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 2010  aprile 10 Sabato calendario

SI SVELA A TORINO LA SINDONE. ECCO I SEGRETI DELL’OSTENSIONE

TORINO - Il cigolio di una manovella è l´unico segno di vita nel buio della navata del duomo. Quanto di meno mistico si possa immaginare per l´avvio della solenne Ostensione del Lenzuolo che, si dice, abbia avvolto il corpo di Cristo. L´argano lavora dietro un pesante drappo viola per sollevare l´involucro di acciaio e cristallo che custodisce il telo di lino. Nessuno può definire quel lino una reliquia se non con un atto di fede: «Figuram sive rappresentationem sudarii», «un´immagine o una rappresentazione del sudario di Cristo», scriveva prudentemente papa Clemente VII il 28 luglio del 1389. Seicento anni dopo nessuno è stato in grado di spingersi molto più in là, di andare oltre questa ambigua definizione. Non ci sono riuscite le datazioni con il C 14, subito rimesse in discussione dalla stessa comunità scientifica, non le sofisticate analisi di laboratorio dell´ultimo decennio. Nella mattina che precede l´arrivo dei pellegrini, raccolto in meditazione di fronte all´altar maggiore del duomo di Torino, il cardinale Severino Poletto non può che ripetere con parole diverse l´antica formula di Clemente VII: «La Sindone è un mistero che rimanda alla Passione di Gesù». «Passio Christi, Passio hominis» è il motto della nuova Ostensione. Di più, onestamente, non si può dire senza scadere nella superstizione.
Alle 8,40, di fronte a una decina di persone e alle guide che dovranno assistere i pellegrini, il Mistero compare in tutta la sua agghiacciante crudezza: il cigolio cessa di colpo e la luce radente di un riflettore illumina la figura del corpo martoriato dalla flagellazione, trafitto ai polsi e alle caviglie dai chiodi, colpito nel costato, addormentato nel sonno della morte. Il cardinale trattiene il respiro e si raccoglie in preghiera: «Personalmente - confida - sono convinto che quest´uomo sia Gesù. Ma come cardinale non posso dichiararlo ufficialmente». Quella della Sindone è una devozione a metà tra scienza e religione, tra ragione e fede. Com´è nella tradizione della città che la ospita, città di matematici e di santi, terra di confine tra l´illuminismo europeo e la devozione mediterranea. Una non-reliquia con poteri particolari. Dal 1978, quando l´Ostensione coincise con l´entrata in vigore delle legge sull´interruzione volontaria della gravidanza, le donne che si inginocchiano di fronte al Lenzuolo ottengono la possibilità di essere confessate e assolte dal "peccato di aborto". Peccato grave per il quale, di norma, è necessaria una dispensa vescovile.
Da oltre un secolo, da quando il fotografo Secondo Pia mostrò al mondo il prodigio del negativo fotografico dell´immagine del Lenzuolo, Torino vive quasi ossessionata dal dilemma di Tommaso: giungere alla dimostrazione scientifica dell´autenticità del sudario, che è un po´ come arrivare con la ragione a dimostrare l´esistenza di dio. Un peccato di superbia, forse. Il peccato dei costruttori della Torre, il peccato di tutti gli uomini di industria, la fede nel progresso che rischia di prevalere su quella nell´al di là. Ma anche la spia di una religiosità rigorosa, che non fugge dalla scienza e cerca di dialogare con il mondo. Nel buio del duomo la luce della teca rimanda, per la prima volta, l´immagine della Sindone dopo l´intervento di restauro del 2002. Via le toppe cucite nel Cinquecento dalle clarisse di Chambery dopo il furioso incendio che rischiò di portarsi via il Lenzuolo. Via le cuciture e l´antica fodera sul retro. Così la vedrà, nel pomeriggio del 2 maggio, un pellegrino molto particolare.
Non è la prima visita al Lenzuolo di Joseph Ratzinger. Nel 2000 era arrivato a Torino da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. E aveva tenuto una conferenza su «La Fede tra ragione e sentimento». Argomento dotto, da teologi. Tra meno di un mese il tema e il clima saranno più difficili da affrontare: «Il sacrificio di Cristo, il sacrificio dell´uomo». La sofferenza degli uomini e anche quella dei vertici della Chiesa, finiti nella tempesta per errori ed omissioni: argomento duro, da pastori. La visita torinese del Papa sarà forse un´opportunità per risalire la china dopo la via crucis di Ratzinger per i casi di pedofilia. Il cardinale e i vertici della Curia torinese di tutto questo, naturalmente, non parlano. Ma sanno che il momento è delicato, che mai come oggi la chiesa è sotto i riflettori, come la Sindone. Così, chiudendo il rito della sistemazione della teca sull´altare del duomo, il cardinale di Torino si raccomanda «che il pellegrinaggio sia soprattutto un evento spirituale, un´occasione di conversione e miglioramento davvero per tutti». Per tutti, per il gregge e per i suoi pastori.