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 2010  aprile 07 Mercoledì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BENIGNI, ROBERTO"


Eva Grimaldi, in passato «pazzamente innamorata» di Roberto Benigni. «Ma la nostra storia s’era interrotta bruscamente quando la Braschi tornò dall’America. Ogni tanto pensavo a lui. A quant’era divertente, geniale, dolce». Una volta, gli telefonò: «Ma fu lei a rispondermi al telefono e a dirmi di non chiamare più. Mi diedi della stupida. Come mi era venuto in mente di fare quel numero?».
Luigi Monteroduni, "Chi" 6/11/2002, pagina 28.
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Jonathan Safran Foer […]sull’Olocausto non scherza come Benigni: «Ho visto il suo film e non mi è piaciuto, ma non perché dissacra l’Olocausto: penso che la sua operazione fosse legittima, però non mi ha emozionato né divertito. Il mio libro è ironico fino a un certo punto: quando poi si parla di Olocausto diventa molto serio».
Marco De Martino, "Panorama", numero 44, 31/10/2002, pagina 270.
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[…] Ferruccio Soleri, il grande Arlecchino del Piccolo Teatro […]:’Gassman, attore di parola e non di gesto, non sarebbe mai potuto essere Arlecchino. […] Benigni come fisicità ce la farebbe, ma nel carattere somiglia più a Scapino, è troppo furbo per essere Arlecchino. [...]’
(Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 26/10/2002) – Scheda Parrini su Soleri Ferruccio.
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Marianna Scalfaro: – [...] Trovo delicato Benigni, che ho conosciuto e che mi ha dedicato un divertente siparietto alla consegna dei David di Donatello, scherzando così: ’Mica male, Marianna, la sposerei. La bigamia, per il fatto che sono già sposato? Basterebbe un decreto del presidente per risolvere il problema’ [...] .
(Marzio Breda, ”Corriere della Sera” 26/5/2002)- Scheda Parrini su Scalfaro Marianna.
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LOACH Ken Nuneaton (Gran Bretagna) Regista. [...] Non va solo a promuovere i suoi film nelle occasioni mondane ufficiali, ma arriva a Terni per discutere, con l’amico Benigni, con gli operai di un’acciaieria [...] [...].
(Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 29/5/2006)- Scheda Parrini su Ken Loach.
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[ANTONELLA BORALEVI] Dice dell’amico Roberto Benigni: «Anni fa abitava a Testaccio in una casa piena di mobili accatastati. Disordinato quasi al punto di tenere i calzini in frigo».
Anna Maria Salviati, Teresa , Messaggero, N.261 19/10/1999
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Alessandro Benvenuti, […] allenatore della squadra di calcio "TNT" (tutti artisti toscani, Roberto Benigni presidente ad honorem).
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Lo spot della Peugeot 206, andato in onda intorno alle 23 dopo l’intervento di Roberto Benigni al Festival di Sanremo, è stato seguito da 17 milioni di persone.
Francesco Siliato su Il Sole 24 Ore del 12/03/02 a pagina 21.
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Marcello Veneziani: «La cosa patologica in questa vicenda è l’attenzione eccessiva, politica e culturale, riservata sia al Festival di Sanremo che alla satira. Vedere Benigni come una sorta di pronunciamento mi pare davvero un brutto segno per la temperatura del nostro paese. Dall’altro lato, non credo fosse giusto auspicare né ortaggi né censura. Bisogna lasciare libero sfogo, anche se è un po’ deprimente questa satira con l’emiparesi perché ride soltanto con il fianco sinistro».
Corriere della Sera, 10/3/2002
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Le uova contro Benigni sono state sei. «Passano soltanto tre secondi tre e parte il primo uovo contro la televisione, poi il secondo, il terzo. Fino a sei uova, nemmeno un ortaggio. Dopo una giornata di frenetici depistaggi (per tutta la mattina e il pomeriggio lui ha fatto credere di essere a Nizza, a Parigi, nei pressi di Sanremo, nel centro di Sanremo e sempre al telefono con Agostino Saccà) Ferrara si prepara al grande show nella sua casa nella Maremma. […] infine, alle 22 e 30 in punto, il lancio rituale delle uova sull’icona del ”comico governativo”».
Pierluigi Battista, La Stampa 10/3/2002
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ZEFFIRELLI Gianfranco. Regista: «Berlusconi […] è un uomo di straordinaria lealtà verso gli amici. Gli altri sono ancora impregnati della cultura staliniana dell’odio. Non vede quanto sono modesti i loro registi? […] Benigni me lo ricordo trent’anni fa: faceva i numeri ai tavoli dei ristoranti romani, almeno quelli gli venivano bene. Non ricordo invece un suo film riuscito, tranne forse Johnny Stecchino».
Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 9/12/2003.- Scheda Parrini su Gianfranco Zeffirelli.
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SERRA Michele. Scrittore e giornalista (’la Repubblica”). [...] Amici veri, nel mondo dei cosiddetti vip, pochi: Antonio Albanese, De Gregori, Benigni. E Luca di Montezemolo, che è mio amico d’infanzia e mio vicino di casa” [...]».
(Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette’ n. 37/1999) - Scheda Parrini su Michele Serra.
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RICCI Antonio Albenga (Savona) 26 giugno 1950. Autore tv «[…] Sono molto abbiente, però meno di Benigni e di Moretti. […]».
(Alessandra Comazzi, ”La Stampa” 27/12/2001) - Scheda Parrini su Antonio Ricci.
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[….] Benigni, con cui Piovani insieme a Cerami fa ormai ditta fissa. [NICOLA PIOVANI: ]’Una comunicazione che non è solo verbale, ma intensamente emotiva, quasi esoterica, direi corporale. Roberto è un comico e al pari di tutti i grandi comici ha come primo obiettivo la comunicazione. Un attore tragico può anche accettare di essere incompreso. Un comico no, è disposto al triplo salto mortale per farti arrivare quello che ha dentro. Così Benigni ha un modo tutto suo per farti entrare nell’emozione d’un film: e diventi suo complice nel trasmetterla al pubblico”. […]» .
Simonetta Fiori, ”la Repubblica” 22/8/2002 - Scheda Parrini su Nicola Piovani.
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MONICELLI Mario: «[…] Moretti ha una sua cifra, con un difetto: è troppo antipatico, fisicamente. Il contrario di Benigni, che era naturalmente simpatico prima dell’incontro con il clero, con la moglie, con i miliardi. Anche questa è corruzione. E poi ha commesso un errore fatale: disturbare Pinocchio. Pinocchio ha punito tutti quelli che c’hanno provato, musicisti, scrittori, produttori; con Pinocchio ha fallito persino Disney, non ci si poteva attendere di più da Benigni. […]»
(Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 24/12/2003). - Scheda Parrini su Mario Monicelli.
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LAMBERT Christopher. «[…] Tra gli attori adoro Benigni».
(Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 7/10/2001). - Scheda Parrini su LAMBERT Christopher
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GILLIAM Terry. Regista. In Italia apprezza Nanni Moretti e ama Roberto Benigni: ”Sono un suo grande fan, non l’ho mai conosciuto bene, ma quando ci siamo incontrati al Festival di Cannes gli ho fatto l’inchino. Aspetto con ansia l’uscita del suo Pinocchio”.
(Fulvia Caprara, ”La Stampa” 13/7/2002). - Scheda Parrini su GILLIAM Terry.
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FAENZA Roberto. Regista «[…]Chi fa televisione pensa che il pubblico sia fatto solo di idioti, che non possono capire. Non hanno mai dato al pubblico un’alternativa. Il fatto che la lettura di Dante in tv fatta da Benigni abbia tenuto incollati milioni di telespettatori vuol dire che non è vero che sono tutti idioti […]».
(Alain Elkann, ”La Stampa” 12/1/2003). - Scheda Parrini su FAENZA Roberto.
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Il mostro (1994) e La vita è bella (1997);
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DIONISI Stefano. Attore ”Con Mastroianni, quando giravamo Sostiene Pereira, ci ritrovavamo sempre la sera a cena. […] siccome nel cast c’era Nicoletta Braschi, spesso veniva Benigni a trovarla e stavamo tutti insieme”.
(’La Stampa” 2/2/2003) - Scheda Parrini su DIONISI Stefano.
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[…] nell’80, […] nell’edizione della rinascita del Festival, quella del ”Wojtilaccio” di Benigni.
(Ranieri Polese, ”Corriere della Sera” 7/7/2003) - Scheda Parrini su CUTUGNO Toto.
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CARLUCCI Milly «[...] Da Arbore, lei che studiava architettura, c’era arrivata attraverso Gbr, una delle prime tv libere romane. Faceva l’inviata speciale con Isabella Rossellini e Michel Pergolani mentre Roberto Benigni si esibiva come stralunato critico tv accanto a una lampada parlante assai futuribile. […]”.
(Simonetta Robiony, ”La Stampa” 16/2/2007). - Scheda Parrini su CARLUCCI Milly.
