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 2010  aprile 05 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BIGGERI, LUIGI"


Nomina alla presidenza dell’Istat di Luigi Biggeri, decisa dal precedente governo di Giuliano Amato poco prima delle elezioni politiche del maggio 2001.
Fonte: Sergio Rizzo, Corriere della Sera 16/05/2002

«La tenuta della ripresa – ha detto il presidente dell’Istat Luigi Biggeri – si gioca sulla possibilità che il reddito disponibile delle famiglie torni a crescere».
Fonte: Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 24/5/2007

BIGGERI, PAESE E’ LABIRINTO, INCERTEZZA MA MOVIMENTO - In Italia "si avverte un senso di incertezza ma anche di movimento". Così il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri. "Ci sono delle persone in una piazza, la cui pavimentazione ricorda un labirinto, alcune di queste sono ferme, altre in movimento, alcune appaiono ben definite, altre fuori fuoco. Si avverte un senso di incertezza ma anche di movimento; un senso di agitazione ma non una direzione definita".
BIGGERI, SIAMO IN DIFFICOLTA’, MA OTTIMISTI CON PRUDENZA - "No vi è dubbio - prosegue Biggeri - che siamo in un momento di difficoltà economica con investimenti e consumi delle famiglie che sono fermi o in regresso. Affinché tornino a crescere e aumenti il reddito disponibile delle famiglie, occorrono interventi energici". Pur essendo una delle economie più avanzate del mondo, ha continuato Biggeri, l’Italia "é frenata nel suo sviluppo da vincoli strutturali che richiedono interventi di ampio respiro", anche perché gli aumenti di petrolio e cereali "hanno un impatto forte sui margini delle imprese e sul potere di acquisto delle famiglie". Secondo Biggeri "é importante riuscire a migliorare i conti della pubblica amministrazione, riducendo come è necessario la pressione fiscale". Bisogna "spezzare le spirali del ritardo di sviluppo, favorire la diffusione dei comportamenti virtuosi soprattutto a livello di sistema locale del lavoro e accelerare i processi che stanno ridisegnando la geografia economica e sociale del Paese". Il rapporto dell’Istat sottolinea infatti non solo il dualismo nord-sud, ma anche quello tra le imprese che hanno saputo reagire al declino e che consentono di essere "prudentemente ottimisti" dal punto di vista economico, e le aziende che ancora non investono su prospettive di crescita e che non colgono gli stimoli della modernizzazione.
Fonte: ansa.it, 28.5.2008