Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 4/4/2010, pagina 88, 4 aprile 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
4 novembre 1878
Un mito in landò
Nel 1878 l’Italia ha un Vate. Leopardi e Manzoni non arrivano al ruolo per ragioni diverse. Il solo a cantare la bellezza e grandezza della Patria è un professore di Bologna, Giosuè Carducci. Tra i suoi ammiratori c’è la donna più affascinante del Regno: Margherita, la regina. Carducci è fieramente repubblicano, ma quando Margherita va in visita a Bologna vuole assolutamente conoscerlo, lo riceve e lo incanta. Gli occhi azzurri, i capelli biondi, il sorriso gentile, i modi affabili travolgono il poeta che le dedica l’«Ode all’eterno femminino regale». Viene invitato a Gressoney, in Val d’Aosta. Il professore s’inchina e sale tra le dentate e scintillanti vette. La sua ammirazione non ha più limiti, la regina non solo è una deliziosa conversatrice, ma è intelligentissima e ha capito le sue «Odi Barbare» ben meglio di tanti critici. Dopo il colloquio ridiscende ormai convinto: l’Unità d’Italia, malgrado gli argomenti dei suoi amici repubblicani, non si poteva realizzare senza Casa Savoia.
La conversione del Vate fa scandalo, ma non stupisce. Si calcola che oltre duecento tra poeti e romanzieri abbiano dedicato versi e prose all’«Aquilotta». Di madre tedesca, il padre è però il duca di Genova e quindi la giovane donna può dirsi Savoia due volte quando sposa suo cugino, il principe ereditario Umberto, nel 1868. Tra i due non c’è amore ma grande stima e rispetto. Lui è un soldato con interessi da soldato; lei adora le feste, i tornei in costume, e ha una passione per la cultura di cui non resta traccia nelle lettere private, piene di svarioni e sgrammaticature. Che la regina delle pubbliche relazioni la dia da bere a tutti? Quando muore Vittorio Emanuele II e suo marito diventa Umberto I, trasforma il Quirinale in un ambito centro intellettuale. L’ex primo ministro Minghetti le insegna il latino, il romanziere cattolico Fogazzaro è di casa (non lo scandaloso D’Annunzio). Non fa politica, non ha influenza sul re buono (...a nulla, dice una malalingua). religiosissima, il suo gran cruccio è l’insanabile dissidio con il Vaticano. Fa molta beneficenza, accorre ovunque ci siano terremoti o inondazioni, il popolo la venera come solo avverrà ai giorni nostri con Lady Diana.
una leggenda, un mito. Quando le uccidono il marito nell’attentato di Monza cede il passo alla nuova regina Elena e dopo il lutto riapre casa in una villa romana. Ha qualche dubbio circa l’entrata in guerra nel 1915, ma poi prevale l’«Avanti Savoia», la Patria. Lascerà Gressoney, si stabilirà in una villa a Bordighera. Riceverà i Quadrumviri che preparano il colpo di stato fascista e si stupirà che il rozzo tribuno Mussolini abbia con lei modi da perfetto gentleman. Morirà rimpianta da molti italiani (4 gennaio 1926).