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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

IL POTERE DEL SENATR NEL GIOCO FINANZIARIO

Dopo la vittoria della Lega in Veneto e in Piemonte è stato messo in discussione l’equilibrio dell’intero sistema economico del quadrilatero del Nord. Il partito di Umberto Bossi, con due presidenti di Regione, Roberto Cota e Luca Zaia, ha un peso maggiore nell’establishment della finanza e dell’industria: dalle banche alle società energetiche, dall’Expo di Milano alla rete autostradale. Con una rosa di personalità che vanno da un ormai storico ex consigliere dell’Eni, Dario Fruscio, decano del sottogoverno leghista, ancora attivo nella partita energetica, fino a Massimo Ponzellini, da poco presidente della Popolare di Milano e anello di congiunzione tra il postdemocristianismo di area Prodi e la nuova stagione della Lega e di Giulio Tremonti.
La partita più delicata è quella che si giocherà dentro le fondazioni bancarie. Giancarlo Giorgetti, segretario nazionale del Carroccio e presidente della commissione Bilancio della Camera, lo ha capito. Giorgetti è il referente economico della Lega. Ha un ottimo rapporto con il ministro dell’Economia. E proprio con il capo del Tesoro, Giorgetti ha stretto un patto d’acciaio per ridare alle fondazioni di origine bancaria il ruolo naturale dell’espressione del territorio. Così, più la Lega avanza e più il partito Cota-Zaia avrà peso all’interno delle realtà economiche del Nord d’Italia.
Vediamo come muterà l’equilibrio dentro le fondazioni bancarie. La fondazione Cariverona è il secondo azionista di Unicredit con quasi il 5 per cento del capitale. Il consiglio generale di Cariverona, può contare su almeno sette membri espressione del Carroccio: quattro li nomina direttamente il sindaco di Verona Flavio Tosi, uno il presidente della provincia di Vicenza Attilio Schneck, uno il sindaco di Legnano Roberto Rettondini e un altro il primo cittadino di Feltre Gianvito Vaccari. Tutti leghisti di ferro. Spesso la partita finanziaria si intreccia con quella industriale. Per esempio Schneck oltre a ricoprire la carica di presidente della provincia di Vicenza è anche il capo della società autostradale Brescia-Padova. Contattato dal Riformista Schneck spiega che la Lega, a differenza degli altri partiti, non è interessata alla lottizzazione politica: «Non è che ora, con la vittoria del Carroccio al Nord - dice il presidente - andiamo a occupare le poltrone dentro le fondazioni. Noi portiamo dei candidati che sono l’espressione dell’indirizzo politico del territorio». Comunque Schneck non nasconde che il referente numero uno della Lega nell’elité economica del settentrione d’Italia è Giorgetti: nel Nord le decisioni, le nomine, le scelta strategiche e gli investimenti proposti dalla Lega passano attraverso lui.
Giorgetti conosce bene queste dinamiche e sa che oggi il popolo verde, grazie alla forza capillare sul territorio, può esercitare un certo peso dentro aziende e banche. Dentro Unicredit non c’è solo Cariverona, c’è anche la Cassa di risparmio di Torino: qui la Lega potrà nominare la metà dei consiglieri (12 su 24). E le due fondazioni sommate fanno circa il 9 per cento della gruppo bancario di Alessandro Profumo: la maggioranza relativa. Non è casuale la dichiarazione di ieri del neo presidente del Veneto Zaia: Unicredit deve lasciare autonomia alle presenze locali secondo un modello di «banca federale».
Un’altra partita importante del risiko bancario Bossi la giocherà dentro Intesa Sanpaolo. A breve c’è il rinnovo della fondazione Cariplo, azionista di Intesa con circa il 4,7 per cento del capitale: il presidente della fondazione Giuseppe Guzzetti scadrà nel 2013, ma già il prossimo maggio si andrà al ricambio dei sei componenti del consiglio di amministrazione. La fondazione Compagnia San Paolo, pesa in maggior misura dentro la banca presieduta da Giovanni Bazoli: la Compagnia possiede quasi il dieci per cento delle quote e qui Cota potrà nominare almeno due componenti.
Poi ci sono tutte le altre partite industriali. Oltre alla società autostradale Brescia-Padova (si sta investendo molto per la Valdastico Nord e Sud), c’è la Brebemi e la Pedemontana. Giorgetti avrebbe assicurato tutti gli amministratori leghisti garantendo il mantenimento della maggioranza pubblica in queste società. Oltre alle infrastrutture viarie, ci sono quelle idriche ed elettriche. Il presidente della società delle Acque Veronesi, Guido Cuzzolin, gode della stima di Flavio Tosi e Luca Zaia. C’è anche chi dice che con il Veneto in mano all’onda verde per Cuzzolin si aprirebbero strade «più importanti». Sul fronte degli aeroporti la Lega potrà pesare nel Cda di Sagat, la società che gestisce lo scalo di Torino, mentre per quanto riguarda Malpensa, tra gli azionisti dell’azienda che controlla l’aeroporto milanese siedono molti comuni governati dal Carroccio.
Ambigua la gestione delle partecipate energetiche: la presenza politica nelle utility è fortemente legata al potere dei Comuni e dei sindaci che li governano. Per esempio il presidente della società A2a (Brescia, Bergamo e Milano) è Giuliano Zuccoli, morattiano convinto. Dentro la torinese Iride pesa molto la posizione del sindaco Sergio Chiamparino.
L’Expo di Milano non è avulso da queste dinamiche: lì la Lega vuole più potere e controllo. L’obiettivo del Carroccio è il contenimento della forza del sindaco di Milano Letizia Moratti e di Comunione e liberazione nelle vesti di Roberto Formigoni. Non è un caso che la banca di riferimento per il finanziamento delle opere per l’Expo sia la Popolare di Milano di Massimo Ponzellini, negli ultimi tempi molto vicino al movimento di Bossi.
Secondo Dario Fruscio, ex senatore leghista ed ex consigliere di amministrazione dell’Eni, al momento alla Lega non interessa entrare semplicemente nelle società e fondazioni per il semplice scopo di un partito, «perché - dice Fruscio - la Lega aspetta il momento opportuno per misurarsi e governare queste realtà in prima persona, senza condizionamenti esterni».