Massimo Gaggi, Corriere della Sera 09/04/2010, 9 aprile 2010
DIEGO LA TARTARUGA: EFFICIENTE E ANTIPATICA
Diego si arrampica sul muretto, allunga il collo per vedere la gente o, forse, solo per farsi vedere. George se ne sta sempre per conto suo, all’ombra di un banano, il più lontano possibile da sguardi indiscreti. Diego è l’eroe dei naturalisti che alle Galapagos’ nel Pacifico, a mille chilometri dalle coste dell’Ecuador’ cercano di salvare dall’estinzione alcune razze di tartarughe giganti. Quelle della specie Española, dal nome dell’isola che le ospita, stavano per scomparire. Ne erano rimaste 14: soprattutto femmine e qualche maschio svogliato. Poi, dallo zoo di San Diego è arrivato questo esemplare che si è ben presto rivelato, per la gioia degli scienziati, un infaticabile Casanova. Oggi, a pochi anni di distanza, le tartarughe del tipo Española sono 1.600 e Diego, ormai soprannominato Superdiego, non sembra aver alcuna intenzione di fermarsi.
George è tutt’altro tipo: ultimo rappresentante maschio di una razza, quella dell’Isla Pinta, che si riteneva estinta finché, negli anni 70, non fu trovato questo esemplare, evita tutti i contatti non solo con naturalisti e visitatori del centro di riproduzione Charles Darwin nell’isola di Santa Cruz, ma anche coi suoi simili. Vive in un grande recinto con due femmine per le quali non mostra alcun interesse. Solo una volta, negli ultimi dieci anni, ha avuto un rapporto sessuale, ma l’attesa di un tartarughino si è rivelata vana. Se «Jorge el solitario», come lo chiamano qui, muore, questa razza sarà davvero estinta. George ha un’età compresa fra i 75 e i 100 anni, ma gli scienziati non si danno per vinti, continuano a proporgli sempre nuove possibili partner di specie simili a quella dell’Isla Pinta: dicono che George può essere sessualmente attivo per altri 50 anni, forse 75.
Nel mondo darwiniano della selezione naturale non c’è dubbio che l’eroe sia Diego. Eppure in queste isole zeppe di seguaci del grande scienziato dell’evoluzionismo ad essere trasformato in mito è, invece, il pigro George. Tutti parlano delle sue difficoltà, vestono con maglie e cappelli che inneggiano al Solitario. Ci sono negozi dedicati a George e la «Lonesome George & Co.» ha creato un’intera linea di capi d’abbigliamento ispirati al tartarugone, venduti anche online. A prezzi esorbitanti: George è trendy e poi, dicono i negozianti cercando di stimolare buoni sentimenti ambientalisti (e anche un po’ di assistenzialismo latente) parte dei proventi va alle ricerche sulla stimolazione dell’appetito sessuale del bestione centenario. Ora, ad esempio, dovrebbero arrivare in volo dall’isola di Mauritius un altro paio di attraenti femmine cresciute in riva all’Oceano Indiano.
Per Superdiego, invece, nemmeno una coccarda o una t-shirt. E non certo perché viene considerato uno sciupafemmine yankee. Quello della meritocrazia è un principio facile da enunciare, assai meno da applicare. In Italia ma anche altrove. Perfino nella capitale del darwinismo militante.
Massimo Gaggi