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[…] A Firenze, il 21 novembre del ”99, l’Ulivo mondiale, o come altrimenti lo si voglia definire, fa la sua prima comparsa ufficiale. La scena, anche se ci sono tutti i partiti socialisti che contano, e se seduto in platea c’è pure Prodi, è dominata, appunto, da Bill, da Tony e da Massimo: […]. L’impianto dell’iniziativa (preparata come un grande evento mediatico, Roberto Benigni compreso) …
(Paolo Franchi, ”Corriere della Sera” 21/7/2003). - Scheda Parrini su BLAIR Tony.
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BISSET Jacqueline. […] dice che le piacerebbe lavorare con Bertolucci, che ha amato molto Massimo Troisi nel Postino e che La vita è bella di Benigni le è piaciuta mediamente».
(’La Stampa”, 14/2/2001). - Scheda Parrini su BISSET Jacqueline.
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[…] Benigni nell’indimenticabile episodio ”I militi” di Tu mi turbi, […]
(Lietta Tornabuoni). Scheda Parrini su BIGAGLI Claudio.
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BERTOLUCCI Giuseppe. – [...] Credo di avere ’inventato’ Roberto Benigni [...]’.
(Paolo D’Agostini, ”la Repubblica” 21/8/2001). - Scheda Parrini su BERTOLUCCI Giuseppe.
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Secondo indiscrezioni, il cachet di Roberto Benigni per partecipare al Festival di Sanremo dovrebbe aggirarsi tra i 150 e i 200 mila euro.
Leandro Palestini su la Repubblica del 09/02/02 a pagina 45.
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[RENZO ARBORE]: ”Con Roberto ci siamo visti per la prima volta a Fiuggi, a una premiazione. Mi stavano intervistando, lo chiamai accanto a me, lui cominciò a improvvisare. Mi parve la dimostrazione vivente che in tv si poteva e si doveva improvvisare, come pensavo facessero gli americani. Poi ho capito che gli americani il copione lo scrivono. […]”.
Scheda Massimo Parrini su ARBORE Renzo
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Il pap’occhio (1980), parodia wojtiliana di Arbore, con Benigni nel cast […].
Marco Giusti, "Stracult", Sperling & Kupfer
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’[…] Fu lui [IL PITTORE RENATO MAMBOR], sul finire del ’75, a offrirmi di debuttare all’Alberico, il tempio dell’avanguardia teatrale. C’erano Carlo Verdone alle prime armi, Lucia Poli, Carlo Monni. Donato Sannini, un nobile toscano che poi si sarebbe ammazzato con l’eroina, ci aveva portato un tale Roberto Benigni, barista. Non gli avresti dato una lira» (Remo Remotti)
Stefano Lorenzetto, il Giornale 02/12/2001
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Lando Buzzanca, a proposito della sua mancata partecipazione a "Pinocchio", il nuovo film di Roberto Benigni: «Avevo accettato tutti i termini del contratto, anche l’aspetto economico, ma avevo chiesto di essere citato, nei titoli di testa, con la dicitura "e Lando Buzzanca". Benigni e la sua produzione non hanno voluto darmi questo riconoscimento, e con molto rammarico ho rinunciato».
Il Messaggero del 5/10/01 a pagina 25.
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«La vita è bella? Ma allora, perché sprecarla al cinema?» (Vauro) «Fino a due anni fa era di moda la rissa continua, ora è di moda il conformismo totalizzante, e guai a esprimere riserve su Fo e Strehler, Pieraccioni o Benigni. Chi si contenta gode, e in Italia oggi ci si contenta facile e si gode parecchio. Siamo ancora ad ”anni di consenso”? Ma sì, ”la vita è bella”, nonostante tutto, nonostante Auschwitz e Hiroshima e anche Agnelli e Berlusconi, Veltroni e Cecchi Gori, Cerami e Benigni, Pieraccioni e Fo...» (Goffredo Fofi)

Goffredo Fofi, Panorama 15/01/1998
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«Come si costruisce una stroncatura eroica? Si fa, per esempio, come ha fatto Alfonso Berardinelli, l’altro ieri, sul ”Corriere della Sera”, a proposito del film di Benigni. […] L’occhiello avverte che ”La vita è bella è un mediocre film passato per un capolavoro per colpa del patriottismo progressista” [....]» (Michele Serra).
Michele Serra, la Repubblica 08/01/1998
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L’ultimo film di Roberto Benigni, ”La vita è bella”, ha suscitato dapprima consensi unanimi poi, a mano a mano che qualcuno prendeva coraggio, ripetute stroncature (Goffredo Fofi su ”Panorama, Alfonso Berardinelli sul ”Corriere della Sera”, La Porta sull’’Unità, l’appuntamento quotidiano sul ”Foglio” ecc.). Tra quelli che hanno difeso Benigni spiccano Tullio Kezich e Michele Serra. Il dibattito iniziale tra critici e sostenitori è infine sfociato in una lotta tra «bastian contrari» e «conformisti».
Fonte: xxx; Uscita: Il Foglio dei Fogli, 12/01/1998
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Roberto Benigni, ospite di Raffaella Carrà a "Fantastico" (1991), tiene una lezione in cui chiama l’organo genitale maschile in tutti i modi immaginabili nelle cento lingue dialettali italiane.
La Stampa del 18/04/01 a pagina 11.
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La sera della consegna degli Oscar, Bette Davis si presentò a ritirare il premio vestita da casalinga, Roberto Benigni attraversò la sala camminando sugli schienali delle poltrone, […].
Amica del 28/3/2001 a pagina 61.
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Nel libro Il prigioniero l’ex brigatista Laura Braghetti racconta tra l’altro che in un pomeriggio d’inverno del ’79 fu corteggiata da Roberto Benigni. Lei, allora ventiseienne, nome di battaglia ”Camilla”, aveva alle spalle il sequestro e l’omicidio Moro e stava per ammazzare Vittorio Bachelet. Lui era già famoso e lavorava all’’Altra domenica” di Renzo Arbore. Quel pomeriggio la Braghetti doveva incontrare i suoi compagni in un bar nel centro di Roma, siccome quelli tardavano si era seduta a un tavolino. «Poco più in là, altrettanto solo e seccato, c’era un tipo con la faccia buffa che mi sembrava di avere già visto. Probabilmente lo fissai un secondo di troppo, perché si voltò con un sorriso irresistibile e la chiara intenzione di mettersi a chiacchierare». Benigni, che naturalmente non sapeva chi fosse quella ragazza, disse che anche lui aspettava un’amica da mezz’ora e che avrebbero fatto meglio ad andarsene loro due insieme «lasciando i ritardatari con un palmo di naso». Sentendo il suo accento toscano la Braghetti capì che quello era il comico che aveva visto in televisione e che l’aveva fatta ridere fino alle lacrime, tuttavia gli disse seccamente che i suoi amici erano in ritardo di soli dieci minuti e uscì fuori del bar. Ora scrive che quello, «per una ragazza qualunque, sarebbe stato un giorno fortunato».
Giovanni Bianconi, La Stampa, 14/03/1998
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Cachet attuali per film dei più popolari attori italiani: Roberto Benigni, 5 miliardi; […]. Benigni, se accettasse di fare uno spot, potrebbe incassare fino a sei miliardi e mezzo. […].
Franco Montini, La Repubblica, 07/08/1996
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[…] Spielberg, grande amico di Benigni...
Maurizio Porro sul Corriere della Sera del 27/72000.
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[…] Preferisce la cucina orientale thai Francesco Cossiga, insieme a Roberto Benigni, […].
Carla Bardelli, Benedetta Lignani Marchesani su Panorama del 9/11/2000 a pagina 301
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L’Anica (la Confindustria del cinema) ha stilato la classifica dei 100 film italiani, dal 1955 ad oggi, che hanno guadagnato di più. Al primo posto ”La vita è bella di Benigni” (’97) con oltre 87 miliardi incassati (gli incassi vengono calcolati adeguando il valore della lira al ’95, preso come anno base); secondo ”Ultimo tango a Parigi” (’72) di Bernardo Berolucci con oltre 82 miliardi; terzo ”Il ciclone” (’96) di Pieraccioni con oltre 74 miliardi.
Maurizio Porro, Corriere della Sera 29/12/1999
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Roberto Benigni: «Quando ho iniziato è stato la mia strada asfaltata, la mia stella lucente. Ma tutti i toscani gli devono qualcosa. Non solo i comici, anche i politici: Dini, Cecchi Gori, Sadolini. Siamo tutti figli di Paolo Poli».
Scheda 58705 di Frammenti su POLI Austen.
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Tra i primi venti film record d’incasso nell’ultima stagione cinque sono italiani: Fuochi d’artificio di Pieraccioni, La vita è bella di Benigni, Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo, A spasso nel tempo. L’avventura continua di Vanzina, Ovosodo di Virzì. Questi film, con 150 miliardi di lire, rappresentano l’80 per cento dell’incasso di tutta la produzione italiana.
Goffredo De Pascale, diario della settimana 08/09/1998
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VARDALOS Nia Winnipeg. Attrice e scrittrice. […] Comunicativa come sullo schermo, racconta di essere cresciuta adorando le nostre commedie con Mastroianni e la Loren, di sognare un film in cui bacerà ”il grande Benigni” […].
