Giusy Fasano, Corriere della Sera 9/4/2010, 9 aprile 2010
«REVOLVING TUTTE A RISCHIO» RATE CRESCIUTE DEL 54%
Su oltre 33 milioni di carte di credito in circolazione nel nostro Paese almeno 4-5 sono del tipo revolving. Seguono cioè gli stessi criteri-base delle American Express finite sott’accusa. Quindi la domanda è: perché non bloccare anche tutte le altre, per esempio le revolving della Visa?
La questione è già sul tavolo del presidente dell’Antitrust Antonio Catricalà che ieri pomeriggio ha ricevuto via fax le sette pagine scritte dalla Banca D’Italia per motivare il blocco totale delle carte Amex. Gliele ha spedite il senatore Elio Lannutti, Presidente dell’associazione dei consumatori Adusbef. «Attenzione – dice in sostanza Lannutti all’Antitrust ”. Stando a questo provvedimento della Banca D’italia ci sono pericoli imminenti per tutti i consumatori che possiedono una carta revolving. Quindi chiediamo che la misura cautelare presa per American Express venga estesa a tutte le altre società esercenti». Ci prova con le buone, il presidente Adusbef, convinto che le sue richieste saranno accolte, «altrimenti – promette’ vorrà dire che mi rivolgerò di nuovo alla procura di Trani».
Lo ha fatto la prima volta il 29 ottobre dell’anno scorso. Il pubblico ministero Michele Ruggieri e il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Bari avevano voluto conoscere da lui i meccanismi che governano i crediti delle revolving partendo dalla segnalazione di un utente. Era successo che un finanziere aveva ottenuto una carta di credito al consumo della Amex con un fido di 2.600 euro e aveva deciso di usarla. Ma in un’occasione non aveva pagato una rata trimestrale di 129,43 euro. Risultato: dopo due mesi gli avevano chiesto 686,54 euro tra tassi di mora, interessi e spese. Il finanziere si era rivolto a un consulente contabile e, a conti fatti, aveva scoperto che l’interesse sul suo debito era pari al 54,21%. Era il 2007.
Alla procura di Trani arrivò la denuncia del militare e il sostituto procuratore aprì un fascicolo per concorso in truffa aggravata e usura. Due gli indagati (ancora oggi sott’inchiesta e mai rimossi dai loro incarichi). Sono i vertici della sede italiana dell’American Express: il direttore Massimo Quarra e il responsabile legale Francesco Fontana.
Di recente era stata proprio la procura di Trani a chiedere ai vertici della Banca D’Italia controlli sull’emissione delle revolving, ma i riferimenti erano soltanto a quel tipo di carta, semmai alle «oro» e alle «blu», alle quali erano stati estese le indagini e i sequestri. «Il governatore evidentemente ha deciso di andare fino in fondo bloccando anche il resto’ dice ora uno degli inquirenti che ha lavorato all’inchiesta di Trani ”. Hanno indagato anche loro e sono arrivati alle nostre stesse conclusioni: violazione delle norme sull’usura, antiriciclaggio e trasparenza. Il loro provvedimento è stato più pesante di quello che ci saremmo aspettati».
«Ora sono andati giù duri, certo. Ma si sono guardati bene dall’essere solerti» dice Lannutti che di questa storia giudiziaria ha seguito ogni passaggio. «Siccome a settembre dell’anno scorso sono state bloccate anche le emissioni di carte Diners – ragiona ”, allora qualcuno mi deve spiegare perché almeno in quell’occasione la Banca D’Italia non ha fatto chiarezza con gli utenti. Perché non ha preso allora i provvedimenti di adesso? Come ha potuto non informare i clienti delle condizioni capestro delle revolving? Noi, più che plaudire al governatore oggi, è da mesi che siamo grati alla procura di Trani per quello che sta facendo».
L’inchiesta di Trani sulle revolving è stata rallentata, nelle ultime settimane dal caso Berlusconi-Annozero. Lo scandalo delle pressioni del premier per far chiudere la trasmissione di Michele Santoro sarebbe nato infatti partendo da alcune delle vittime della truffa, poi indagate per altri reati e intercettati. Fra loro Augusto Minzolini, direttore del Tg1 e Giancarlo Innocenzi, commissario dell’Authority delle Comunicazioni.