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 2010  aprile 07 Mercoledì calendario

FIUMI DI PAROLE (INUTILI)

Scrivere lentamente, parlare piano. E chi lo sa fare più? L´impiegato di una grande azienda riceve mediamente più di cento e-mail al giorno, lo scorso anno il 40 per cento dell´orario di lavoro è stato speso per inviare e leggere messaggi elettronici. Non siamo fannulloni, siamo connessi. Nel 2007 più di 35 milioni di miliardi di messaggi via internet hanno fatto avanti e indietro da circa un miliardo di computer e solo per prudenza, per non intasare il traffico del nostro immaginario, si stima che a dicembre prossimo quelli che avranno cliccato sul tasto invia per spedire la bustina supereranno i tre miliardi. Per dire spesso niente, per dirlo male, per correggersi ma alla fine sbagliare ancora. Tutto troppo veloce sotto questa dittatura della fretta sostiene John Freeman, critico letterario, direttore della rivista Granta, la bibbia inglese degli scrittori. La tirannia dell´e-mail è il suo libro (a maggio in Italia per Codice Edizioni), che è anche un Manifesto: per rallentare. Anche la comunicazione deve diventare slow se vogliamo evitare equivoci, chiacchierare, stare insieme con meno impressione ma più attenzione. Le parole che corrono in rete andranno pure lontano, ma alla fine parlano poco. Stordite dal jet lag digitale.