(G. Gs., ”Corriere della Sera” 26/11/2002) - Scheda Parrini su VARDALOS Nia Winnipeg
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Il mostro (1994).
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"L’ultima volta che ho fatto l’amore? Era notte, era buio, ero solo" (Daniele Luttazzi si lamenta che questa battuta gli sia stata rubata da Roberto Benigni. Pierluigi Battista nota che è a sua volta ricalcata su una gag di Woody Allen)
Pierluigi Battista, "La Stampa" 4/3/2003
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«[…] Berlusconi, che se ne intende, ha detto una volta che Luttazzi, Santoro e Benigni (da Biagi), cioè tre ore di tv, gli hanno fatto perdere tre milioni di voti, [...]» (Ceccarelli).
Filippo Ceccarelli, ”La Stampa” 13/3/2003
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L’attrice Pamela Villoresi e Roberto Benigni frequentavano la stessa scuola di ragioneria a Prato. Pamela, della quale Benigni era segretamente innamorato, racconta: "Un giorno mi passò a prendere a casa e disse a mio padre: ”Su Villoro, mandaci giù la maiala della tu’ figliola, che le si fa qualche servizino”. Io pensai che il mio babbo avrebbe chiamato la polizia e invece si mise a ridere a crepapelle".
Giacomo Amadori, ”Panorama”, n. 20;
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UDERZO Albert Fismes. Il disegnatore di Asterix […] ”Quando è stato girato il primo film è stato bellissimo organizzare una cena con Roberto Benigni: un ragazzo fantastico, una persona adorabile e, nel film, un Cesare meraviglioso con il suo francese all´italiana. Si è inginocchiato di fronte a me chiamandomi Maestro! e poi ci siamo abbracciati come due vecchi amici”»
(Luca Raffaelli, ”la Repubblica” 26/6/2003) – Scheda Parrini su UDERZO Albert Fismes.
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[…] Roberto Benigni, lo scorso anno, incollò allo schermo quasi 13 milioni di telespettatori con ”L’ultimo del Paradiso”. E il giorno in cui ricevette presso l’Università di Bologna la laurea in lettere honoris causa disse della ”Divina Commedia”: ”E’ un’opera "sensuosa" perché la si legge con tutti i sensi. Un libro straordinario dove ci sono dentro tutti i registri, l’avanspettacolo, tutto il mondo, la vita e la morte. Tutto questo amore che ci ha buttato addosso, tutta questa libertà espressiva, ci ha insegnato a parlare, ci ha insegnato il senso del racconto. Io che faccio il cinema, quante volte vado a leggere Dante: ho capito il senso del montaggio dall’apparizione di personaggi come Cavalcanti, è una cosa così bella". […]
Scheda 78748 di Frammenti (nostre interviste)
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Johnny Stecchino (1991)
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BRASCHI Nicoletta. Attrice. Sposata con Roberto Benigni. « [...] I film di Benigni sono così amati che non vorrei toccare niente. Sono originalissimi. Io mi pongo di fronte a ogni personaggio allo stesso modo. Nelle commedie c’è in più una misura d’irrealtà e di fantasia da proporre. E soprattutto tanta allegria. Lo sento come un grande privilegio quello di aver interpretato quei ruoli. [...] Nell’80 io studiavo all’Accademia e nel 1982 ho condiviso con entusiasmo il suo debutto nella regia. Alcuni anni dopo ho deciso di iniziare a produrre i nostri film. [...] Ho fondato la Melampo, la nostra casa di produzione, grazie ai miei carissimi amici americani Sara Driver e Jim Jarmusch. [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 3/2/2004). «Sembrava un gioco, era una dichiarazione programmatica. Che, se realizzata, avrebbe forse cambiato la storia del cinema. Quella di Roberto Benigni, almeno. Per spiegare la ”sindrome Yoko Ono”, quando cioè la moglie di un artista esce dalla sfera privata per influenzare pesantemente la carriera del marito, occorre risalire a una esibizione lontana. [...] al Teatro Ariston di Sanremo. Fu allora, all’interno della rassegna del Club Tenco, che un giovane Benigni cantò Voglio sposare la moglie di Paolo Conte. Un gioco, una dedica divertita alla compagna del musicista astigiano. Due anni dopo, nel 1983, il comico aretino ha conosciuto invece (e poi sposato) un’attrice cesenate, Nicoletta Braschi, sul set di Tu mi turbi. Da allora, per ogni suo film da regista, tranne Non ci resta che piangere (ma solo perché alla regia c’era anche Massimo Troisi), la Braschi compare ineluttabilmente in ogni pellicola. Tu mi turbi era il suo primo film e, tranne rari casi (Giordana, Virzì, Cristina Comencini), la Braschi ha lavorato soltanto con il marito. Quando, nel Mostro, la Braschi si improvvisò femme fatale per scatenare le presunte turbe erotiche del protagonista, la critica cominciò a esprimere dubbi sul suo eclettismo espressivo. Nel frattempo, era divenuta anche mente economica dell’impero familiare. Con la svolta drammatica della Vita è bella e La tigre e la neve, le perplessità si sono tramutate in recensioni spietate (in internet, almeno). Benigni rischia di essere cinematograficamente ricordato come un’occasione persa. Il suo talento puro andrebbe preservato. In due modi. Dovrebbe essere diretto da un regista vero; e dovrebbe accettare che si può essere felliniani anche senza voler dimostrare che tua moglie è l’erede di Giuletta Masina. [...]»
(Andrea Scanzi, ”La Stampa” 26/11/2005) - Scheda Massimo Parrini su BRASCHI Nicoletta.
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Il sondaggio condotto dall’Abacus su un campione di 2000 persone dai 14 anni in su sulla popolarità degli attori: in testa alle preferenze c’è Paolo Villaggio seguito da Roberto Benigni, Carlo Verdone e Sophia Loren.
’Il Messaggero”, 14-12-2003
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Uno dei massimi desideri inappagati di Gianna Nannini: duettare con Tom Waits. Rimpianto per non essere riuscita nemmeno a incontrarlo quando, anni fa lui fece un concerto a Firenze. ”Dopo l’esibizione ero corsa nel bagno delle donne. Dovevo rimettermi in sesto prima di appostarmi davanti al suo camerino. Lì però ho incontrato Benigni. Nel bagno degli uomini, mi disse, c’era troppa coda. Ci mettemmo a parlare del più e del meno. Nel frattempo, Tom Waits se la svignò da una porta sul retro del teatro
Alex Adami, ”Tv sorrisi e canzoni” 5/2/2003
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[…] personaggi come Celentano, Nanni Moretti e Benigni nelle loro apparizioni in tv pretendono la clausola contrattuale per non comparire su Blob.
Daniela Giannantonio, ”Tv Sorrisi e canzoni” 17/4/2004.
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Nell’autobiografia di Bill Clinton "My life" ci sono tre paragrafi dedicati all’Italia: in uno si definisce Berlusconi «carismatico»; in un secondo l’ex presidente americano rivela d’essersi ispirato per la sua politica economica «agli artigiani del Nord Italia»; nel terzo descrive Benigni e D’Alema «magri, intensi, appassionati»
Massimo Gramellini, "La Stampa" 23/6/2004 pagina 1
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MONTECORVINO Pietra […] fu scelta da Arbore e Roberto Benigni come protagonista del film F.F.S.S.,
(m. v., ”La Stampa” 31/10/2004) – Scheda Parrini su MONTECORVINO Pietra.
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FOFI Goffredo […] «Ho avuto l´onore - dice - di litigare quasi con tutti e di fare pace con molti. Da Fellini a Moravia. Da Calvino a Fortini». Oggi non saprebbe più con chi litigare: ”Con Serena Dandini? Con l´orribile buonismo di Roberto Benigni?”.
(Pino Corrias, ”la Repubblica” 14/4/2007) – Scheda Parrini su FOFI Goffredo
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[FRANCA CIAMPI] Con la tv ci vive in simbiosi portandosi a casa Lino Banfi, suo amico personale, il cast di Un medico in famiglia, Gerry Scotti, Nicoletta Braschi e Roberto Benigni, l’altra coppia sempre di casa al Quirinale con cui i Ciampi vanno a fare i bagni all’isola di Budelli.
Panorama 19/05/2005, Pietrangelo Buttafuoco
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GIUVA Linda. Archivista. [...] Moglie di Massimo D’Alema. [...] Una volta veniva a casa Walter Veltroni con sua moglie Flavia e i bambini. In un’occasione c’erano anche Roberto Benigni e Nicoletta Braschi. Lui e Massimo si conoscevano, ma non molto, poi si sono incontrati da ”Piperno”, un ristorante del Ghetto e da allora si sono inseguiti con questa promessa di cenare insieme. Qualche giorno prima Benigni era stato intervistato da Enzo Biagi e avevano scherzato sui comunisti che ancora mangiano i bambini e allora Massimo e Walter lo hanno invitato dicendogli: ”Vieni che ci mangiamo i bambini”. Quando è entrato gli abbiamo fatto trovare i quattro piccoli schierati sulla porta: ”Questo è l’antipasto, questo il primo e così via...”»
