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 2010  aprile 07 Mercoledì calendario

ECCO LA DOTTRINA OBAMA "TAGLI AGLI ARSENALI NUCLEARI E ATOMICHE SOLO IN CASI ESTREMI"

Presidente Obama, il Nuclear Posture Review (la nuova strategia nucleare americana) prevede di considerare immune da eventuali attacchi la maggior parte delle nazioni. Le eccezioni sono Stati come Iran e Corea del Nord che non rispettano il Trattato di Non Proliferazione Nucleare, o Tnp. Se lei fosse iraniano o nordcoreano e leggesse questo documento, quali conclusioni ne trarrebbe?
«Ciò che auspico è che davvero tutti capiscano che diventando presidente ho cercato di mantenere una strategia coerente e a tutto campo, che possa indirizzarci verso un rafforzamento del Tnp, e che incoraggi tutti i Paesi a rispettare quanto previsto dai codici di comportamento internazionale e dalle regole più elementari.
Nel mio discorso a Praga avevo prospettato la visione di un mondo senza armi nucleari, ma avevo anche aggiunto che un simile obiettivo poco verosimilmente sarebbe stato raggiunto nell´arco della mia vita. Dissi che c´erano tutta una serie di passi specifici che potevano essere compiuti per incamminarci tutti verso una minore pericolosità delle armi nucleari. Ecco il motivo per cui abbiamo esercitato pressioni in modo così combattivo per il trattato Start: per inviare un segnale inequivocabile a tutto il mondo, per far capire che intendiamo ridurre le nostre scorte e i nostri arsenali di concerto con l´altra superpotenza nucleare più importante, la Russia.
Per quanto riguarda quindi il Nuclear Posture Review, esso rientra in una strategia complessiva più ampia, che intende inviare un messaggio molto forte: vogliamo un Tnp molto rigoroso, del quale tutti i Paesi abbiano interesse a far parte. Quanto a Iran e Corea del Nord, Paesi che più volte hanno mentito, nell´ultimo anno e mezzo abbiamo messo in atto una politica che li isolerà sempre più sul piano internazionale, fintantoché agiranno al di fuori di ogni normativa internazionale condivisa».
A proposito dell´Iran, crede che a questo punto Teheran abbia un´effettiva capacità di mettere a punto l´atomica?
«Invece di fare ipotesi, atteniamoci a quello che sappiamo per certo. Sappiamo che gli iraniani sono molto impegnati in attività nucleari specificatamente proibite dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; che hanno specificatamente omesso di rendere note e trasparenti le loro attività nei tempi e nelle modalità previste dall´Aiea e da altre istituzioni internazionali. Sappiamo che in passato hanno cercato di mettere a punto armi nucleari, e che se continuano nella direzione che hanno imboccato riusciranno a dotarsi di capacità nucleari.
Se si mettono insieme tutti questi fattori, il messaggio che stiamo inviando è che questo loro comportamento è inaccettabile. estraneo alle regole di base alle quali si attiene la comunità internazionale. Ho già avuto occasione di dire ufficialmente che non lesineremo aiuto a qualsiasi Paese voglia utilizzare l´energia nucleare a fini civili pacifici. Ma l´Iran si è considerato del tutto esonerato dal rispetto delle norme più elementari del Tnp, e le ha violate in molteplici occasioni. Pertanto noi continueremo a isolare gli iraniani e qualsiasi altro Paese sia intenzionato ad agire con modalità estranee a questo criterio».
L´altro giorno, assieme al presidente Sarkozy, lei ha detto che nel giro di settimane potreste ottenere qualche tipo di sanzione contro l´Iran. Da dove nasce questo ottimismo? E che cosa la induce a credere che questa nuova serie di sanzioni possa fare la differenza, considerato che le precedenti tre non ci sono riuscite?
«Prima di tutto cerchiamo di essere chiari: quando ho detto settimane intendevo questa primavera. In questa fase non mancheranno alti e bassi, cambiamenti di vario tipo, ma stiamo cercando attivamente di ottenere dal Consiglio di Sicurezza dell´Onu sanzioni e una risoluzione che siano incisive. Non vogliamo aspettare l´estate e procrastinare le cose fino al prossimo autunno. Su questa faccenda ho sempre detto che avremmo seguito due binari paralleli, che avremmo concesso all´Iran la possibilità di correggere la propria rotta. La comunità internazionale ha già dato all´Iran molteplici occasioni per confermare che è interessato unicamente all´uso civile e pacifico dell´energia nucleare. Finora, però, siamo stati tutti respinti.
