Alessandra Farkas, Corriere della Sera 09/04/2010, 9 aprile 2010
«ORA L’APOCALISSE SI ALLONTANA»
«Il Doomsday Clock è stato spostato indietro, da cinque a sei minuti. Se lo Start 2 sarà ratificato, è probabile che esso venga nuovamente aggiornato». Parla Joshua Pollack, columnist dell’influente «Bulletin of the Atomic Scientists» dell’Università di Chicago che nel 1947, durante la Guerra fredda, impostò il famoso Orologio dell’Apocalisse sette minuti prima della mezzanotte, simbolo della fine del mondo (lo spostamento in avanti indica una maggiore probabilità di conflitto nucleare).
Lo Start 2 è un passo nella direzione giusta?
«Certamente, anche se non sarà definitivo fino a che la Duma e il Congresso Usa non l’avranno approvato. Ancora più importante è però l’esito dei due summit sul nucleare che si terranno il 12 e 13 aprile prossimi a Washington e il 3 maggio a New York».
Una diminuzione del 74% rispetto all’accordo Start del 1991 e del 30% rispetto al Trattato di Mosca del 2002 è un bel risultato.
«Prenderei quei numeri con cautela perché confrontare punti diversi dei vari trattati equivale a paragonare mele con arance. L’aspetto importante dello Start 2 è un altro. E cioè l’aver rinnovato un regime di verifiche reciproche che contempla ispezioni dirette da parte di entrambi i Paesi».
Il presidente Obama passerà alla storia per il nucleare?
«Obama non ha inventato l’idea del disarmo nucleare anche se la sua dottrina di ridurre il ruolo delle armi nucleari nella strategia nazionale Usa di sicurezza è molto innovativa. Per il resto la sua posizione è molto simile a quella di Ronald Reagan e comunque in linea con quella di tutti i presidenti Usa, da Truman in poi, con l’eccezione di George W. Bush. L’unico che non ha mai pubblicamente appoggiato la retorica del disarmo nucleare».
Pensa che il Congresso ratificherà il trattato?
«Nessuno può garantirlo al 100%. Occorrono 67 voti di senatori su 100 e senatori repubblicani più integralisti tra cui Jon Kyl dell’Arizona potrebbero ritardare la ratifica. Ma altri influenti compagni di partito come Richard Lugar dell’Indiana sono favorevoli e alla fine dovrebbero prevalere».
Alessandra Farkas