(da D’Alema, l’ex comunista amato dalla Casa Bianca, biografia scritta per Baldini&Castoldi dal giornalista di ”Panorama” Giovanni Fasanella) – Scheda Parrini su GIUVA Linda
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La destra italiana, o per meglio dire Casini e la sua Udc, hanno tentato la settimana scorsa di cambiare il sistema elettorale depositando una legge che reintroduce il proporzionale, mette uno sbarramento del 4% (se non si prende almeno il 4% dei voti non si va in Parlamento), dà un premio di maggioranza alla coalizione che ottiene più voti in modo che occupi in ogni caso il 55% dei seggi e considera uguali a zero i voti ottenuti dalle formazioni che stanno sotto il 4%. […] l’idea è stata alla fine travolta da un’ondata di vignette e di sghignazzi, l’ultimo provocato da Benigni che, nella notte bianca voluta da Veltroni sabato scorso a Roma, ha annunciato di essere appena tornato da Palazzo Chigi dove aveva concordato una riforma elettorale che prevede la vittoria per chi prende meno voti. […].
Anno II, Ottantasettesima settimana. Dal 12 al 19 settembre 2005
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Pizza. "I californiani sono convinti di essere stati loro a inventare la pizza napoletana, quindi possono anche convincersi che Benigni sia l’erede di Charlie Chaplin" (Giuliano Ferrara).
Notizie tratte da: Alfredo Accatino, Gli insulti hanno fatto la storia, Piemme, 2005
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Giovedì parte su Raiuno ”Rockpolitik”, il nuovo programma di Adriano Celentano. Mattia Feltri: «[…] Si preannunciano (o si prevedono) gli ospiti: Roberto Benigni, Daniele Luttazzi, Corrado e Sabina Guzzanti. Quelli dell’uso criminale della tv, come disse Silvio Berlusconi da Sofia. […]».
M. Feltri, La Stampa 8/10/2005 - APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 17 OTTOBRE.
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Non sta piacendo a nessuno, La tigre e la neve, ma non si può dire. Non in maniera così diretta, almeno. Bisogna trovare un giro di parole, irrealmente candido, un po’ come quando nelle pagelle dei calciatori si legge che «Vieri ha svolto un lavoro oscuro», il modo più indolore di rifilare un «4». Nel caso dell’ultimo film di Roberto Benigni, la sindrome sembra quella della Corazzata Potëmkin. Nel senso di (semi)«boiata pazzesca», che deve piacere a tutti i costi, secondo un conformismo di sinistra che suole sospendere il giudizio critico di fronte a determinati e selezionati autori. Nel caso di Fantozzi, il film di Sergej M. Ejzenstejn doveva piacere per motivi ideologico-aziendali. Di fronte a Benigni, fatta salva l’identità ideologica, a risultare decisivo è l’affetto di fondo, sterminato, che rende difficile qualsiasi stroncatura nei suoi confronti.
Per questo, chi si trova a parlare di La tigre e la neve, si sforza eroicamente di evidenziarne i rari guizzi: il monologo di fronte al Farmacista, il sogno felliniano con Tom Waits, il Padre Nostro con lo scacciamosche. Le critiche? Timide, morbide. Benigni appartiene, non senza meriti, alla vasta categoria degli «intoccabili a sinistra». Affermare che La tigre e la neve è un film modesto, inversamente proporzionale al genio del suo autore, non dovrebbe costituire eresia, quanto piuttosto la formulazione di una realtà inconfutabile. E invece no. Non si può dire, non conviene, non è politicamente corretto. Chi osa esprimere circostanziate perplessità, slitta automaticamente a destra. […].
La Stampa 18/10/2005, pag.27 Andrea Scanzi
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L’ultimo film di Roberto Benigni, La tigre e la neve, è stato generalmente stroncato dalla critica, che ne ha parlato persino con imbarazzo. Il comico avrà però probabilmente parecchio pubblico: venerdì 14 ottobre, quando il mondo dello spettacolo scioperava contro la finanziaria, Benigni ha tenuto un piccolo comizio a Roma e nello stesso tempo è riuscito a far proiettare il film in qualche sala di prima visione. Ancora più stupefacente il favore che gli è stato fatto dalla Rai la sera dopo: Benigni è sbucato alla fine del Tg1 delle 20.00 e ha fatto le moine per quattro minuti al conduttore, il giornalista Attilio Romita. Uno spot, in termini economici, di valore quasi incalcolabile.
Anno II, Novantunesima settimana. Dal 10 al 17 ottobre 2005
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Benigni ha giudicato ”un orrore” i film trasmessi sul telefonino.
la Repubblica 8/11/2005
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«[…] Ho conosciuto il Berlusconi produttore cinematografico, tanti anni fa, in casa di Vittorio Cecchi Gori, c’erano anche Diego Abatantuono, Gabriele Salvatores e tanti altri. Come rideva alle battute di Roberto Benigni, scherzarono insieme tutta la sera...» (Sergio Rubini).
Corriere della Sera 05/11/2005, pag.33 Barbara Palombelli
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In un travolgente piano sequenza del film Berlinguer ti voglio bene un giovanissimo Roberto Benigni, Cioni Mario, camminando nella desolata campagna dell’hinterland pratese coi suoi compagni di sventura, espone la tragedia dell’uomo contemporaneo. Uno tutta la settimana si masturba con l’illusione che arrivata la domenica arriverà il sesso vero, ma quando la domenica arriva... nulla! E quindi ancora brutalmente, alla toscana, "s****". […]
Vanity Fair 10/11/2005, pag.150 Francesco Bonami
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[PAOLO VILLAGGIO:] «La voce della luna […] è la storia dell’incontro tra due matti. Uno, Benigni, crede di vivere con la testa all’ingiù; l’altro, il Prefetto, cioè io, è un paranoico convinto che il mondo sia una macchinazione ai suoi danni. Ci sono dialoghi e incontri, tra loro, che quando li rivedevo in proiezione mi sconvolgevano, provocandomi tempeste di singhiozzi».
Leonetta Bentivoglio la Repubblica, 03/08/2003
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Enrico Berlinguer […] Milioni di italiani lo ricordano in quella foto incredibile, travolto dall’allegria e addirittura preso in braccio da Roberto Benigni.
Filippo Ceccarelli La Stampa, 05/06/2004
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Non ci resta che piangere.
MACCHINA DEL TEMPO GENNAIO-FEBBRAIO 2006
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”[…] L’Italia è strana. Si fanno passare per paladini della libertà artisti straricchi come Benigni e Celentano, senza capire che i veri censurati non detengono il potere di un Biagi e Santoro” (Ciprì e Maresco).
Marco Olivieri, Venerdì dicembre 2005
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[LANDO BUZZANCA] E il film che doveva fare con Benigni?
«In Pinocchio dovevo fare Mangiafuoco, ma ho rifiutato perché nei titoli di coda non volevo apparire assieme agli altri. […] Gli ho detto: Roberto, ti chiedo solo di mettere il mio nome per ultimo preceduto da una ”E”. Non ha accettato. E nemmeno io. Comunque gli ho affittato lo stesso la mia villa di Amelia, in Umbria, dove hanno girato parte del film». A prezzo di mercato? «Certo. A dir la verità io volevo dargliela gratis, ma mia moglie s’è impuntata e anche Roberto. M’ha detto che pagava la produzione... Però sono rimasti 3 mesi in più e quelli gliel’ho offerti. un collega, di sinistra, ma collega».
Andrea Scarpa Vanity Fair, 23/12/2004
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«Lo sapevi che la nicotina si usa anche come insetticida? Contro i pidocchi» (’Un caffè e una sigaretta”, 2004, con Roberto Benigni).
Francesco Battistini Corriere della Sera, 23/12/2004
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FIANO Nedo «[...] è uno dei testimoni più alti della Shoah, […] Ad Auschwitz-Birkenau dal maggio ”44, era il numero A5405, lo stesso che ha sulla casacca Benigni ne La vita è bella: un omaggio del regista a chi gli aveva fatto da consulente. Della famiglia di Nedo Fiano, undici persone, tornò soltanto lui. [...]»
(G. G. V., ”Corriere della Sera” 20/12/2009) – Scheda Parrini su FIANO Nedo
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[…] Da quando poi [IL FESTIVAL DI SANREMO], oltre che una scheggia di identità nazionale e uno specchio del costume isole comprese, è diventato un fenomeno politico di occupazione dell’immaginario, ad esempio […] con le minacce ovaiole di Giuliano Ferrara contro Roberto Benigni , il suo palcoscenico si è fatto incandescente. […].
Edmondo Berselli L’espresso, 03/03/2005
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[Renzo Arbore:] «[…]con Benigni all’’Altra domenica” andavamo avanti a sketch di quindici minuti, senza preoccuparci dei picchi d’ascolto. […]».
