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 2010  aprile 06 Martedì calendario

IL GOLF FESTEGGIA IL RITORNO DI TIGER

Il ritorno di Tiger. Obiettivo: business as usual. In altre parole, che il futuro sia come il passato pre-idrante. Che tutto torni a com’era prima che Tiger Woods - e il golf - andassero a sbattere contro l’idrante fuori di casa sua, e il mondo scoprisse lo sterminato numero di relazioni sessuali ed extramatrimoniali in cui era coinvolto.
Ieri ad Augusta, in Georgia, dove il campione ha ribadito in conferenza stampa quanto è dispiaciuto per gli errori commessi, a sperarlo non erano solo Tiger e i suoi fan che lo hanno ammirato mentre si allenava in vista del Master al via giovedì. Ma l’intero mondo del golf. Persino i suoi rivali. Perché anche per loro, non potrebbe esserci un peggiore scenario di quello che si è prospettato negli ultimi mesi: il golf senza Tiger. Le maggiori probabilità di vittoria sul campo non potrebbero infatti in alcun modo compensare le perdite fuori. Bastano alcune cifre per rendersene conto: nel 1996, l’ultimo anno "avanti Tiger", cioè prima che Woods vincesse il primo importante torneo, in America c’erano solo 9 golfisti che annualmente guadagnavano più di un milione di dollari. L’anno scorso sono stati 91, alcuni dei quali non hanno vinto neppure un singolo torneo. Ma hanno comunque goduto dell’esplosione delle entrate dovute all’effetto Woods.
Ancora più drammatico l’impatto per i network televisivi e i grandi inserzionisti. Uno spot di 30 secondi mandato in onda durante uno dei grandi tornei - i cosiddetti major - costa 350mila dollari senza e 500mila con Woods. E la differenza in termini di audience, tra un final round con o senza Tiger è stimata attorno al 60 per cento.
Due professori della School of Management della University of California di Davis si sono cimentati nel calcolo delle perdite che lo scandalo ha causato in Borsa alle aziende legate a quello che fino al novembre scorso era di gran lunga l’atleta più pagato del mondo.L’andamento dei titoli di otto grandi aziende con legami commerciali con Woods è stato paragonato a quello delle azioni dei concorrenti. Conclusione: hanno perso 12 miliardi di dollari.
Le probabilità che il business del golf torni a essere quello che era prima dipendono quasi esclusivamente dalla performance di Tiger. Se tornerà a dominare, gli analisti si aspettano che tutto sarà dimenticato.
C’è un precedente che lo conferma. Quello del giocatore di basket Kobe Bryant. Nel 2003 una fan diciannovenne accusò la star dei Los Angeles Lakers di averla stuprata. Finì con un pagamento extragiudiziario, ma vari sponsor, incluso McDonald’s e Ferrero, decisero di abbandonarlo. Ma Kobe ha continuato a brillare e a vincere sul campo di basket e sei anni dopo, con un reddito annuale stimato attorno ai 45 milioni di dollari, ha affiancato Michael Jordan nell’elenco degli atleti più pagati del mondo tenuto della rivista Forbes.