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 2010  aprile 08 Giovedì calendario

APICELLA LUIGI

• Nocera Inferiore (Salerno) 9 marzo 1936. Ex magistrato. Procuratore a Salerno, si dimise nel luglio 2009 • «[...] Fu lui a sequestrare il fascicolo sull’indagine Why not che si occupava di affari e massoneria. Il sequestro avvenne dopo che l’indagine era stata tolta a Luigi De Magistris (il suo iniziatore) ed affidata ad altri magistrati. Per quel caso, Apicella era stato sospeso da funzioni e stipendio. In una lettera a Napolitano, Apicella accusa le istituzioni e il sindacato dei magistrati (Anm) di averlo lasciato solo. Solidale con Apicella è Di Pietro: ”La sua unica colpa aver toccano i poteri forti”» (’la Repubblica” 28/7/2009) • «[...] La fine professionale di Apicella inizia nel marzo 2007, il giorno in cui Luigi De Magistris, allora sostituto procuratore a Catanzaro, si presenta a Salerno con una denuncia in tasca: boicottaggi subiti da parte dei colleghi, ostacoli dei superiori, due inchieste scottanti tra le mani, Why not e Poseidone, sulle presunte truffe in Calabria a danno dei fondi europei. Di questo oggi si sa tutto, come del fatto che a De Magistris le inchieste sono state tolte. Meno si sa dei ”rapporti illeciti” che alcuni magistrati di Catanzaro, secondo le sue denunce, intrattenevano con alcuni indagati eccellenti. ”Le ipotesi di reato erano gravi. Parlo di corruzione, favoreggiamento, omissione di atti d’ufficio” riferisce Apicella. I nomi? ”Mariano Lombardi, procuratore della Repubblica di Catanzaro. Salvatore Murone, procuratore aggiunto. Dolcino Favi, avvocato generale. Alfredo Garbati, sostituto procuratore generale. Salvatore Curcio, membro del pool che lavorava su Why not e Poseidone”. Tutti inquisiti a Salerno, che è la procura competente a indagare sui magistrati di Catanzaro. ”Corruzione in atti giudiziari per Lombardi e Murone, visti i loro rapporti con i parlamentari indagati Giancarlo Pittelli e Giuseppe Galati, di Forza Italia. Galati aveva addirittura fatto avere la nomina a commissario liquidatore in svariate società a Pierpaolo Greco, figlio della moglie di Lombardi. E Murone aveva contatti con Antonio Saladino, indagato in Why not, che gli aveva assunto dei parenti”. Quanto agli altri, per Apicella ”c’erano rapporti tra Garbati e indagati come Nicola Adamo, vicepresidente ds in regione, e sua moglie Vincenza Bruno Bossio; ma anche col viceministro dell’Interno Marco Minniti, dei Ds. Un quadro non proprio trasparente e irreprensibile. Era nostro dovere fare luce”. Ma indagare è difficile. ”Per mesi la procura di Catanzaro, stranamente, non ci ha inviato una sola carta. Il 2 febbraio 2008 abbiamo fatto la prima richiesta ufficiale degli atti. L’abbiamo ripetuta in aprile. Abbiamo segnalato più volte tutto, fino al novembre 2008, alla procura generale della Cassazione. Il rifiuto di trasmetterci gli atti era noto perfino alla prima commissione del Csm. Ma nessuno ha mai preso provvedimenti [...] Il 2 dicembre siamo stati costretti ad andare a Catanzaro e a sequestrare gli atti. Non per togliere i processi ai magistrati calabresi, attenzione. Solo per fare le fotocopie” [...] Stranamente la procura generale di Catanzaro prima nega gli atti, poi li controsequestra. Il Quirinale, altrettanto stranamente, interviene subito per stigmatizzare lo scontro. ”Ma quale scontro? Qui c’era solo una procura legittimata a indagare, Salerno, e un’altra procura, Catanzaro, che illegittimamente rifiutava di essere indagata” [...] il Csm apre un procedimento disciplinare a carico dei magistrati di Salerno. Sospeso Apicella, trasferiti per incompatibilità ambientale i due sostituti. Forse li difende il sindacato dei giudici, l’Anm? Macché. Anzi, la censura è durissima. ”Parliamo della stessa Associazione nazionale magistrati che ha taciuto quando a De Magistris hanno tolto Why not e Poseidone” ricorda Apicella. ”S’immagina lo scandalo se al pool di Milano fosse stata sottratta Mani pulite [...]?”. La storia si fa sempre più strana. ”Gennaio 2009: il tribunale del riesame di Salerno ci dà ragione su tutta la linea. Il nostro decreto di sequestro era ineccepibile [...] Nove mesi dopo il gip di Perugia archivia il procedimento contro Verasani e Nuzzi, denunciati dai colleghi di Catanzaro per abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio. Nessuno di noi, insomma, si è comportato in modo illegittimo [...] Non eravamo graditi a sinistra, diciamo. E quando in Calabria abbiamo cominciato a lavorare sulle Coop, a chiedere le carte sui rapporti tra certi magistrati e autorevoli esponenti ds... [...] La spiegazione è nelle carte processuali. Quelle di Salerno e di Catanzaro. E nei tabulati che rivelano rapporti lobbistici tra alcuni magistrati di Catanzaro e di Roma [...] A nostro carico c’è stato un procedimento disciplinare pesantissimo e totalmente ingiustificato. Il Csm non ha nemmeno ascoltato i testimoni a difesa. E a giudicarci è stata la stessa sezione che già aveva sanzionato De Magistris, e di cui inutilmente abbiamo chiesto la ricusazione”. Così Apicella ha lasciato la toga, mentre sono ancora in servizio i magistrati da lui indagati per corruzione. ”Il Csm non li ha sfiorati”. Di nuovo: perché? Se lo è chiesto anche Marco Travaglio sul Fatto quotidiano, quando nell’aprile 2010 la procura di Salerno, guidata [...] da Franco Roberti, ha confermato le indagini di Apicella, Nuzzi e Verasani sul caso De Magistris. ”Ora, per favore, chiedete scusa” diceva il titolo. Nessuno lo ha fatto. E i sostenitori di allora? Apicella preferirebbe sorvolare. ”De Magistris a Salerno ha preso una valanga di voti perché la gente era indignata per la nostra vicenda. Dopodiché è sparito”. E Antonio Di Pietro? ”Una volta l’ho cercato. Sfuggente. Mi ha detto solo: Apicella è un nome che il Pd non vuole nemmeno sentire”» (Laura Maragnani, ”Panorama” 13/5/2010).