Gabriele Romagnoli Vanity Fair, 17/03/2005
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[Enrico Vanzina]: «Il cinema è un lavoro di gruppo: ci vuole collaborazione, ognuno porta qualcosa. Invece oggi il regista fa l’attore protagonista e poi lo scenografo, il soggettista, si scrive le musiche... Ma per Guardie e ladri ci vollero due registi, mio padre e Monicelli e due attori, Totò e Fabrizi. Sarebbe meglio che Verdone si facesse dirigere, o Benigni interpretasse film, senza stare dietro alla macchina da presa. Oggi basta che fai Zelig in tivù e diventi subito attore».
Il Giornale 19/03/2006, pag.21 Cinzia Romani
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«Ogni volta che a Berlusconi arriva un avviso di garanzia, giura sempre sui suoi figli di non aver fatto nulla. Ma lui non può essere un padre così snaturato da giurare il falso sulla vita dei suoi figli, quindi mi chiedo di chi siano veramente i figli di Berlusconi!» (Roberto Benigni).
Onda n. 19 2006
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[RIZZO Giacomo. Attore] anni fa rifiutò No stop con Benigni in tv.
(Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 26/5/2006) - Scheda Parrini su RIZZO Giacomo
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[...] E all´improvviso si tornò a leggere e a parlare di poesia... […] si sono registrati picchi televisivi d´ascolto quando Roberto Benigni ha recitato Guido, i´ vorrei che tu e Lapo e io a «Che tempo che fa» o è stato riproposto in vecchie lecturae dantis universitarie. Per non dire ancora, poi, del poeta Attilio che rende il film di Benigni e Cerami La tigre e la neve un vero e proprio monumento sulla presenza - nascosta e necessaria - della poesia nella nostra vita. […]
La Repubblica 05/06/2006, pag.35 Stefano Bartezzaghi
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[…] La crescita delle reti private ispira nel 1976 un programma satirico per RaiDue, Onda libera: star dell’inesistente Televacca, tv privata ospitata in una stalla, è un giovane Roberto Benigni […].
Scheda Parrini su RECCHIA Beppe
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Claudia Di Giovanni, sposata, 43 anni, una figlia di tre, laureata in Lettere classiche è la prima donna a dirigere la Filmoteca vaticana. […] ricorda di quando Giovanni Paolo II vide la proiezione di "La vita è bella" insieme a Roberto Benigni: «Il papa e il regista si fermarono a lungo a parlare insieme. Alla fine Benigni abbracciò Karol Wojtyla e gli regalò un santino di Teresa di Lisieux». […].
Ignazio Ingrao, Panorama 26/10/2006, pagina 330.
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«Ogni volta che mi vedeva Benigni cercava di spogliarmi. Quella sera avevo un vestito fatto di bottoni e i collant senza slip sotto. Se mi slaccia sono morta, penso. Arriva a modo suo, mi tocca il sedere, mi sbilancio e cado, lui addosso. Vedo quelle due manine piccole che si agitano sopra di me, scoppio a ridere». (Raffaella Carrà).
Giancarlo Dotto, La Stampa 12/2/2007
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[AL FESTIVAL DI SANREMO] La comicità di Ficarra e Picone, campioni di "Zelig", trasforma l´Ariston in cabaret: «Siamo venuti per toccare il vulcano di Pippo (spento ma sempre vulcano). L´ha fatto la Littizzetto ed è diventata famosa, l´ha fatto Benigni e ha vinto l´Oscar».
La Repubblica 01/03/2007 GIUSEPPE VIDETTI
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Storia d’Italia attraverso la TV. 1980. A febbraio Festival è presentato da uno scatenato Roberto Benigni, che continua la famosa serie dei baci avvinghiandosi per 45 secondi alla valletta Olimpia Carlini
Corriere della Sera Magazine 01/03/2007, Aldo Grasso
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[…] Ho voglia di te, sequel di Tre metri sopra il cielo e tratto dal secondo libro di Moccia, ha incassato la cifra più alta per un film italiano nel primo giorno di programmazione (1 milione e mezzo di euro in 650 sale) e, nel weekend, ha totalizzato 6.264.000 euro (cifra battuta solo dal "Pinocchio" di Benigni).
www.forumcommunity.net; Gente n. 12 22 marzo 07; Chi n. 11, 21 marzo 07
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[…] Ancora ai suoi esordi, decenni fa, il globish consentiva di "tradurre" come Daunbailò, su suggerimento del protagonista Roberto Benigni, l´edizione italiana di Down by law di Jim Jarmusch […]
Autori vari, la Repubblica 13/4/2007
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Storia d’Italia attraverso la TV. 1998. CINEMA, LUIGI PANI, LA VITA BELLA, Il Sole 24 ore
[…] Roberto Benigni, impegnato nella più difficile operazione della sua carriera artistica, tenta con grande coraggio, in La vita è bella, di cantare la vittoria ideale dello spirito contro la barbarie del Dio che ride contro Belzebù, della vita contro la morte. Perché Benigni - che qui si chiama Guido Orefice ed è un ebreo toscano deportato in un campo di sterminio nazista insieme alla moglie Dora (Nicoletta Braschi) e al giovanissimo figlio Giosuè - porta la sua maschera buffa, il suo corpo dinoccolato, la sua genetica irriverenza verso il sadismo proprio nella tana del lupo. Una lotta mortale, perché le tenebre odiano la luce. Ma una lotta che valeva la pena di affrontare perché, come ci hanno insegnato con tutta la loro forza Primo Levi e gli altri sopravvissuti, le tenebre non sono mai vinte per sempre, anzi, possono ritornare con estrema facilità.
Corriere della Sera Magazine 12/04/2007, Aldo Grasso
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[…] Mussi, davvero era con Veltroni sabato sera a teatro (il Tenda di piazzale Clodio, per la cronaca) a vedere Roberto Benigni in «Tutto Dante»? «Mi ha fatto enorme piacere passare quella serata (vuole forse dire «proprio quella»?, ndr.) con Walter. Benigni mi ha preso sottobraccio e m’ha detto «oh, qua mi so stufato, pure io ”un ce la faccio più, quasi quasi faccio come Mussi, me ne vo anch’io».
Jacopo Jacoboni, La Stampa 23/4/2007
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INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: MASSIMO PINI "CRAXI. UNA VITA, UN’ERA POLITICA" MONDADORI 2006
Benigni, Roberto, 109
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[…] E questo costume di insignire prestigiose personalità extraccademiche, si protrasse - per trascinamento - anche in epoca-Mussi: Roberto Benigni fu laureato a Firenze, […].
Raffaello Masci, La Stampa 26/7/2007
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Era scritto nel destino che un giorno Roberto Benigni avrebbe letto Dante in pubblico, e quel destino lo aveva profetizzato, a modo suo e con tutta l’ironia di cui era capace, Carmelo Bene, il primo a recitare la Divina Commedia davanti a una folla enorme: 31 luglio 1981, primo anniversario della strage della stazione di Bologna, centomila persone commosse ad ascoltare la voce dell’artista salentino dall’alto della Torre degli Asinelli. Passano un paio d’anni ed ecco Bene e Benigni ospiti, in due studi televisivi diversi, del programma Blitz condotto da Gianni Minà. Il collegamento salta proprio mentre il comico toscano chiede al maestro se anche lui avrebbe potuto cimentarsi col sommo Poeta, e se poteva farlo «bene». L’attore che era apparso alla Madonna risponde: «Bene? Diciamo benigno!». E poi, visto che l’interruzione continuava, ecco il crescendo dell’attore: «Non ti sento... Svanì, svanì... Benigni! Benigni! Parla, parlami... Finito!».
Ora il filmato di quel duetto è disponibile su You Tube grazie a Rino Maenza, che con Carmelo Bene ha collaborato come produttore per più di 15 anni […]».
La Stampa 29/07/2007, pag.39 FRANCO GIUBILEI
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Sophia Loren […] Sembra di rivederla quando agli Oscar annunciò Benigni.
Valerio Cappelli, Corriere della Sera 2/8/2007
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MAGGIULLI Attilio. Regista • «Trova la quiete in place Dauphine. Dal balcone vede la birreria di Jules Maigret e, forse, il fantasma del commissario. Ha come vicini Roberto Benigni e un Nabokov. A un soffio scorre la Senna e s’inarca il Pont Neuf. […].
(Bruno Quaranta, ”La Stampa” 17/8/2007) – Scheda Parrini su MAGGIULLI Attilio
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[…] L’Udeur per la festa di Telese Terme di quest’anno ha deciso di fare le cose in grande: il budget dovrebbe superare i 150 mila euro (sarà ospite anche il comico Roberto Benigni) […].
Il Sole 24 Ore 19/08/2007, pag.9 Andrea Marini, Giovanni Parente
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Il filosofo Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, non ama particolarmente Beppe Grillo («Grida troppo. Schiamazza. Rischia il qualunquismo. Preferisco la comicità di Benigni»).
Corriere della Sera 9/9/2007
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Il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, dice di avere con la tv un rapporto «strettamente funzionale»: « un elettrodomestico che uso principalmente per vedere i Tg e le partite di calcio. Faccio eccezione solo per alcune trasmissioni. Quelle di Arbore, della Dandini e, naturalmente, di Benigni».
