FRANCO GIUBILEI, La Stampa 8/4/2010, pagina 36, 8 aprile 2010
LA TERZA DONNA DI PSYCHO
Il getto d’acqua sulla pelle nuda, un’ombra scura dietro la tenda della doccia e all’improvviso quell’esplosione di suoni, affilati come la pioggia di coltellate sull’indifesa Janet Leigh. Che il cinema sia il trionfo delle illusioni è una storia vecchia come i fratelli Lumière, ma i retroscena della sequenza-cult di Psycho sono come un gioco di specchi dove le apparenze non finiscono più.
Innanzitutto, il corpo nudo che appare a tratti durante l’assalto non è quello dell’attrice americana, nonostante Alfred Hitchcock e la stessa Leigh abbiano detto e ripetuto il contrario. Alla fine il grande Hitch ammise che sì, quando il volto si vede è veramente lei, quando non si vede la protagonista della scena è un’altra. Per gli occhi dello spettatore inchiodato alla poltrona in fondo non cambia nulla e del resto il ricorso alla controfigura nei momenti più scabrosi o pericolosi di un film è pratica ampiamente diffusa anche oggi, figuriamoci nel 1960.
A mostrare il suo corpo al posto di quello della Leigh fu Marli Renfro, una spogliarellista di Las Vegas che per una settimana di riprese e per entrare sotto un nome altrui nella leggenda del cinema guadagnò la miseria di 500 dollari. Le si potevano aprire, forse, le porte del successo ma la sua carriera si fermò a una copertina su Playboy e a una parte nel primissimo film di Francis Ford Coppola, The Peeper. Poi la bella Marli sparì nel nulla, finché la sua storia, strettamente intrecciata al dietro le quinte della scena clou di Psycho, non è stata raccontata nel libro The Girl in Alfred Hitchcock’s Shower («La ragazza nella doccia di Alfred Hitchcock») – appena pubblicato negli Usa e in uscita a breve in Europa - da un giornalista e scrittore americano che con le vicende misteriose ha un conto aperto. Robert Graysmith, oltre ad aver lavorato per vent’anni al San Francisco Chronicle, è autore di Zodiac, il libro su un ignoto serial killer da cui David Fincher ha tratto il film omonimo.
Scavando nella vita della Renfro, Graysmith ha scoperto una serie di dettagli sconcertanti, rivelati dal giornale francese Libération: la controfigura di Leigh era stata data per morta nel 2001, assassinata nel 1988 da un certo Kenneth Dean Hunt. La vittima all’epoca si faceva chiamare Mary Davis ma, secondo la versione ufficiale, quello era solo uno pseudonimo che «copriva» l’identità della Renfro. Il giornalista, che per la spogliarellista di Las Vegas nutre un’antica passione, risalente alla famosa copertina di Playboy che aveva appeso in studio, si è messo a indagare scoprendo non solo che la Renfro è viva, ma che Mary Davis era il nome della terza donna presente sul set di Psycho. Lei però non è stata immortalata nel film, perché il suo corpo sarebbe stato utilizzato solo per le prove delle luci. La controfigura della controfigura della star, si potrebbe dire, ma qui la ricostruzione di Graysmith sconfina nel romanzesco, anche se a Hollywood tutto è possibile: l’ipotesi del giornalista infatti è che la Davis sia stata ammazzata da un fan estremo di Psycho, ossessionato dall’idea di uccidere colei che aveva occupato la scena della Leigh. Lo psicopatico però avrebbe sbagliato bersaglio, raggiungendo la donna la cui unica colpa era quella di trovarsi sul set sbagliato al momento sbagliato, a fianco della vera «body double» della star.
L’ossessione del killer malato di cinema fa il paio con quella dichiarata dell’autore per Marli Renfro, rintracciata da Graysmith nel deserto di Mojave in California, viva e vegeta: «La sua foto apparsa su Playboy, quando ancora il suo ruolo in Psycho era tenuto ben segreto, l’ho appesa nel mio studio e ricordo che fra il ”60 e il ”61 spesso mi chiedevo chi fosse», ha raccontato in un’intervista apparsa sul sito della Cbs.
A proposito della storia della Renfro e del suo ruolo in Psycho, il giornalista aggiunge: «In numerose interviste e in un libro, sia Hitch che Leigh hanno detto che la sola Janet era stata in quella doccia e che Marli era stata usata solo per la scena del cadavere avvolto nella tenda nella doccia. Hitchcock in seguito ha ammesso che la Renfro è stata ripresa nella sua nudità. Ma c’erano due persone in quella doccia, e la performance di Marli è stata molto difficoltosa. Inoltre ha ricevuto solo 500 dollari per un ruolo chiave in un film che ne ha incassati 15 milioni solo nel primo anno...».