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 2010  aprile 08 Giovedì calendario

PATTO COMUNICATIVO CON ALESSIO VINCI

Assolto due volte. Di solito, si usa questa formula al contrario: condannato due volte, dal tribunale e dai media. «Matrix» ha invitato in studio Alberto Stasi, assolto nel dicembre 2009 con formula dubitativa dal Gup di Vigevano Stefano Vitelli perché «un complessivo quadro istruttorio (è) da considerarsi contraddittorio e altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell’imputato». Di dubbi invece non ne ha manifestati Alessio Vinci che ha provveduto al proscioglimento mediatico dell’imputato.
I processi si fanno nelle aule di tribunale e vanno rispettati. Il processo è un genere (ne parlava già Aristotele) e quando appare in video ubbidisce a un doppio ordine di regole: quelle legali e quelle televisive. L’efficacia della rappresentazione e l’osservanza della giustizia dipendono appunto dal rispetto di questo duplice vincolo. Quanto influirà la trasmissione di «Matrix» sull’opinione pubblica e soprattutto sui giudici che dovranno affrontare il secondo grado di giudizio? Non è un problema campato in aria, tant’è vero che il Consiglio Superiore della Magistratura sta organizzando corsi di formazione per giudici, magistrati, procuratori, consiglieri sulle rappresentazioni della giustizia, sui processi paralleli che si celebrano nelle aule e nei salotti tv. Tutto quello che la tv fa nel nome del pubblico, anche «nel nome del popolo italiano», lo fa sempre e soltanto in termini di audience. Così i media, da una posizione di forza, favoriscono l’attacco dell’emozione alla giustizia e rischiano di reintrodurre nel cuore dell’individualismo moderno metodi tribali.
Qui non si discute la sentenza, ma è chiaro che fra il sorridente Vinci e il sorridente Stasi c’è stato un patto comunicativo, e siccome non esistono racconti imparziali (c’è sempre un punto di vista) non può nemmeno esistere il mito di una formazione imparziale dell’opinione pubblica.
Aldo Grasso