Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 09 Venerdì calendario

ALL’AIFA LA PASTICCA DEL QUINTO GIORNO – E’

ancora sotto esame ma rischia di far parlare di sé con gli stessi toni utilizzati per la Ru486. «EllaOne», la pillola del quinto giorno. Già venduta in Europa come contraccettivo di emergenza ma suscettibile di essere considerata in un Paese ipersensibile a queste tematiche qual è il nostro come un vero e proprio farmaco abortivo. Secondo Hra Pharma, l’azienda produttrice, «si ritiene che il meccanismo d’azione primario consista nell’inibire o ritardare l’ovulazione». Quindi rientrerebbe nella sfera della prevenzione di una gravidanza indesiderata. «EllaOne» è l’evoluzione della pillola del giorno dopo, in Italia da una decina d’anni. Si prende nei cinque giorni successivi a un rapporto sessuale non protetto.
L’autorità europea del farmaco, l’Emea, ha dato il via libera nel maggio 2009 e la richiesta di registrazione è sul tavolo della nostra agenzia Aifa dalla scorsa estate. «Non possiamo prevedere i tempi di approvazione. Non c’è motivo che venga fermata», dice Alberto Aiuto, che rappresenta Hra Pharma: «Il farmaco è a base di Ulipristal acetato, un modulatore dei recettori del progesterone, l’ormone della gravidanza. Interrompe o ritarda l’ovulazione quindi prima del concepimento. Lo spermatozoo sopravvive nell’ambiente uterino cinque giorni. Nessun effetto abortivo».
C’è chi invece è convinto che si debba parlare di aborto precoce. «EllaOne» potrebbe aver infatti un’azione sull’endometrio e intercettare l’ovulo fecondato prima dell’annidamento. Ecco perché i cattolici la vedono col fumo negli occhi: si tratterebbe al contrario di «aborto mascherato». I farmacisti osservanti si pongono il problema dell’obiezione di coscienza, già sorto per «Norlevo» (la pillola del giorno dopo, da prendere a 48 ore dal rapporto sessuale) e preparano la controffensiva. Perché mentre la Ru486 è confinata agli ospedali, questa sarà in farmacia dove potrà essere acquistata dietro presentazione di ricetta medica non ripetibile ad un prezzo di 23-25 euro.
Esistono tutte le premesse perché ricominci la discussione politica sulla sua compatibilità con la legge 194 sull’aborto, come è successo per la Ru486. Stavolta però il centrodestra si è mosso in anticipo. Il 10 marzo i senatori Pdl, primo firmatario Raffaele Calabrò (relatore del testo sul testamento biologico approvato a Palazzo Madama), hanno presentato un’interrogazione al ministro della Salute. Vogliono sapere da Fazio se «l’Aifa ha già chiesto al governo o al Parlamento il parere della conformità del farmaco con la legislazione vigente», come prevede dal regolamento europeo per i contraccettivi e gli abortivi. Antonio Tomassini, presidente della Commissione Sanità è prudente: «A mio parere "EllaOne" ha un’azione simile a quella della spirale. Sarà bene valutare le condizioni per il commercio in Italia».
Margherita De Bac