Federico Fubini, Corriere della Sera 09/04/2010, 9 aprile 2010
E L’ALLARME DEBITO DIVIDE GLI ECONOMISTI
Dietro la crisi greca si agitano ormai due partiti. Continua a esserci chi è convinto che i governi debbano indebitarsi per sostenere un’economia ancora debolissima. Ma c’è anche c’è chi avverte che l’aumento del debito pubblico da qui in poi potrà creare problemi, non solo ad Atene. Il capofila di questo secondo fronte, Kenneth Rogoff, ieri ha spiegato le sue ragioni al King’s College di John Maynard Keynes, l’economista che negli anni ”30 da Cambridge teorizzò il ruolo degli Stati per sostenere l’occupazione. Docente di Harvard, ex capo-economista dell’Fmi, Rogoff ieri ha sfidato l’ortodossia keynesiana: «L’esplosione del debito pubblico è una classica risposta alla crisi – ha detto -. Ma c’è un punto in cui anche in America o in Gran Bretagna i tassi d’interesse possono iniziare a salire molto in fretta». Secondo Rogoff, in questi due Paesi «non si rischia una situazione greca, ma non sarà comunque piacevole»”. Di qui l’invito a Londra e Washington a varare un piano di risanamento subito, anche se «graduale». Richard Koo, capoeconomista di Nomura, pensa invece che in Occidente i mercati da soli oggi non siano in grado di sostenersi.
Federico Fubini