FEDERICO RAMPINI, la Repubblica 7/4/2010, 7 aprile 2010
MA L´AMERICA VUOLE MANO LIBERA PER AFFRONTARE L´IRAN E LA COREA - NEW YORK
Un anno esatto dopo aver promesso "un mondo liberato dalle armi atomiche", Barack Obama fa un gesto concreto in quella direzione. E´ solo un primo passo ma è già uno strappo storico rispetto alla tradizione. Il presidente annuncia un´autolimitazione nell´uso eventuale di armamenti nucleari. La "dottrina Obama" esclude che gli Stati Uniti possano usare l´atomica per difendersi da nazioni che non ce l´hanno. Neppure se una di queste dovesse attaccare con altre armi di distruzione di massa, chimiche o batteriologiche. Allo stesso modo, Obama si preclude fin d´ora di ricorrere al nucleare contro un eventuale cyber-attacco, per quanto possa avere effetti paralizzanti sulle infrastrutture vitali del paese. Imponendosi da sola delle restrizioni precise, l´America punta a esercitare la "leadership attraverso l´esempio", un principio ispiratore di questa presidenza. Non a caso la dottrina Obama viene annunciata appena 48 ore prima la firma di un trattato con la Russia per una nuova riduzione concertata dei rispettivi arsenali. E l´auto-limitazione si accompagna a un´offensiva diplomatica a tutto campo: Washington invita la Cina a "maggiore trasparenza" nei suoi piani di riarmo; chiama a raccolta la comunità internazionale per impedire che armi nucleari finiscano ai terroristi; intensifica la pressione per le sanzioni contro il programma atomico dell´Iran. Quest´ultimo, insieme alla Corea del Nord, resta fuori dalla lista dei paesi "al riparo" da rappresaglie atomiche: la condizione per esserne parte è di rispettare il trattato di non-proliferazione.
La svolta strategica di Obama è stata presentata ieri al Congresso dal segretario alla Difesa, Robert Gates, nella Nuclear Posture Review. E´ un aggiornamento della strategia nucleare che viene fatto in media ogni dieci anni. E´ da mezzo secolo che questo appuntamento istituzionale non veniva usato per una revisione così profonda. Il premio Nobel per la pace ha voluto imprimere il suo segno nel concetto di "deterrenza". Nella nuova versione "il ruolo fondamentale del deterrente nucleare è la difesa dell´America e dei suoi alleati da attacchi nucleari". Diventa quindi sproporzionato e illegittimo, uno scenario in cui l´America usi la sua superiorità nucleare per difendersi da un´aggressione compiuta con altri mezzi. Obama non si è spinto fino al punto da escludere che siano gli Stati Uniti a sferrare il "primo colpo", come avrebbe voluto l´ala pacifista dei democratici. Resta la possibilità di un attacco preventivo, se ci fossero segnali di un´imminente aggressione nucleare da parte di altri. Inoltre non rinunciare al "primo colpo" è un modo per rassicurare alcuni alleati: dalle democrazie dell´Europa dell´Est, alla Corea del Sud. Se l´America riducesse il suo nucleare a uno strumento di pura autodifesa, perderebbe credibilità il suo "ombrello" sugli alleati esposti ad eventuali attacchi di altre potenze. Pur senza arrivare alla revisione più drastica auspicata dai pacifisti, la dottrina Obama è una rottura non solo rispetto all´Amministrazione Bush ma anche verso altri precedenti. Il presidente ha anche deluso il suo segretario alla Difesa, escludendo lo sviluppo di nuove tecnologie nell´arsenale nucleare. La "settimana atomica" di Obama prosegue domani a Praga al vertice con il presidente russo Dmitri Medvedev, per la firma del trattato Start 2 che taglierà dal 13% al 30% varie tipologie di armi nucleari delle due superpotenze. Poi Obama ospiterà a Washington il 12 e 13 aprile 47 capi di Stato e di governo, il più largo summit dalla fondazione dell´Onu 65 anni fa: all´ordine del giorno la sicurezza degli arsenali atomici e dei depositi radioattivi, per impedire che possano finire nelle mani di terroristi o Stati-canaglia.