Maria Teresa Meli, Io donna 22/9/2007
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Clemente Mastella […] nel luglio di quest´anno, estate di fuego e di sovraesposizione (gite in barca, taglio ormeggi, cene con Stallone, duetti con Benigni e Little Tony, perfino l´annuncio di un imminente «cammeo» da realizzare per un film in costume del Settecento), […].
Filippo Ceccarelli, la Repubblica 24/10/2007
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1 - MOANA POZZI, DONNA COLTA E BOMBA DEL SESSO
[…] in un’autobiografia uscita nel 1991 (’La filosofia di Moana”), […]Moana, allora al massimo del successo come pornostar, si divertì a raccontare i suoi amplessi con uomini famosi dello show business, dal calciatore Paulo Roberto Falcao allo scrittore mondano Luciano De Crescenzo, da Andrea Roncato a Beppe Grillo, da Enrico Montesano a Nicola Pietrangeli, da Renato Pozzetto a Marco Tardelli. Non concluse né con Robert De Niro (gli piaceva di più un suo amico) né con Roberto Benigni. Gli s’infilò nel letto mentre dormiva con una sua amica; Benigni si svegliò e cominciò a correre per tutta la stanza nel suo abbigliamento da notte (canottiera di lana, mutande e calze), gridando: «Ma io mi vergogno». Lo convinsero a tornare a letto e, a quanto pare, dormirono poi come un fratello con due sorelle. E che sorelle... […]
Tratto da ”L’amore e il potere – Da Rachele a Veronica un secolo di storia italiana”, di Bruno Vespa (Mondadori)
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«Hai visto com´è bella la mia bella?», ti domanda all´improvviso Roberto Benigni indicando la sua Nicoletta, ed è un dettaglio di monogamia felicemente giullaresca, sul registro esplosivo […] E non è questione di miracoli poetici e di pensieri roteanti, ma al contrario di sgomento: guardate infatti quant´è bella, ma di una bellezza che appunto sgomenta e persino annichilisce, la coppia Benigni-Braschi che è coppia ovunque, al cinema e a letto, a casa e al ristorante, e persino nei sogni, visto che si sognano l´un l´altro. Anche loro come la regina Elisabetta e il principe Filippo sono marito e moglie «finché morte non ci separi», anche loro sono molto più che amici e complici. Ma diciamo la verità: noi sempre guardiamo con rispetto inquieto, con ammirazione stupita e con compiacimento diffidente tutte le coppie che non si separano, le coppie inossidabili dove ciascuno riempie l´altro di sé ma non lo ingombra mai. […].
Francesco Merlo, la Repubblica 4/11/2007, pagina 29.
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[…] rimasto celebre il caso del 10 maggio 2001: Biagi, a ridosso del voto, si era portato in trasmissione Roberto Benigni e lo show era stato a senso unico: «Non voglio parlare di politica, sono qui per parlare di Berlusconi. Il contratto di Berlusconi ormai è un cult, la cassetta lì l’ho registrata, l’ho messa tra Totò e Peppino e Walter Chiari e il Sarchiapone».
Filippo Facci, Il Giornale 8/11/2007
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DE LAURENTIIS Luigi. Produttore cinematografico […] Luigi aveva 4 anni […] c’era Roberto Benigni, che abitava ”nella casa di fianco a noi, all’Aventino”. […].
(Laura Maragnani, ”Panorama” 29/11/2007) – Scheda Parrini su DE LAURENTIIS Luigi.
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[…] Roberto Benigni: «Il fatto è che Berlusconi, sentendosi un po’ Gesù (a Torino dov’è la Sindone girava chiedendo: "Dov’è il mio asciugamano?") non trova un erede col quale costruire una frase come quella di Gesù con Pietro: "Pietro, su questa pietra costruirò la mia chiesa". Ci ha provato con Fini, ma quando ha detto: "Fini, su questa fine..." ci ha rinunciato. Poi con Casini: "Casini, su questo casino..." e ha rinunciato anche con lui». E poi, perché mai doveva cedere la corona se il suo medico Umberto Scapagnini gli ha assicurato che è immortale?
Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 24/11/2007
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«Benigni mi piace molto: è un fuoriclasse vero» (Ennio Morricone).
Aldo Cazzullo, Corriere della Sera 2/12/2007
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[…] Lucio Presta è l’agente di Roberto Benigni. Ma anche di Paolo Bonolis, Mara Venier, Paola Perego, Amadeus, Lorella Cuccarini, Antonella Clerici, Federica Panicucci. Per far tornare l’attore toscano in Tv a recitare il quinto canto dell’Inferno, ha lavorato sodo dietro le quinte fin dal 2002, "quando Roberto propose per la prima volta il Sommo Poeta e fece addirittura il 45,4% di share". Stavolta ha chiesto e ottenuto che la lettura della Divina Commedia partisse alle 20.35, appena finito il Tg1. E ha imposto che lo show non venisse interrotto neppure da uno spot, caso unico nella storia del piccolo schermo, soprattutto considerando che la diretta dagli studios di Papigno (Terni), dove fu girato il film dei tre Oscar, La vita è bella, è durata due ore e un quarto. "Lo dovevo a un artista che ha sempre rifiutato di prestare il suo volto alla pubblicità nonostante le cifre iperboliche che gli offrivano e continuano a offrirgli".
Non lo ha fermato la strigliata del dantista Vittorio Sermonti, che alla vigilia aveva consigliato a Benigni di "lasciar perdere". Chiosa Presta: "Un attacco d’invidia. Questi intellettuali vorrebbero che la cultura restasse appannaggio di pochi. Sermonti è scocciato perché Roberto, con appena 103 recite, ha portato a teatro un milione di spettatori che poco o nulla sapevano di Dante. A Pesaro ho visto con i miei occhi 27.000 persone in coda dalle 16 alle 21, in maggioranza studenti che la mattina a scuola non capiscono la Divina Commedia spiegata dai professori".
Il Giornale 2/11/2007, Stefano Lorenzetto
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[CORRADO GUZZANTI] «[…] A un artista satirico indignato per il conflitto d´interessi, insomma, non ha senso chiedere, come si è sentito dire, di controbilanciare la sua satira attaccando anche la sinistra se non per dire che non ha mai fatto e non farà mai niente per risolvere il conflitto di interessi. Luttazzi è Luttazzi, Grillo è Grillo, Benigni è Benigni e non avrebbe senso, né mai accetterebbero, se non perseguitati dalle bollette, di intavolare trattative per concordare una prestazione graduale di se stessi».
La Repubblica 11/12/2007
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Le belle ragazze appena entrate nel mondo dello spettacolo sono come Laura [TORRISI]. Sincere, guardinghe, poco battutiste e un po’ moraliste, qui e là qualche gaffe involontaria che vorrebbe essere un complimento. Come quando dice che «il maestro Benigni» (lo chiama così) «è carino a far lavorare la moglie nei suoi film».
Valerio Cappelli, Corriere della Sera 27/12/07
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[CLEMENTE MASTELLA] Ha fatto "innamorare" anche Benigni. « una persona eccezionale. Io sono un suo fan accanito, anche se lui non voterà mai per me. E poi lo ringrazio, perché è stato il più benigno di tutti sull’indulto. Sarà stata la lettura dei testi danteschi. E ha fatto i suoi spettacoli nelle carceri italiane senza prendersi una lira». […].
Barbara Romano, Libero 27/12/2007, pagina 6.
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[…] Carlo Vanzina […] Un ruolo per Beppe Grillo, Adriano Celentano o Roberto Benigni?
«Grandi comunicatori, ma non mi servono. Sono uomini-partito, predicatori di una causa che è il loro marchio. Propagandano se stessi».
La commedia è sempre meno divina?
«Benigni lo trovo straordinario. Unica maschera del cinema italiano esportata nel mondo. Grande attore, meno interessante come regista. Quando vinci l’Oscar, diventi schiavo del film che ti ha fatto vincere. Condannato a riprodurlo. capitato anche a Tornatore».
Giancarlo Dotto, La Stampa 29/12/2007
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LAURETTA Claudio. Imitatore. «’Imitare i politici ormai è facile. Ti controllano lo stesso, ma è più semplice fare il verso a Berlusconi o a Prodi che tentare vera satira di costume. E così noi comici, per andare in tv, ci autocensuriamo sempre un po’. O sei Grillo, o sei Benigni, o i capistruttura ti controllano. E siccome sono messi lì dalla politica, temono di più i grandi temi sociali che la presa in giro del personaggio pubblico. Io lo so quello che si può dire e quello che no, e prevengo”.
(Alessandra Comazzi, ”La Stampa” 5/1/2008). - Scheda Parrini su LAURETTA Claudio
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[…] Il critico teatrale di El País, José María Ridao, mette il dito sulla piaga: «Alcuni sopravvissuti ai lager, come Imre Kertész (lo scrittore ungherese scampato ad Aushwitz e Buchenwald, premio Nobel per la letteratura 2002, ndr.) hanno visto nell’inesorabile travaso in fiction e fantasia l’unico cammino per evitare che l’orrore cada nell’oblio. Per questo è stato favorevole a La Vita è bella di Benigni». […]
LA STAMPA 6/1/2007 GIAN ANTONIO ORIGHI
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[…] La vita è bella di Roberto Benigni, film vincitore di tre Oscar e cinque Nastri d’argento, dove per proteggere il figlio bambino Giosuè dagli orrori del campo di concentramento nazista il deportato Guido gli faceva credere che quello che stavano vivendo fosse un gioco a premi con un carro armato in palio.
