Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  aprile 05 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BIGNAMI, GIOVANNI FABRIZIO"


Ma può anche succedere che una stella anonima (nome in codice: PSR J0633+1746) finisca per guadagnarsi un nome tutto suo, in dialetto milanese per giunta. il caso di Geminga. Scoperta negli anni Settanta da due italiani, Giovanni Fabrizio Bignami e Patrizia Caraveo, non fa un gran figurone nel cielo, dato che non si può osservare: non emette infatti luce visibile, ma raggi gamma. Ecco allora il nome: in milanese può essere letto ”gheminga”, che significa ”non c’è”. Dal punto di vista scientifico, però, il termine deriva dalla fusione di ”Gemini” (la costellazione dove si trova) e ”gamma”, ad indicare la sua attività di fuoriuscita di raggi gamma appunto. Ma questa piccola stella di neutroni (ciò che resta quando una stella di un certo tipo esaurisce il suo ciclo vitale) ha consacrato il dialetto milanese nel cosmo.
Fonte: Americo Bonanni, Macchina del Tempo, marzo 2004 (n.3)

E’ una delle prime «fotografie» trasmesse dal primo dei quattro satelliti Cosmo- Skymed dell’Agenzia spaziale italiana Asi, in orbita dal giugno scorso. Gli altri tre saranno spediti entro il 2009. Insieme formano la prima costellazione al mondo dedicata all’osservazione della Terra sia per diagnosticarne le condizioni sia per tutelare vari aspetti legati alla sicurezza. Al programma, infatti, partecipa anche il ministero della Difesa. «I primi quattro satelliti hanno un costo di un miliardo di euro ed è giusto che se ne sia fatto carico l’agenzia spaziale perché ha sostenuto lo sviluppo di una nuova tecnologia – afferma Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell’Asi – ma la seconda generazione, assolutamente da realizzare deve essere voluta dal governo e deve trovare al di fuori dell’agenzia le risorse necessarie perché, a questo punto, si tratta di una tecnologia già sviluppata. Da parte nostra stiamo comunque tessendo rapporti con l’Argentina e il Canada che possono integrare le osservazioni di Cosmo-Skymed con satelliti che operano in altre frequenze. Inoltre, imporremo che la seconda generazione sia lanciata anche con il nuovo vettore Vega che stiamo sviluppando assieme all’Esa europea, magari potenziandolo rispetto alla prima versione ».
Fonte: Giovanni Caprara, Corriere della Sera 16/10/2007