Rossana Lacala, Novella 2000, n. 13, 01/04/2010, p. 22, 1 aprile 2010
Carmine Raiola, detto Mino. La passionaccia per il calcio l’ha sempre avuta, da quando, dopo aver servito margherite e calzoni nella pizzeria di famiglia, correva in campo
Carmine Raiola, detto Mino. La passionaccia per il calcio l’ha sempre avuta, da quando, dopo aver servito margherite e calzoni nella pizzeria di famiglia, correva in campo. Ma il pallone non ha mai ripagato le aspettative agonistiche di Carmine Raiola, detto Mino. Segni particolari: sei lingue parlate fluentemente e, da poco, manager di Balotelli. Ma Mino ha già gestito fior di contratti per Ibrahimovic, Nedved, Maxwell e si è occupato del trasferimento di grandi campioni. Come dire, è già uno dei procuratori di calcio più potenti d’Europa, anche se, nel tempo, ha fatto tutto zitto zitto, perché non ama né i giornalisti né le chiacchiere. La buona tavola invece sì. Soprattutto le cotolette alla milanese, quelle a orecchio d’elefante che ordina con le patatine fritte al Garghet, la trattoria ultramilanese dove, secondo il quotidiano Il Riformista, sancisce i suoi contratti.