D. St. Il Sole-24 Ore 9/4/2010;, 9 aprile 2010
S DEL PD ALLO STRALCIO SULLE INTERCETTAZIONI
«Se ci proponessero davvero di stralciare le norme sul divieto di pubblicazione e di mollare il resto, mi siederei subito al tavolo per discuterne». Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato, dove martedì riprende l’esame del ddl intercettazioni, apre all’ipotesi di uno «stralcio » delle norme che vietano la pubblicazione delle telefonate per farle marciare subito verso il traguardo, lasciando dietro quelle che limitano il ricorso agli ascolti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Più cauto Michele Vietti (Udc) che, riferendosi a Silvio Berlusconi, ironizza: «Si accontenta dello stralcio? Chi si contenta, gode...».
Le norme contro «la gogna mediatica » sono quelle a cui Berlusconi «tiene di più» dopo che la Camera gli ha «svuotato» il ddl intercettazioni, lasciando peraltro una marea di ombre. Durante la cena di mercoledì con alcuni senatori ha ribadito che «Bisogna impedire il gioco al massacro della pubblicazione sui giornali ». «Lo stralcio è una delle ipotesi allo studio», confermava ieri il capogruppo al Senato Gaetano Quagliariello, presente alla cena di mercoledì. Il premier non ne ha parlato espressamente ma ha insistito sulla «particolare importanza » dei divieti di pubblicazione, per evitare la diffusione incontrollata delle telefonate, aggiungendo che «bisogna fare ogni sforzo perché l’opposizione concorra alle riforme». Via libera, insomma, alle modifiche, anche per evitare una sonora bocciatura del Quirinale. Che da mesi chiede «una ripulitura» del testo e vedrebbe di buon occhio lo stralcio delle norme sulla pubblicazione. Ma in serata, il ministro della Giustizia Alfano escludeva già l’ipotesi-stralcio.«Noi vogliamo difendere la privacy e, al contempo, evitare gli abusi delle intercettazioni », ha detto, e il divieto di pubblicazione «non sarebbe sufficiente»; «è importante» evitare le intercettazioni «a tappeto » e, quindi, valutarne «i presupposti ». Da quando è scattata la moral suasion del Quirinale, Berlusconi è tentato dallo stralcio, ma con un decreto legge che, oltre alle norme contro la «gogna mediatica », ne contenga alcune sulle intercettazioni (come quelle di cui parla Alfano). Finora non l’ha spuntata. Di qui l’idea di uno stralcio "ordinario". «Martedì iniziamo l’esame degli emendamenti; vedremo se sono possibili modifiche», dice il presidente della commissione Filippo Berselli. «Vediamo che succede ”aggiunge Quagliariello ”. Dobbiamo fare una serie di valutazioni, anche di economia dei tempi. Lo stralcio è un’ipotesi, ma non vogliamo perdere il resto del ddl. E poi vogliamo vedere che fa l’opposizione ». Per l’Idv, il ddl è «indigeribile », ma Pd e Udc sono possibiliste sullo stralcio, purché si scoprano le carte. «L’aspetto grave del ddl è la mortificazione di uno strumento di indagine prezioso come le intercettazioni; sul resto è possibile un’interlocuzione intelligente», dice la Finocchiaro, riconoscendo che sul divieto di pubblicazione il ddl Mastella era «più rigido». «In ogni caso, bisognerebbe cancellare il carcere per i giornalisti», aggiunge. Concorda Vietti, convinto che anche questa parte «andrebbe cambiata», specie le sanzioni economiche agli editori: «Non si può andare allo scontro con l’informazione». E questo lo sa anche il governo.