GUIDO RUOTOLO, La Stampa 10/4/2010, pagina 19, 10 aprile 2010
IL FALO’ DELLE SCHEDE SGRADITE
Quelle schede elettorali per gli italiani residenti all’estero furono anche bruciate, nell’aprile del 2008. A Caracas, Venezuela. Da un faccendiere in odore di ”ndrangheta, ex politico della Prima Repubblica, Aldo Miccichè.
Lo ha confessato lui stesso in una intercettazione telefonica con un funzionario forzista, poi Pdl, Filippo Fani, che lavorava con Barbara Contini, responsabile delle circoscrizioni estere per il Pdl. Miccichè, rifugiato in Venezuela per via delle condanne da scontare in Italia, confessa al telefono: «E allora sai cosa ho fatto? Ho messo il tappo della benzina... così si è risolto il problema. Ho le ceneri, se volete le ceneri ve le posso mandare, non avevo via di uscita perché comunque non sarebbero state nostre... d’altro canto quelli che non vengono ecc, che arrivano tardi vanno bruciati, quindi li ho bruciati prima io. Almeno che non abbiano filmato ma non credo non ho commesso nessun reato, se hanno filmato pazienza anche perché devo dire sia il sergente che il capitano sono persone legatissime a me, poi erano ubriachi tra le altre cose».
Si sapeva che in Germania la ”ndrangheta di Crotone aveva «collaborato» a taroccare le schede che servivano per eleggere al Senato Nicola Di Girolamo, l’esponente politico del Pdl oggi in carcere, ed era trapelata la notizia che la Procura di Reggio Calabria aveva intercettato le telefonate tra Micciché e il senatore Marcello Dell’Utri nelle quali si parlava delle elezioni e dei «voti di ritorno» da taroccare a favore delle liste Pdl. Ma non che in Venezuela, la manipolazione dei dati elettorali fosse arrivata ai falò e alle schede ridotte in cenere. Anche perché quando, a pochi giorni dal voto - aprile 2008 -, la Procura di Reggio si recò dal ministro dell’Interno (all’epoca Giuliano Amato) per informarlo dei tentativi di brogli elettorali in corso con l’apporto della potente ”ndrina Piromalli di Gioia Tauro, il ministro rassicurò l’opinione pubblica: «Ritengo che le misure adottate dalla Farnesina abbiano prevenuto il danno».
Nel rapporto della Mobile di Reggio non si spiegano le ragioni della necessità di bruciare le schede. Le si intuiscono dalle affermazioni dello stesso Miccichè a Filippo Fani: «Ho saputo stanotte che la nostra candidata comunista di qua ha chiesto aiuto a Chavez... lei sta facendo tutta una propaganda a favore di Chavez in Italia, quindi ha chiesto certi aiuti, io non so chi è stato... una certa parte di queste buste era partita grazie ai servizi di sicurezza di qua... dove io ho i miei, chiaro? quindi mi sono trovato costretto questa notte a doverle distruggere...».
Quella intercettazione fa parte di un rapporto di oltre 300 pagine che la questura di Reggio Calabria ha spedito il 2 maggio del 2008 alla Procura Antimafia di Reggio. Il capitolo delle intercettazioni che riguardavano il senatore Dell’Utri è stato poi inviato alla Procura generale di Palermo, che sostiene l’accusa al processo d’appello contro il senatore Pdl, condannato in primo grado per collusione con Cosa nostra.
Un uomo dei Piromalli, Gioacchino Arcidiaco, alla vigilia di un incontro con Dell’Utri ragiona con Miccichè su quello che deve dire: «Ho avuto autorizzazione di dire che gli possiamo garantire Calabria e Sicilia se lui mi viene incontro». Un’altra volta Miccichè suggerisce al padre di Gioacchino, Lorenzo Arcidiaco, anche lui boss della ”ndrangheta: «Fagli capire a Marcello che c’è una tradotta di calabresi che lì a Milano lo votano! Tu gli dici che vai lì a nome di questi, mi sono spiegato?».
Nella telefonata del 9 aprile del 2008, alle 19,41, Miccichè racconta a Filippo Fani, che curava da Roma la Circoscrizione America Latina per il Pdl: «Avrei voluto avere l’ok da Barbara (Contini, ndr) per bruciare ”sti cosi (il riferimento è alle schede, ndr) ma non mi ha potuto rispondere, disgraziata stava dormendo alle tre di notte. Senza avere l’autorizzazione io ugualmente l’ho fatto». Sono pochi gli italiani residenti in Venezuela che vanno a votare. Filippo Fani: «A detta del console sono il 10%». Miccichè: «Una cosa davvero allucinante, figurati come mi trema il culo perché se non partiamo di qua con 20.000 voti siamo fottuti, figurati che ho trovato chi di dovere, figurati che le buste... mi stanno chiedendo 100.000 buste figurati tu...».