In questo caso alle critiche si aggiunse l’imputazione di falso, giacché non era mai successo nella realtà dei Lager che i bambini venissero detenuti insieme con gli adulti, genitori oppure no: e il paradosso ideato dall’amore paterno provocò tra alcuni, nel caso migliore, un forte senso di disagio.
LA STAMPA 6/1/2007 LIETTA TORNABUONI
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Fiorello: «Ma oggi tutto è gonfiato con gli ormoni! Scusa, si rifanno le donne, gli uomini, l’anguria, si rifà il topo con tre minchie... E non vuoi rifare la 500? E poi vogliamo dire veramente le cose belle dell’Italia? Benigni nella sua meravigliosa serata televisiva ha cominciato a decantare le bellezze dell’Italia dell’arte, della cultura... Quindi se vuoi scrivere qualcosa di bello dell’Italia scrivi paro paro quello che ha detto Benigni. Te lo dico io. Fiorello dice due punti. Poi se vuoi sapere quello che non va basta chiedere a Celentano». Ecco, queste ultime saranno pure le battute più sofisticate dello show. […] Basta con le battute su Ferrara che è ciccione. Basta con le battute su Fassino che è magro. E dai! Benigni ci ha fatto una carriera con le battute su Ferrara...».
Dagospia (Alberto Piccinini, Rolling Stone gennaio) 25/1/2008
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Il borghese [MARCO] Paolini, quando capita, guarda la televisione. Ultimamente, Benigni che legge Dante: «Mi piace, molto più di quando fa il regista». Ecco, Paolini: chiudiamo con la polemica d’annata, se cioè sia giusto divulgare la cultura spettacolarizzando come fa Benigni, o se vada tenuta sottochiave, per i buongustai, come fa Sermonti: «Guardi, non facciamola lunga. A me piacciono sia Benigni che Sermonti, quando leggono Dante. Non sono costretto a scegliere. Come quando ero giovane, con la Maria e la Norma...».
Il Giornale 25 gennaio 2008, Cristiano Gatti
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Dopo i trionfi natalizi dei cinepanettoni, il cinema italiano coglie un altro clamoroso successo: Scusa ma ti chiamo amore, uscito venerdì, ha rastrellato in tre giorni oltre 4,6 milioni di euro. Non è un record assoluto, ma, in relazione al numero delle copie in distribuzione, 500, poco ci manca: il miglior esordio assoluto in Italia appartiene a Il codice da Vinci con 7,951 milioni di euro incassati per 815 copie, mentre il record italiano va a Pinocchio di Benigni 7,035 milioni di euro per 627 copie nel 2002.
La Repubblica 29/01/2008, FRANCO MONTINI
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E Benigni? ”Un talento straordinario” (CARLO Pedersoli, in arte Bud Spencer)
Il Messaggero 24 febbraio 2008, ROBERTO GERVASO
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Miglior attore di sempre? «Benigni, per cultura e comicità» (Edoardo Romano).
Libero 2 marzo 2008, Alessandro Dell’Orto
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[INTERVISTA A BRUNO VESPA] Dicono che "Dante Benigni" costi il doppio di Porta e Porta e faccia la metà degli ascolti. «Per la verità, Benigni costa nove volte Porta a Porta e fa sensibilmente meno ascolti. Ma l’arte non ha prezzo». […] Lei ha rispolverato la scrivania di ciliegio su cui Berlusconi aveva siglato il vecchio contratto. Ma dicono che lui non abbia gradito, perché pensa che quella scrivania gli porti sfiga. «Al contrario. Ha detto: "Tornerò a firmare il contratto perché mi porta bene". Ero pronto ad offrire la scrivania anche a Benigni perché ci si rotolasse sopra, ma non è venuto». […]
Libero 14 marzo 2008, BARBARA ROMANO
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«Prima del Te Deum rifarò con Roberto Pierino e il lupo» (Claudio Abbado)
La repubblica 1 aprile 2008, LEONETTA BENTIVOGLIO
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La vita è bella, ma anche ricca, per Roberto Benigni e sua moglie Nicoletta Braschi. Quando li vedi al cinema fanno quasi sempre tenerezza per quell’amore che continuano a dichiararsi in pubblico, innamorati come il primo giorno. Tubano e filano. Anche a livello fiscale, almeno a vedere le loro dichiarazioni dei redditi del 2005: Benigni 3.580.995; Nicoletta Braschi 1.699.365.
Italia Oggi 6 maggio 2008, Emilio Gioventù
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Il 25 ottobre, […] Abbado dirigerà un mega-concerto che farà scalpore: «Su un enorme palcoscenico allestito al PalaDozza di Bologna, per cinquemila spettatori, eseguiremo il Te Deum di Berlioz con le tre orchestre, due cori e un coro di voci bianche formato da seicento bambini. Fu proprio Berlioz a richiedere quest´organico sterminato». In scena ci sarà pure il suo amico Roberto Benigni, esilarante attore per Pierino e il Lupo di Prokofiev, presentato nella prima parte della serata: «Con lui stiamo immaginando futuri concerti-spettacolo dedicati a Dante e Verdi».
Leonetta Bentivoglio, la Repubblica 8/6/2008
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A volte il giornale [IL MALE] diventava gruppo teatrale di strada. Al Pincio assegnammo il Premio dell’Humor Nero a Giulio Andreotti inaugurando un suo realistico busto di marmo, che venne subito sequestrato (in seguito venimmo denunciati io, Vincino e il bravo Roberto Benigni che aveva fatto il discorso inaugurale del Premio)
Vincenzo Sparagna, Liberazione 31 maggio 2008.
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L’amicizia fra il fumettista pugliese [PAZ] e il creatore di Bobo [STAINO ] nasce all’inizio degli anni Ottanta, alle serate del Club Tenco a Sanremo: «[…]ci veniva anche Benigni. […]».
La Stampa 15 giugno 2008, Franco Giubilei
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Scriveva nel 2004 Masolino D’Amico, dopo averla vista [ SABINA GUZZANTI ] in teatro: «A parte l’impressionante energia - solo Benigni in Italia esercita un tale dominio su una folla adorante, partendo da dimensioni fisiche altrettanto ridotte - a parte l’intelligenza e la concretezza dei suoi testi, di Sabina impressiona la totale mancanza di volgarità. […]».
Masolino D’Amico, La Stampa 24/5/2004;
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CERAMI VINCENZO Scrittore. Appassionato di enigmistica, ingaggia sfide con gli amici Benigni, Piovani, Guccini, ma ammette che il più forte di tutti è Paolo Conte.
Giorgio Dell’Arti&Massimo Parrini, "Panorama" 31/7/2008;
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[HARVEY WEINSTEIN, PRODUTTORE AMERICANO, FONDATORE DI MIRAMAX (poi lasciata):] «Benigni è un genio ma non mi ha dato retta e ha pagato a caro prezzo questa sua testardaggine. Avevamo fatto insieme La vita è bella e la sua carriera era lanciatissima. Poi si è un po’ fermato, dopo Pinocchio ancora con me. Gli avevo detto che per il ruolo di Lucignolo sarebbe stato perfetto Johnny Depp. L’ho portato in Italia, si sono visti, hanno parlato, Depp era entusiasta. Invece no. Benigni voleva assolutamente un cast tutto italiano e ha scelto Kim Rossi Stuart. Con tutto il rispetto, avrebbe dovuto darmi ascolto. Sono certo che si riprenderà, gli intoppi nella vita di un artista ci sono sempre e io tornerei volentieri a lavorare con lui».
Michela Tamburrino, La Stampa 28/7/2008
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[PIPPO BAUDO:] «[…] quando avevo in trasmissione Benigni o Troisi, non preparavamo nulla. Oggi bisogna essere meno esigenti e più paternalistici».
Andrea Scanzi, La Stampa 13/8/2008, pagina 37
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[…] Ricordo ancora Benigni all’Oscar mentre ringraziava i genitori per «il dono della miseria». […].
Gabriele Romagnoli, Vanity Fair 22/10/2008, pagina 177
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[…] Basti ricordare l’Inno del corpo sciolto di Roberto Benigni, che celebra le gioie del defecare: ”perché cacare soprattutto è cosa umana”.
Margherita Zannoni, Focus n.182, novembre 2008, pp.54-62
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[…] Francesca Guidato, organizzatrice di eventi, parla del suo ex [ROSSANO RUBICONDI] . «[…] Tra i miei ex non posso dire che fosse il più pazzesco. Sono stata con Teo Teocoli, con Renato Salvatori. Mi ha corteggiata Roberto Benigni, ho detto no a Lorenzo Flaherty».
T.S., Novella2000, n. 50, 11/12/2008, p.12
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Non si occupi Sos Patata di tuberi commestibili né di patate bollenti o di piedi a patata. No. Senza rinunciare allo spirito di patata (spacciato per ironia) e alla semantica dell’eufemismo, la patata in questione è quella lì, la più celebre, su cui Roberto Benigni ha istruito uno show con Raffaella Carrà.