Certo, non siamo ingenui: sappiamo che nessuna sanzione o insieme di sanzioni potrà cambiare automaticamente il comportamento degli iraniani. Ma tutti sappiamo che se le sanzioni sono severe e rigorose, faranno pervenire un chiaro messaggio. Le sanzioni che abbiamo applicato alla Corea del Nord sono state fatte rispettare energicamente, e credo che abbiano avuto un impatto sicuro».
Non tali però da indurre la Corea del Nord a rinunciare al proprio programma di armamento nucleare.
«Come ben sapete, non esiste un interruttore della luce per questo. La Libia ha cercato di dotarsi di armi nucleari finché all´improvviso Gheddafi non si è reso conto che i costi superavano di gran lunga i vantaggi. Ci sono anche molti precedenti di altri Paesi che oppongono resistenza alle pressioni internazionali, ma che a un certo punto capiscono che esiste una strada migliore da imboccare. Vorrei far notare che qualsiasi Paese che ha preso questa decisione, a posteriori si rende conto di aver fatto la scelta giusta. Ebbene: noi auspichiamo che Iran e Corea del Nord arrivino alla medesima conclusione».
Lei sta andando a Praga per firmare il trattato sulle armi nucleari con il presidente russo Medvedev. Quale sarà il prossimo passo?
« fondamentale tener presente che non soltanto lo Start stava per scadere, e che quindi ci saremmo ritrovati senza un trattato, ma che inoltre le relazioni tra Stati Uniti e Russia avevano toccato un punto molto basso dopo la fine della Guerra Fredda. L´obiettivo di questo vertice, pertanto, era molto pratico: assicurarci che il trattato Start originale avesse un seguito, e nei tempi previsti. Cerchiamo anche di far ripartire le relazioni tra Stati Uniti e Russia, così che su questioni importanti come l´Iran o la Corea del Nord, o la non proliferazione, la Russia possa sentirsi partner a tutti gli effetti degli Stati Uniti e della comunità internazionale.
In futuro cercheremo altre opportunità per alleggerire ulteriormente la nostra posizione nucleare, lavorando in tandem con la Russia, ma anche con la Nato. C´è tutta una serie di questioni che non era opportuno trattare soltanto bilateralmente: era necessario farlo nell´ambito della nostra alleanza Nato».
Quali speranze ha di riuscire entro la scadenza del suo primo mandato a consolidare o eliminare le armi tattiche presenti oggi in Europa? Ha accennato a colloqui con la Nato: è questo l´obiettivo che ha in mente?
«Sa, non è proprio opportuno che io parli prima con il New York Times di queste cose, e poi con i nostri alleati della Nato!».
Quando lei si è insediato alla presidenza, il Presidente Bush aveva appena trascorso cinque anni a lavorare sui pachistani, per cercare di metterne in sicurezza le armi. Cosi può dirci a questo proposito?
«Non vi dirò nulla nello specifico del programma nucleare del Pakistan».
Può dirci però se si sente più tranquillo adesso rispetto a quando è stato eletto? Siamo più al sicuro nei confronti di Al Qaeda e dei Taliban?
«Sono fiducioso che il Pakistan abbia messo in sicurezza le proprie armi nucleari. Mi preoccupa la sicurezza nucleare in tutto il mondo, non soltanto in Pakistan. Pertanto la mia percezione è che in ogni Paese dobbiamo trovare modalità ideali e migliori per poter perfezionare sempre più il nostro approccio. Come ho detto, al momento una delle mie preoccupazioni principali ha a che fare con i materiali nucleari sparsi, che si trovano qua e là. Questo è un rischio più concreto e verosimile di altri, perché con poco uranio altamente arricchito o con il plutonio le organizzazioni terroristiche possono riuscire a costruire un´arma nucleare completa. Dobbiamo stare molto all´erta, ed è per questo che il vertice nucleare è così importante».
© The New York Times-La Repubblica
(Traduzione di Anna Bissanti)