Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 06 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BOGHETTA

UGO"

Lavoro fatto da Ugo Boghetta (Rifondazione) per sbarcare il lunario: «Conciatore per la Romagna Pelli. Fortuna che sono entrato alle Fs» (Luca Telese, Sette, 02/04/1998).

L’unico che non ha reso nota la sua dichiarazione dei redditi è stato il rifondatore Ugo Boghetta: «Non lo faccio dal 1985, quando ero consigliere comunale a Bologna. Mi ero accorto che io, ferroviere, risultavo più ricco di molti dentisti, avvocati e notai, e, leggendo i redditi dei miei colleghi, vedo che la situazione non è cambiata. Quindi ho detto basta, non mi sembra il caso di essere preso in giro» (Barbara Jerkov, la Repubblica 17/12/1998; Maria Grazia Bruzzone, La Stampa 17/12/1998; Massimiliano Lussana, il Giornale 17/12/1998)

Che cosa c’entra l’esperienza del movimento operaio con il consiglio di amministrazione delle Fs? C’entra, c’entra. La «questione morale» sollevata da Giordano non fa che avallare autorevolmente il j’accuse di un esponente di Rifondazione, Ugo Boghetta, che del partito neocomunista è il responsabile trasporti. E che cosa lamenta il signor Boghetta? «Che in tutti i rinnovi ai vertici degli enti e delle aziende pubbliche, Rifondazione è sistematicamente esclusa. E questo nonostante noi facciamo proposte». Ad esempio per le Fs Rifondazione aveva candidato proprio Boghetta». In effetti Boghetta, deputato non rieletto, già vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, è un ex ferroviere: di treni, lui, se ne intende. E in cuor suo se ne intende senz’altro più dell’economista Paolo Baratta e del funzionario del Tesoro Stefano Scalera. Ma con chi proprio non c’era gara - sostiene - è con Clemente Carta: «Un consigliere comunale Udc, per di più messo lì da Berlusconi, che è stato riconfermato». Poi ci sono il presidente Innocenzo Cipolletta «che è di Confindustria» e l’amministratore delegato Moretti «che lo sanno tutti che è del Partito democratico». Insomma, uno scandalo. Naturalmente non per la mancata partecipazione al banchetto del ferroviere con curriculum, ma perché «sono scelte che incidono pesantemente, per noi significa star fuori dalla politica ferroviaria su materie come il trasporto pubblico locale o la Tav: vuol dire che siamo esclusi da un pezzo importante della politica». Ma non basta. Il solerte Boghetta ci ricorda che all’Enav hanno nominato uno del Pdci e uno della Margherita, alle autorità portuali un Dl e un Ds, all’Anas due uomini del ministro Di Pietro, alla Cassa Depositi e prestiti Verdi e Pdci (Teodoro Chiarelli, La Stampa 4/5/2007)

Ferrovie. All’assemblea del 27 aprile l’azionista Tesoro ha infatti riconfermato il presidente Innocenzo Cipolletta e l’ad Mauro Moretti, assieme al consigliere uscente Clemente Carta. «Consiglio troppo sbilanciato a destra - denuncia il responsabile trasporti del Prc Ugo Boghetta e a sua volta candidato in pectore in quota Rifondazione -. Il primo è uomo di Confindustria, il secondo è un ds con un lungo passato nel gruppo, e quindi non è nemmeno esente da una certa quota di responsabilità, il terzo è addirittura un consigliere Udc nominato da Berlusconi!». Nemmeno le new entry, il dirigente del Tesoro Stefano Scalera, e un ex ministro dei governi Amato, Ciampi e Dini come Paolo Baratta soddisfano Giordano e C. «Cosa c’entrano questi con le Ferrovie? Prima di decidere queste nomine - spiega Boghetta - il Parlamento doveva discutere il piano d’impresa, non lasciarlo nelle mani di Moretti e del Tesoro» (Paolo Baroni, La Stampa 4/5/2007).