Stefano Caselli, Il Fatto Quotidiano 6/4/2010;, 6 aprile 2010
”TUTTI GLI ERRORI DEL CASO CLAPS OMERT FACILONERIA E TEMPO PERSO” (*
per vedere domande e risposte aprire il frammento) - C’è spesso una quota di
omertà e reticenza intorno
ai gravi casi di cronaca
nera. Ma la vicenda di Elisa
Claps sembra davvero andare
oltre. Elisa aveva sedici anni,
è stata uccisa (probabilmente
dopo un tentativo di violenza
sessuale) nel sottotetto della
chiesa della SS. Trinità di Potenza
e lì il suo corpo è rimasto per
17 anni senza che nessuno – in -
credibilmente – se ne sia mai
accorto o abbia denunciato il
fatto. Da sempre l’indiziato numero
uno è l’allora ventunenne
Danilo Restivo, anni dopo accusato
dell’omicidio di un’a l t ra
donna in Inghilterra, dove da
anni risiede. Ne abbiamo parlato
con Federica Sciarelli, conduttrice
di ”Chi l’ha visto”, programma
che del caso Claps non
ha mai smesso di occuparsi.
Federica Sciarelli, è corretto
dire che nella vicenda di Elisa
Claps c’è stata un’omer tà
fuori dal comune?
Penso di sì. Faccio un esempio:
nel giugno 2004 Restivo viene
coinvolto nelle indagini
sull’omicidio di Heater Barnett,
che al momento del ritrovamento
del cadavere stringeva
tra le mani una ciocca di capelli
non suoi. Staccare con un
taglierino ciocche di capelli alle
ragazze era un ”vizietto” co -
nosciuto di Restivo. Noi ci siamo
messi in contatto con la polizia
del Dorset, che tramite la
nostra trasmissione ha lanciato
un appello affinché tutte le ragazze
in passato vittime di questa
molestia denunciassero
l’accaduto. Bene, sono arrivate
molte telefonate, ma noi
quell’appello lo facevamo da
anni e di chiamate ne era arrivata
una soltanto. Io temo che
nessuno si fidasse di Potenza,
perché è bastato un invito da
fuori a smuovere di più le acque.
E poi, a distanza di 17 anni,
c’è ancora gente che rilascia interviste
con il volto oscurato.
Mi chiedo di cosa abbiano paura.
Rispondono di non essere
’omer tosi”, ma ”riser vati”.
Dunque ha ragione la famiglia
Claps, le indagini sono
state fatte poco e male?
Sicuramente sono stati fatti due
errori madornali: nessuno ha
mai pensato di acquisire i tabulati
telefonici. Sappiamo che
quel 12 settembre del 1993 arrivano
due telefonate a casa Restivo
cui risponde il padre di
Danilo. Chi abbia telefonato e
che cosa abbia detto non è mai
stato scoperto. E ancora, Restivo
aveva delle macchie di sangue
sul giubbotto che forse
non sono state analizzate come
avrebbero dovuto. chiaro che
la posizione di Restivo – a n ch e
se non spetta a noi fare processi
’ è più che sospetta, da sempre.
Quest’uomo mente da 17
anni ed è stato anche condannato
a Potenza per falsa testimonianza.
L’ultima bugia è
emersa dopo il ritrovamento
del corpo. Ha sempre detto di
aver visto Elisa per l’ultima volta
uscire dalla chiesa. Ma da
quella chiesa, ora lo sappiamo,
Elisa non è mai uscita. E che fosse
un tipo quanto meno strano
era noto. Questa persona doveva
essere curata, invece è stato
libero di muoversi per l’Italia
(dove è stato coinvolto in altri
episodi sospetti) fino all’accu -
sa di essere l’assassino della sua
vicina di casa a Bournemouth.
Allora, o Restivo è particolarmente
sfortunato e si trova
sempre al posto sbagliato nel
momento sbagliato, oppure
qualcosa non torna.
Addirittura pare che l’attua -
le viceparroco della SS. Trinità
avesse scoperto il corpo
settimane prima del ritrovamento
ufficiale…
Questa è una vicenda francamente
incredibile, che ha ferito
molto la famiglia. Già è straziante
pensare che il corpo di
Elisa sia stato per tutto questo
tempo nel sottotetto della chiechiesa
senza che nessuno se ne accorgesse;
che poi un sacerdote
possa aver scoperto i resti senza
dire niente a nessuno è davvero
difficile da mandare giù.
Comunque è una questione delicata,
allo stato degli atti non
sappiamo se don Vagno si sia inventato
tutto o se il suo comportamento
sia dettato da altre
cause.
Cosa ha ferito di più Filomena,
la madre di Elisa?
Sicuramente la superficialità,
secondo la famiglia, con cui sono
state condotte le indagini.
Per anni, oltre a quella dell’omi -
cidio, è stata battuta anche la
pista dall’allontanamento volontario.
E invece Elisa era lì, a
pochi passi da casa. Spesso Filomena
ci ha raccontato che,
entrando in quella chiesa, aveva i brividi, come se sapesse
che sua figlia da lì non era mai
uscita, uccisa e occultata in un
luogo sacro. Troppo per lei,
donna di fede. A Pasqua non è
andata a messa e i funerali di Elisa
saranno all’aperto: ”Mia figlia
’ dice – in chiesa c’è già stata
per troppo tempo”.
’Chi l’ha visto” è anche un
programma di cronaca giudiziaria,
che spesso parla di
intercettazioni telefoniche.
Se non fosse più possibile ai
giornalisti parlarne?
Parliamo di intercettazioni perché
è il nostro mestiere. Con le
limitazioni al diritto di cronaca
paventate dalla riforma della
Giustizia sarebbe impossibile,
per esempio, parlare del caso
di Denise Pipitone.
E gli ultimi sviluppi sulla vicenda
di Emanuela Orlandi sono
stati svelati grazie a un’intercet -
tazione telefonica. Insomma,
chiuderemmo.