Notizie tratte da: Valeria Della Valle, Giuseppe Patota # Viva il congiuntivo! Come e quando usarlo senza sbagliare # Sperling & Kupfer 2009 # pp. 167, 15 euro., 7 aprile 2010
Notizie tratte da: Valeria Della Valle, Giuseppe Patota, Viva il congiuntivo! Come e quando usarlo senza sbagliare, Sperling & Kupfer 2009, pp
Notizie tratte da: Valeria Della Valle, Giuseppe Patota, Viva il congiuntivo! Come e quando usarlo senza sbagliare, Sperling & Kupfer 2009, pp. 167, 15 euro.
BOLLATI «Un congiuntivo di più e sei bollato come finocchio» (Piero, protagonista di Ovosodo di Paolo Virzì).
FACEBOOK Il gruppo Lottiamo contro la scomparsa del congiuntivo, creato su Facebook nel novembre 2007. Ha più di 93mila sostenitori.
CORSO Rinaldo Corso, che nel 1549 pubblicò a Venezia il manuale di grammatica Fondamenti del parlar toscano. Fu il primo a parlare di congiuntivo.
QUOTIDIANI Dal 1992 a oggi La Stampa, la Repubblica e Il Corriere della Sera hanno dedicato al congiuntivo dieci articoli all’anno. Nello stesso periodo hanno parlato 65 volte di veline, sette della teoria della relatività.
GOOGLE Digitando su Google «Penso che siano» si ottengono 1.643.500 risultati, scrivendo «Penso che sono» se ne ottengono 567.400 (test del 17 maggio 2009).
ERRORI I congiuntivi più sbagliati d’Italia: vadi, facci, dassi, stassi, tutti in testa a pari merito.
BOCCACCIO «Caro amico, ove che tu vadi, le tue lagrime mi bagneranno sempre il cuore» (Giovanni Boccaccio, Filocolo).
TOTO’ I congiuntivi di Antonio De Curtis: «Ma mi faccino il piacere» (Totò cerca casa, 1949); «Digli che ti dasse» (Totò cerca moglie, 1950); «Se ne vadino» (Totò e le donne, 1952); «Possino» (Totò a colori, 1952); «Mi permettino» (I tartassati, 1959); «Venghino» (Totò, Peppino e... La dolce vita, 1961); «Se ne vadi» (Il monaco di Monza, 1963) ecc.
FANTOZZI Il maggiore erede di Totò nell’uso del congiuntivo popolare è il ragionier Fantozzi. Tutti i verbi della seconda e terza coniugazione (che in italiano hanno le prime tre persone del congiuntivo presente in ”a) nel suo mondo finiscono in ”i.
SIMPSON Homer Simpson non ne sbaglia uno.
SCRITTORI Gli scrittori tendono a rispettare le regole. Nei loro libri l’assenza del congiuntivo è legata al desiderio di riprodurre la spontaneità della lingua parlata: «Entrambi facendo finta che non erano affatto rivali» (Antonio Tabucchi, Piccoli equivoci senza importanza, 1985); «Tutto è relativo, questo già lo si sapeva, meglio che guardo per terra» (Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991) ecc.
ORLANDO FURIOSO Casi di periodo ipotetico dell’irrealtà nel passato con imperfetto indicativo nell’Orlando Furioso: 32. Con congiuntivo e condizionale: 29.
REGOLE In italiano di solito l’indicativo segue verbi, nomi e aggettivi che esprimono certezza e obiettività. Il congiuntivo si usa se si parla di opinioni o sentimenti o dopo i verbi in terza persona che indicano apparenza. Si trova anche dopo espressioni impersonali formate dalla terza persona del verbo essere seguito da un aggettivo. Esempio: « normale che sia così».
REGOLE 2 Il congiuntivo è obbligatorio nelle frasi introdotte da: affinché; parole che esprimono un’eventualità (a condizione che, qualora ecc.); espressioni che introducono una frase che esprime un contrasto rispetto a quanto detto prima (benché, nonostante ecc.); congiunzioni che introducono una frase che indica un modo (come se, quasi che ecc.); parole che introducono una frase che indica un limite (a meno che, eccetto che ecc.).
IPOTESI L’ipotesi reale ha tutti i tempi dell’indicativo: «Se studierà, sarà promosso». Se l’ipotesi (possibile o irreale) si riferisce al presente, si usa il congiuntivo imperfetto nella frase condizione e il condizionale presente nella frase conseguenza. Esempio: «Se mi offrissero un buon lavoro, accetterei subito». Se l’ipotesi (possibile o irreale) è riferita al passato, si usa il congiuntivo trapassato nella frase condizione e il condizionale passato nella frase conseguenza. Esempio: «Se lo avessi detto, avresti sbagliato».
MODELLO UNICO La commissione di linguisti incaricata dal ministero delle Finanze che nel 2000 consigliò di ridurre i congiuntivi presenti nel Modello Unico per la dichiarazione dei redditi. Motivo: migliorarne la leggibilità e la comprensibilità.
MINISTRO Il ministro dell’Istruzione Francesco D’Onofrio che, in un’intervista al Tg2 il 23 settembre 1994, parlando della possibile soppressione dei licei dall’ordinamento scolastico, disse: «Vorrei che ne parliamo».
MINISTERO La campagna pubblicitaria sul trattamento di fine rapporto commissionata dalla Presidenza del Consiglio e dal ministero del Lavoro nell’estate 2007. Diceva: «Il vostro futuro può essere così… o così… oppure così… basta che vi decidete!».