Massimo Gramellini, La Stampa 4/4/2010, pagina 30, 4 aprile 2010
LETTERA A GRAMELLINI
Quando è lecito spezzare il cordone ombelicale con un figlio? Quali sono i limiti di prevaricazione che un genitore deve sopportare? Ho sposato l’estate scorsa quello che pensavo fosse l’uomo della vita. Quando ci siamo trovati, stavo uscendo faticosamente da un matrimonio di passione con un ragazzo cubano, finito dopo soli cinque anni e due bambini per divergenze insanabili. Lui invece era vedovo da tre anni della moglie rimasta al suo fianco per 35, e con tre figli adulti.
La nostra storia sembra problematica, ma niente ci ferma. Né i quasi vent’anni di differenza, né la distanza (300 km). I suoi figli fin da subito mostrano rifiuto netto nei miei confronti. Lui decide di separare la vita con loro dai fine settimana che trascorre con me. L’estate scorsa, ottenuto il divorzio, accetto di sposarlo. I miei figli mi portano all’altare gli anelli, raggianti. I suoi non ci sono perché in tutti questi anni hanno continuato a rifiutarmi. L’odio inizialmente è sacrosanta diffidenza verso una donna più giovane con due bambini che forse ha delle mire economiche. A questo ho risposto mantenendo sempre il mio lavoro e provvedendo da sola ai miei figli. Rinuncio volontariamente a una gravidanza perché leggo nei suoi occhi il terrore di affrontarla, ed è un peso che mi porterò per sempre.
Pare che questo basti perché io diventi «una brava persona che fa stare bene babbo», ma ugualmente non se la sentono di avere un rapporto con me perché hanno perso la mamma... Questo status di non-accettazione ma «nulla-di-personale-contro-di-te» prosegue fino a quando la figlia maggiore butta fuori con il padre il suo vero pensiero. Ed è un pensiero di odio profondo, che mi descrive come una finta scema e calcolatrice, che trascura il padre perché deve lavorare (ma se si facesse mantenere sarebbe un’opportunista), che non è la compagna adatta a lui, falsa e cortese, che ha sicuramente qualche mira segreta e moralmente discutibile perché ha avuto due figli di pelle scura da uno straniero!
Dopo questa sparata, mio marito decide di interrompere i rapporti con le figlie. Con il figlio minore ha una specie di chiarimento, in seguito al quale lui si dissocia dai pensieri delle sorelle e mi scrive per farmelo sapere, ribadendo comunque che non si sente pronto per avere un rapporto con me. Mio marito resiste poche settimane senza parlare con le figlie (non so come facciano: lavorano insieme), poi ricomincia come prima. Oggi siamo alle solite: lui trascorre giorni con loro in settimana, va a cena da loro come fossero una vera famiglia. nato un altro nipotino e non hanno risposto al mio sms di congratulazioni, non me l’hanno nemmeno fatto vedere.
Pur disapprovandoli, lui non può rinunciare ai suoi figli. Figli non bambini, ma due donne di 40 e 36 anni e un uomo di 29. Mi sembra di aver concesso a tutti abbastanza tempo per venire a patti con i fantasmi. Vorrei da parte sua un gesto concreto, che dimostrasse che non accettando me, non avrebbero nemmeno lui. Vorrei che gli dicesse in faccia che sono degli egoisti, viziati, ridicolmente gelosi. Vorrei che li buttasse fuori dalla ditta che ha fondato e dove tutti mangiano abbondantemente (tranne la sottoscritta) e dove si sono messi a guardia temendo che io possa metterci piede (cosa a cui non ho mai anelato).
Ma nulla di tutto questo - a parte qualche debole tentativo per lettera, bellamente ignorato - è arrivato da parte di mio marito. In nome della pace familiare, del fatto che devo stare tranquilla, perché lui è con me (quando non è con loro...). Mi sento una moglie part-time, senza diritti, stima e riconoscimenti. A questo punto mi chiedo: ma perché mi ha sposato?
LUDOVICA
Perché ti ama, immagino. Però si sente in colpa nei confronti dei suoi figli. Vuole te senza perdere loro. Vuole loro senza perdere te. E come ha pensato di risolvere il problema? Semplice: rimuovendolo. E cercando di tenervi buoni tutti. Moglie e figli. A te dice: stai tranquilla, sono tuo marito. A loro dirà: state tranquilli, sono vostro padre. E avanti così, una settimana dopo l’altra, rinviando la soluzione. Anche se ho il sospetto che una soluzione vera e propria non ci sia. Nemmeno se lui decidesse seriamente di trovarla, obbligandoli a venire a patti con la loro cocciutaggine e a trovare un modus vivendi con te.
I figli sono sempre un po’ egoisti, e i figli orfani di mamma ancora di più. Al fianco del padre possono sopportare solo una donna che assomigli alla madre morta. O che almeno ne condivida il carattere e l’età. Una matrigna di vent’anni più giovane, e con dei bambini piccoli, è una sfida improba. A volte succede il miracolo. Ma più spesso non succede. E l’uomo che si trova in mezzo ai due fuochi finisce quasi sempre per comportarsi come tuo marito. Il simbolo del nostro sesso non è il Gladiatore (come vorremmo farvi credere), ma il Temporeggiatore: quel condottiero romano che sconfisse Annibale senza mai dargli battaglia, procrastinando di continuo lo scontro.
Temo che dovrai prendere (o lasciare) il tuo condottiero così com’è, figli nemici compresi. Certo, alla lunga potresti costringerlo a compiere qualche passo risoluto, ma qualunque risultato ottenessi, si tratterebbe sempre e soltanto di un armistizio di facciata, di una tregua posticcia e formale fra contendenti che si detestano. D’altronde non puoi pretendere che lui interrompa i rapporti con loro per amor tuo. Un padre! Con due figlie femmine! In Italia!
Se lo ami ancora, e ne hai la forza, rassegnati all’idea di doverlo dividere con persone che non ti accetteranno mai, ma che per fortuna non abitano sotto il tuo stesso tetto. più facile averla vinta su un’amante che su una figlia.