Gabriele Romagnoli, Vanity Fair, n 13, 7 aprile 2010., 7 aprile 2010
Gillo Dorfles, centenario in incognito, censore del conformismo e dello stuzzicadenti, critico d’arte e di vita quotidiana, assediato dal kitsch, dai piumini viola, dalla cultura delle mezze calzette, dal presente che non passa più e infine, come tutti, dalla fatica di essere se stesso
Gillo Dorfles, centenario in incognito, censore del conformismo e dello stuzzicadenti, critico d’arte e di vita quotidiana, assediato dal kitsch, dai piumini viola, dalla cultura delle mezze calzette, dal presente che non passa più e infine, come tutti, dalla fatica di essere se stesso. «Lei che ne ha viste davvero di tutti i colori sostiene che quest’epoca è la peggiore, quella della decadenza terminale[...]» «Quel che io so per certo è che il peggioramento è stato costante e continuo. Le dico solo di ieri. Ero in Sicilia per una conferenza. Poi mi trovo al ristorante e ho al tavolo tre persone, tutte del mio ambiente e tutte e tre, non dico una ma tutte e tre, hanno pulito il piatto tenendo un pezzo di pane tra le dita. Ci vuole tanto ad infilarlo nella forchetta?»