GIAMPIERO MARTINOTTI, la Repubblica 6/4/2010, 6 aprile 2010
SARKOZY GRIDA AL COMPLOTTO "SOLO GOSSIP LA CRISI CON CARL"
Parigi - Un «complotto» per destabilizzare Nicolas Sarkozy, una manovra dietro la quale potrebbero nascondersi interessi finanziari internazionali: tutto ciò, secondo l´Eliseo, potrebbe essere all´origine delle voci sulle corna e i dissapori tra il capo dello Stato e la moglie, Carla Bruni. Una storia che gli interessati non hanno ancora digerito e che tentano adesso di chiarire anche attraverso un´inchiesta giudiziaria.
Sarkozy non ha intenzione di mollare, come non ha mollato nel perseguire l´ex primo ministro e suo rivale all´interno del partito Dominique de Villepin, sospettato di averlo calunniato nell´affare Clearstream ma assolto in primo grado. Adesso, sono i pettegolezzi dei salotti parigini a trasformarsi in un affare di Stato: «Facciamo di questa ignominia un casus belli - ha detto il consigliere per la comunicazione, Pierre Charon, molto vicino ai Sarkozy - Vogliamo andare fino in fondo, perché una cosa del genere non si ripeta mai più. Come si usa dire, la paura deve cambiare campo».
Tutto è cominciato tra l´8 e il 9 marzo, quando su Twitter comincia a circolare una voce: la Bruni avrebbe una storia con il cantante Benjamin Biolay, il presidente con la sottosegretaria all´Ecologia, Chantal Jouanno. Potrebbe restare una delle tante "bufale" che circolano sulla rete, ma un blog la rilancia sul sito del Journal du Dimanche (Jdd). Quel blog sarà cancellato nel giro di qualche ora, ma la notizia fa il giro del mondo, proprio perché ospitata dal Jdd. Seguono smentite indignate (la stessa Bruni a una tv britannica), ma il male è fatto: l´idea delle corna reciproche in casa Sarkozy è diventato un tema di discussione planetario. I due responsabili della pubblicazione sul sito del Jdd vengono licenziati, il direttore del giornale si scusa per iscritto con il capo dello Stato, ma a Sarkozy non basta. E il Jdd (proprietà di Arnaud Lagardère, amico del presidente) decide di sporgere denuncia per «introduzione fraudolenta di dati» nel suo sistema informatico.
Un´iniziativa che non è piaciuta al sindacato dei giornalisti, preoccupato per le pressioni del presidente sulla testata. In un comunicato la redazione ha espresso «indignazione e collera» per il «tono minaccioso e inquisitore» del consigliere presidenziale.
A indagare sull´intera sarà un uomo fidato per il presidente, il procuratore capo di Parigi, Jean-Claude Marin, che ha chiesto invano la condanna di Villepin e che è stato appena promosso, con decreto presidenziale, commendatore della Legion d´Onore. Tra le sue ipotesi di lavoro ci sarà anche quella del complotto.
Il primo a parlarne, anonimamente, è stato un ministro: «Il fatto che queste voci siano state rilanciate dalla stampa in Gran Bretagna, Germania e Svizzera può far pensare a un complotto nel momento in cui la Francia si appresta, nel 2011, a prendere la guida del g20». Una tesi condivisa dall´Eliseo: «Adesso vedremo se non c´è una specie di complotto organizzato, con dei movimenti finanziari, perché no», ha detto Charon. Si dice che lo stesso Sarkozy pensi di essere oggetto di un tentativo di destabilizzazione e per questo l´Eliseo avrebbe deciso la linea dura: «E´ per dire che adesso basta con le schiocchezze da parte di chi diffonde queste voci», aggiunge Charron.
Tra chi mette in giro le voci, secondo il giornale satirico Canard enchané, ci sarebbe anche Rachida Dati, ex Guardasigilli, un tempo simbolo della nuova èra sarkozyana e oggi caduta in disgrazia. Sarkozy le avrebbe fatto togliere auto e scorta anche per questo motivo. L´eurodeputata ha pubblicato un comunicato per smentire seccamente e minacciare querele a chi sostiene questa ipotesi.
Ma secondo Le Monde, Sarkozy «non sopporta più» la Dati, vittima collaterale di questo affare. Fin qui, tuttavia, saremmo solo nei pettegolezzi di Palazzo. Più difficile credere che la finanza internazionale si sia messa a complottare contro Sarkozy, alfiere autoproclamato della regolazione finanziaria, mettendo in giro storie di corna.