Redazione, Libero 30/3/2010, 30 marzo 2010
Federica Forcella, 35 anni, e suo figlio Mattia, 8. Entrambi di Ivrea, il bambino, «allegro, vivace, intelligente», faceva l’ala destra in una squadra di calcio e, come tanti suoi coetanei, leggeva "I piccoli Draghi”
Federica Forcella, 35 anni, e suo figlio Mattia, 8. Entrambi di Ivrea, il bambino, «allegro, vivace, intelligente», faceva l’ala destra in una squadra di calcio e, come tanti suoi coetanei, leggeva "I piccoli Draghi”. La mamma, bella, alta, bionda, «solare», un anno e mezzo fa aveva conosciuto il bancario Alberto, per lui s’era separata dal marito carrozziere Roberto Razzano, ma alla fine era rimasta con un pugno di mosche perché l’amante non se l’era sentita di lasciare moglie e due figli. Di recente, oltretutto, la Pirelli l’aveva messa in cassa integrazione, però lei, «energica, una che sapeva reagire», s’era messa a studiare e aveva già vinto un concorso da contabile. Una settimana fa aveva scritto a un amico «sono in crisi», ma chi la conosceva la vedeva «serena come sempre»: pochi giorni fa, racconta il padre Fiorenzo, aveva acquistato una lavatrice nuova da 350 euro «e a Pasquetta avevamo pulito insieme il piazzale di casa». La sera di mercoledì 7 aprile cenò col figlio e l’ex marito («si volevano ancora tanto bene») poi, quando il padre passò a salutarla a casa, gli diede come sempre la buonanotte: «Vai a letto tranquillo, ci vediamo domani». Invece verso le 4 e mezza prese il figlio e il cane Beagle di nome Amedeo che dormiva nella cameretta di lui («erano inseparabili»), li caricò sulla sua station wagon di color grigio, guidò fino alla centrale idroelettrica di Quassolo, parcheggiò l’auto sulla provinciale, lasciò le chiavi sul sedile vicino a due libri di fiabe, e camminò fino alla Dora Baltea. Lì giunta si buttò in acqua col figlio che urlava disperato e col cane che latrava, e tenne il bimbo talmente stretto al petto che, sebbene i loro corpi furono trascinati dalla corrente fino al sistema di filtraggio e poi ributtati nel bacino, il giorno dopo furono trovati dagli operai della diga ancora abbracciati. Il cane, l’unico che s’era salvato, gironzolava bagnato e impaurito attorno ai due cadaveri. Verso le 4 e mezzo della notte tra mercoledì 7 e giovedì 8 ottobre nei pressi della centrale idroelettrica di Quassolo, 364 anime in provincia di Torino.