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 2010  aprile 06 Martedì calendario

I MINGONG DIETRO IL MIRACOLO CINESE

Sono i «mingong», i contadini inurbati e divenuti operai, i responsabili del miracolo economico cinese.
Dall’inizio del boom, circa 200 milioni di lavoratori venuti dalle campagne si sono installati nelle città e nelle aree industriali. Un sottoproletariato la cui vita non è affatto facile.
Relegati in fondo alla scala sociale dal sistema dell’hukou, che divide la popolazione in due categorie quasi ereditarie, i cittadini e i contadini, i mingong, che spesso vivono in alloggi precari, sono sottopagati e privi della protezione sociale di cui beneficiano le popolazioni urbane. Ma soprattutto si vedono privati dei diritti più elementari, come quello di circolare liberamente, e viene loro accordato un diritto di residenza temporanea nelle città: e infatti possono essere facilmente licenziati e rispediti in massa nei loro villaggi nativi.
I loro figli, poi, non hanno accesso alle scuole gratuite delle città in cui risiedono, a meno di non accollarsi delle spese che generalmente risultano fuori della loro portata. Ma né le municipalità né il ministero dell’educazione si preoccupano della sorte di questi bambini cinesi, circa venti milioni in totale, che spesso lasciano la scuola dopo la primaria. Per i mingong, infatti, i nove anni di istruzione ufficialmente obbligatoria in Cina non sono che un sogno.
Il sistema dell’hukou, che si ispira alla propiska sovietica, ovvero la registrazione del luogo di residenza permanente, instauratosi negli anni 50, aveva l’obiettivo di controllare i movimenti della popolazione e di impedire proteste e un esodo rurale massiccio, potenzialmente generatore di bidonville.
Da una ventina d’anni il sistema è diventato più soft, ma solo al fine di garantire una manodopera a basso costo per le zone industriali. Negli ultimi mesi molte voci si sono levate, tra cui quella del primo ministro Wen Jiabao, per riformare un sistema profondamente ingiusto, ma in molti dubitano della volontà del partito comunista di rinunciare a questo mezzo di controllo politico. Per il momento a difendere i mingong ci pensano le rarissime Ong non ancora chiuse dalle autorità cinesi, che fanno di tutto per ostacolarle, dal momento che non riescono a controllarle.