Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 06 Martedì calendario

I PROFETI DEL POST-CARTA

«Molti di quelli che oggi parlano dei libri elettronici sentono alla fine il bisogno di ribadire che " però sono diversi dai libri di carta". come se all’invenzione dell’automobile avessimo commentato che i cavalli erano un’altra cosa ». Sta qui, in questo strano inghippo men-tale, una delle principali difficoltà a parlare con tranquillità degli e-book, senza farsi prendere da toni apocalittici. La frase chiude il saggio di Francesco M. Cataluccio,
Che fine faranno i libri? ( in libreria da giovedì per i tipi di nottetempo, pagg. 98, 5,00), dirigente editoriale di lungo corso (da Bollati Boringhieri a Bruno Mondadori), che sa, invece, di cosa si parla quando si analizzano i mutamenti in atto – o già avvenuti – lungo tutta la filiera produttiva del libro.
E che tratta dell’argomento con pacatezza e senza allarmismi ma, semplicemente, descrivendo ciò che avverrà a breve o che è già successo. Qualche giorno fa aveva trattato con la consueta chiarezza l’argomento Gian Arturo Ferrari, ex boss di Mondadorie oggi presidente del Centro per il Libro e la Lettura. «Ci sono pochi dubbi sul fatto che l’e-book finirà per vincere» ha scritto in occasione della festa del libro di Roma «Libri come». Per due motivi: di contenuto («l’ebook diventerà il mezzo elettivo per ogni forma di apprendimento, da quello elementare a quello più sofisticato») e, soprattutto, economico: «tutti i costi legati alla consistenza fisica dei libri nell’e-book scompariranno. Dunque non solo la carta, la stampa e la legatura, ma anche il costo dell’invenduto – un enorme peso – e tutti i costi commerciali legati alla veste fisica, dai trasporti agli affitti delle librerie. Di conseguenza il prezzo dei libri dovrebbe all’incirca dimezzarsi».Ecco: più di tutte le questioni filosofiche saranno forse gli argomenti economici i decisivi da toccare.Cataluccio,dal canto suo,non si nasconde che cosa comporta il passaggio all’ebook. Quello che resterà ”in un futuro quanto prossimo nessuno lo può dire, ma la storia della tecnologia recente ci dice che il cambiamento di modalità tra Internet, poi Google, poi, Facebook, poi YouTube in questi anni si fa sempre più spasmodico ”dell’editoria tradizionale è poco, e quel poco sarà diverso da come è ora. A partire dal concetto stesso di autore e di editore (con ampie ripercussioni sulla nozione di copyright, già debole oggi). Resteranno probabilmente i traduttori, ci sarà bisogno di redattori di casa editrice e di impaginatori, i grafici perderanno il controllo sulle copertine, gli stampatori e i promotori hanno ben poche speranze, infine i librai (già assediati dalle librerie online), che dureranno per il tempo della coabitazione cartadigitale e poi dovranno fare qualcosa d’altro.
L’editoria libraria è in salute e funziona benissimo, sia chiaro. Ma tutti gli editori tradizionali si stanno riposizionando, in vista del cambio delle abitudini di lettura. Il tema dei «libri sulla morte del libro», anzi, sta diventando un vero e proprio filone editoriale. Con perle vere, come la raccolta di saggi di Robert Darnton (apparsi perlopiù sulla «New York Reviews of Books»), bibliotecario di Harvard e noto, negli Stati Uniti, per le sue battaglie, non solo virtuali, contro il progetto di digitalizzazione di Google Books. Il suo The Case for Books è spassoso e approfondito, a partire dal ricordo di come le polemiche sulla morte del libri siano connaturate alla loro stessa nascita:l’umanista Niccolò Perotti, per esempio, si lamentava contro le innovazioni giunte dalla Germania, quando un certo Gutenberg inventò la stampa...
Il tempo dei libri e della lettura come l’abbiamo conosciuta è finito. Un altro ne sorgerà e fra (non) molti anni queste polemiche ci sembreranno completamente estranee. La reazione del lettore-consumatore, cinicamente, è sempre la stessa: se un’innovazione gli permette di risparmiare (tempo, fatica, denaro), la premierà, senza tenere conto di chi ci perde. Provate a chiedere in giro se qualcuno ha nostalgia delle macchine per scrivere. O delle carrozze a cavalli.