Aldo Grasso, Corriere della Sera 11/12/2008
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[LUCIANA LITTIZZETTO:] «[…] Sa cosa diceva mia nonna? Al è al tun ca fa la müsica, è il tono che fa la musica. Benigni ne è la prova». Si riferisce al famoso duetto con la Carrà? «Certo: elencava tutti i sinonimi della passera, ma quando pensi a una cosa volgare non pensi mai a quello. Chapeau, dalla sua bocca può uscire tutto, e quando deve essere alto, è alto».
Silvia Fumarola, la Repubblica 16/12/2008
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Film Asterix e Obelix contro Cesare (1999).
Stefano Montefiori, Corriere della Sera 19/12/2008, pagina 47
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[…] Innocentievasioni.net (che in apertura presenta le riflessioni di Benigni sulle sue performance
dietro le sbarre di Sulmona e Opera,[…]).
Corriere della sera 16/1/2009
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[…] ”Micromega’, La bibbia della sinistra massacra fabiolo fazio […] Chiaro che, di fronte al paradigma Fabiofazio, tutto il resto è diminutio. Perfino un premio Oscar in odor di santità come Roberto Benigni. Se del veltrusconismo Fazio è sacerdote, Benigni ne è cantore. L’ecumenico in salsa celestial-dantesca.

Anche qui: ad averne. Artista non di rado geniale, capace - in un paese che non deborda di conoscenza - di rendere nazionalpopolare Dante e far rivivere il Pierino di Prokof’ev. Gran parte del pubblico lo avrebbe voluto perennemente toscanaccio, e adesso ci rimane male nel constatarne ogni volta lo slittamento da "eversivo" scapigliato a "comico zuppo d’amore".
Nulla da dire, guai all’artista che si cristallizza. Benigni sa bene che non è sempre (altra) domenica e che il tempo scorre anche per i clown. Il Benigni "popolano dotto" è poi erede, nella vena dello stornello come del rimario dantesco, di una certa tradizione toscana che sa naturalmente conciliare sacro e profano.
Da un punto di vista artistico, Benigni è sempre stato un atipico. Bravissimo sulla breve distanza, meno sulla lunga. Indimenticabile come ospite televisivo, vagamente dilettantesco in veste di regista. Dopo La vita è bella (qualcuno direbbe anche prima) non ha indovinato un film. E c’è poi la questione Nicoletta Braschi, moglie e Musa. La sua Beatrice, la sua Yoko Ono. Di sicuro non la nuova Giulietta Masina. Se l’unica parte ben recitata coincide con quella di una donna in coma, qualcosa forse vorrà dire.
Ma non è tanto questo, il problema. Benigni si è abilmente liberato dal clichè del toscano scurrile, consapevole che perfino Peter Pan e Wlly Wonka invecchiano. La trovata di Dante, in questo senso, è geniale. Molto meno quel suo presentarsi perennemente illuminato, a straparlar di bontà e amore, ogni volta ripetendo che "la vita è una cosa meravigliosa" e "il mio corpo è tutto uno straboccar di gioia". Un altro in overdose da incanto, come e più di Fazio.
Le perplessità vere sono però altrove. Da un lato legate al suo passato, dall’altro alla acquiescenza politica. In ogni (rara) intervista concessa, Benigni si guarda bene dall’accettare il gioco dei ricordo (tranne che per i genitori, Troisi e Fellini). Come se i tempi del Cioni Mario e Carlo Monni fossero qualcosa di cui vergognarsi, se rapportati alla beata letizia odierna. ....
Andrea Scanzi, Micromega di Febbraio (da Dagospia)
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Domani inizia a Sanremo il 59° Festival della Canzone Italiana. […]Polemiche anche per il compenso a Roberto Benigni, ospite della prima serata: si parla di uno ”scambio” da 350mila euro, col comico pagato attraverso i diritti home video di una parte delle sue apparizioni in Rai. [2] Aldo Grasso: «[…] Poco vale la giustificazione che i soldi per Bonolis e Benigni li tirano fuori gli sponsor. No, li tiriamo fuori noi: prima con il canone, poi al supermarket». […] La Rai conta sulla presenza di Benigni già la prima sera per ottenere un effetto trascinamento dell’audience tale da scongiurare il mezzo flop del Festival dell’anno scorso. Maria Grazia Bruzzone: «Viale Mazzini ha appena rinnovato il contratto triennale col comune di Sanremo, scommettendo sulla possibilità di rilanciare il festival canoro ultracinquantennale, e non può permettersi di sbagliare. Benigni lo sapeva o se l’è immaginato e ha dettato a viale Mazzini le sue condizioni. Poter utilizzare 600 minuti dei programmi realizzati dalla Rai con lui nel passato (le molte comparsate dalle Sorelle materassi a l’Altra domenica di Arbore, allo stesso festival di Sanremo, eccetera) per farne uno o due Dvd. Che però sarà lui stesso a vendere, senza passare per Rai Trade». [6] Il direttore generale Claudio Cappon ha spiegato che la Rai non cede i diritti tv (etere, satellite, web) «di cui non si parla» né quelli home video, «che non possiede»: semplicemente, concede a Benigni «l’utilizzo» di materiali di cui «resta proprietaria», come ha già fatto con Fiorello e Celentano. Alla fine si tratterebbe di 100mila euro in meno di quelli presi da Benigni per partecipare allo show di Celentano Rockpolitick. [6]

Fonte: APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 16 FEBBRAIO 2009 - [2] Renato Franco, Corriere della Sera 14/2/2009; Maria Grazia Bruzzone, La Stampa 13/2/2009; [3] Silvia Fumarola, la Repubblica 3/12/2008; [4] Aldo Grasso, Corriere della Sera 13/2/2009; [5] Carlo Moretti, la Repubblica 7/2/2009; [6] Maria Grazia Bruzzone, La Stampa 13/2/2009;
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[CLEMENTE MASTELLA] Lo ha risentito Roberto Benigni? «A un anno esatto dal giorno in cui mi prese in braccio, mi è arrivato un sms da una persona vicinissima a lui, di cui non farò il nome. Ricordava i bei tempi e mi esprimeva solidarietà».
Andrea Scanzi, La Stampa, 16/2/2009
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[…] Non tutto è chiaro nella richiesta di Roberto Benigni (una partecipazione al festival di Sanremo, valutata 350 mila euro, in cambio dei diritti home video delle sue apparizioni in Rai), ma se le notizie che circolano sono vere ci troveremmo di fronte a un caso istituzionalmente molto grave. L’archivio di un servizio pubblico è da considerarsi a tutti gli effetti un bene comune, al pari di una biblioteca, di un sito archeologico, di una pinacoteca. […] La vita sarebbe bella se non passasse il lodo Benigni. Altrimenti, che senso ha pagare ancora il canone?
Aldo Grasso, Corriere della Sera, 16/2/2009
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Martedì prossimo si aprirà l’edizione 2009 del festival di Sanremo. […] Che Paolo Bonolis presentasse l’edizione di quest’anno non è una novità […], ma che Roberto Benigni non avesse ancora siglato il suo contratto (ancora ieri era così) a meno di 48 ore dalla «prima serata» novità lo è certamente. Nonostante questo, il comico toscano ci sarà. Martedì alle 22,30 è prevista la sua irruzione al teatro Ariston, e «sarà - assicurano fonti Rai - come sempre straordinaria di circa 20 minuti». Resta, però, - non è un dettaglio viste le cifre in gioco - da comprendere quanto costerà realmente alla Rai la sua partecipazione.
Il cda della Rai, infatti, con i consiglieri Giuliano Urbani che Marco Staderini, si è detto contrario a cedere i diritti di home video che l’attore ha chiesto, ma ancora ieri la Melampo e il manager Lucio Presta hanno lasciato intendere che l’intervento sanremese e la cessione dei diritti (valutati dalla direzione commerciale per 5 anni tra 1,5 e 2 milioni di euro) al comico toscano viaggiano sullo stesso treno. E se la Rai dovesse cedere, il costo reale di Benigni (il valore stimato per la sua presenza è di 350mila euro), allora, sarebbe davvero incalcolabile «non solo per la differenza tra il valore presunto e quello reale - ha spiegato ieri in una intervista a «La Stampa» Giuliano Urbani - ma anche per il precedente che si creerebbe, visto che poi tutti i grandi artisti potrebbero avanzare le stesse richieste». […]
Paolo Festuccia, La Stampa, 16/2/2009
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La vera bizzarria, nel caso di Roberto Benigni a Sanremo, non è che la Rai accetti di cedere parte del suo patrimonio pubblico per pagare l’ennesima incursione sanremese del comico toscano. Ma che oggi in Italia si consideri Benigni, e in particolare la sua lettura dantesca, come un supremo bene pubblico. E Carmelo Bene, invece, lui sì sommo artista della voce e poeta attoriale, interprete di Dante prima dei pentimenti di Gassman, delle didascalie di Sermonti e dei tratturi politici di Benigni, un opti