terapie non convenzionali con un ticket di 18,60 euro. L’ospedale di Pitigliano ha 36 letti oltre agli ambulatori e al day hospital. Strategica la scelta del luogo. Nel grossetano sono presenti grandi strutture termali che offrono pacchetti di cure «bionaturali». Verranno portati avanti progetti di formazione. già stata avviata la raccolta degli studi internazionali che riguardano le medicine integrate. Nascerà la prima biblioteca specializzata, consultabile su internet. Non ci sono precedenti nel mondo. Il Royal London Homeopathic Hospital, il Glasgow Hospital, hanno cominciato prima ma limitano l’offerta alle medicine complementari. «Chi sostiene che omeopatia, fitoterapie e agopuntura sono acqua fresca non legge, non è bene informato. In realtà migliaia di studi condotti da ricercatori qualificati dimostrano il contrario. Vantaggi terapeutici sono innegabili per l’uomo, gli animali e perfino le piante. Quindi è arrivato il momento di finirla con queste divisioni basate su preconcetti e di collaborare», invita a stringere una vera alleanza la Bernardini. In Italia sono stati aperti numerosi ambulatori con vocazione naturalistica. Esempi di questo genere a Milano, Brescia, Mestre, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Catania e Messina ma solo in Toscana visite e assistenza sono gratuite. Le tre discipline sono state incluse nei Lea regionali (livelli essenziali di assistenza). Tre i centri di riferimento: a Lucca per l’omeopatia, a Empoli per la fitoterapia, a Firenze per l’agopuntura. M.D.B.