LUIGI GRASSIA, La Stampa 7/4/2010, pagina 31, 7 aprile 2010
CACCIA ALLE SFERE DEI GIGANTI NELLE FORESTE DEL COSTA RICA
Nei confronti della ciarlataneria pseudo-scientifica gli scienziati veri hanno un livello di tolleranza variabile, che va dall’accettazione semi-rassegnata alla stroncatura a palle incatenate. John Hoopes è un professore americano dell’Università del Kansas, nonché massimo esperto delle misteriose sfere di pietra trovate a centinaia nelle foreste del Costa Rica, e, quando si tratta del suo argomento d’elezione, si identifica senza esitazioni con la seconda categoria, quella delle palle incatenate: a suo dire, «gli pseudoscienziati che trovano ampio spazio in televisioni, radio, riviste e pagine Web rendono un incredibile disservizio al pubblico, rappresentando in maniera falsata se stessi e lo stato attuale della conoscenza di questi oggetti»; le grandi sfere di pietra del Costa Rica - incalza Hoopes - sono affascinanti e misteriose di loro, «senza bisogno di tirare in ballo il continente perduto di Atlantide, gli extraterrestri o assurdi legami con i megaliti di Stonhenge e le statue dell’isola di Pasqua».
Le sfere del mistero sono centinaia (almeno 300 oggi note, più molte altre di cui si sono perse le tracce) e sono state scoperte, dimenticate e riscoperte più volte fra l’Ottocento e il decennio 1930; a partire dagli Anni 40 è stato avviato uno studio sistematico, che ha dato i suoi frutti in una pubblicazione dalla vasta risonanza internazionale nel 1963. Dopo di allora ci sono state numerose altre scoperte e nuovi rapporti scientifici hanno visto la luce, ma nel frattempo molto materiale è anche andato perduto, perché tantissime sfere sono state distrutte o spostate dai loro siti originari, e questo ha impedito di controllare le rilevazioni precedenti e di verificare l’eventuale significato della posizione delle pietre.
Alcuni di questi enigmatici oggetti hanno un diametro di pochi centimetri, e in questo caso rischiano di passare inosservati (chissà quante sferette sono state semplicemente buttate via a calci...), ma nella maggior parte dei casi le sfere sono massicce, e la più grossa tra quelle finora rinvenute arriva a due metri e 15 di larghezza e ha un peso valutabile in 16 tonnellate. La rotondità di molti di questi oggetti è quasi perfetta, a parte le rugosità, le incisioni e le scheggiature superficiali sopravvenute.
Le sfere vengono man mano trovate in una zona di foreste che viene gradualmente conquistata all’agricoltura nel Sud del Costa Rica; infatti la loro definitiva riscoperta negli Anni 30, dopo quelle incerte e revocabili del secolo precedente, avvenne quando la United Fruits, una multinazionale americana che adesso si chiama Chiquita, conquistò nuovi territori alla coltivazione delle banane e portò allo scoperta di questi enigmatici manufatti.
Ma chi ci dice che si tratti proprio di manufatti, e non di prodotti di forze naturali? C’è un’indicazione indiretta: non si conoscono processi spontanei che possano creare delle sfere di pietra così grosse e così perfette senza intervento umano. Ma c’è anche una prova diretta: parecchie sfere mostrano ancora i segni delle martellate con cui sono state sgrossate prima di essere smerigliate con procedure più fini.
Di che cosa sono fatte? Nella maggior parte di una roccia chiamata granodiorite, che appartiene alla famiglia dei graniti. Purtroppo molte persone sono state colte dalla curiosità di vedere che cosa si trovava all’interno (forse dei tesori nascosti dagli abitanti di Atlantide o magari dagli extraterrestri?) e così parecchie sfere sono state spaccate a martellate o distrutte con la dinamite per curiosarci dentro. Uno scempio inutile: non risulta che alcunché di prezioso sia mai stato rinvenuto (però come si fa a dire, magari qualche imbecille ha veramente trovato il tesoro nascosto e non l’ha detto a nessuno. Ma è un’eventualità da classificare come discretamente improbabile).
Purtroppo non soltanto i cretini conclamati, ma anche persone da cui sarebbe stato lecito aspettarsi un atteggiamento più razionale hanno contribuito allo sfacelo: parecchie sfere di pietra sono state spostate qua e là per ornare giardini pubblici, palazzi e università, non solo nel Costa Rica ma persino negli Stati Uniti (una bella fatica portarle fin là) e con questo è stata cancellata molta della loro capacità di fornire informazioni, che per una pietra è data soprattutto dalla posizione in cui si trovava in origine. Osservando le molte sfere che si trovano ancora dov’erano, si nota che di solito sono poste lungo linee rette o curve, ma senza un senso che possiamo discernere; non ha trovato conferma l’ipotesi che queste linee puntassero verso Stonhenge o l’isola di Pasqua, né che riproducessero costellazioni celesti; si è solo identificata una fila di sfere orientate verso la stella polare, e questo è tutto.
Ma quanto sono vecchie, e chi le ha fatte? Trattandosi di materiali inorganici, non è possibile la classica prova del carbonio 14, quindi non resta che datare le sfere sulla base dei materiali archeologici rinvenuti vicino (se si ha la fortuna di trovarne). Ebbene, risulta che le più antiche risalgono al 200 avanti Cristo e le più recenti al 1000 dopo Cristo e oltre. Potrebbero essere più vecchie ed essere state trasportate successivamente nei siti archeologici, ma non c’è modo di dimostrarlo. E quali materiali identificabili ci sono in questi siti? Gli archeologi vi trovano il marchio di fabbrica dei popoli di lingua Chibchan, che hanno perso l’identità culturale dopo la conquista spagnola nel Cinquecento.
Non sono rimasti testi scritti né tradizioni orali a spiegare che cosa mai volessero essere quelle sferone di pietra. E a meno che non venga giù un extraterrestre a svelarcelo (lasciando di sasso quegli scetticoni degli scienziati) è quasi sicuro che il mistero resterà tale per sempre.