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 2010  aprile 03 Sabato calendario

NOTTI IN FABBRICA E SEZIONI NATE COME FUNGHI COS IN 4 MESI I LUMBARD FANNO 150 MILA TESSERE - MILANO

«Pragmatismo, schiettezza e nessuna differenza tra lo stare ai gazebo o nelle istituzioni». La fa facile, il trentacinquenne Edoardo Rixi, leghista da quando portava i calzoni corti, passato in un amen dalla dura gavetta – in terra ostile, la Liguria rossa – a dover scegliere se restare in Parlamento o dedicarsi all´impegno nuovo di consigliere regionale. Sta da meno di due mesi a Montecitorio, dove ha ereditato il seggio dello scomparso Maurizio Balocchi, e fosse per lui vi rinuncerebbe per guidare l´opposizione in Regione: ma ovviamente «deciderà il movimento». Nell´attesa cerca di svelare i segreti di questo successo leghista che ha sconvolto il Nord, facendo tra l´altro venire alla luce una nuova classe dirigente composta in larga parte da trentenni: «Tra crescita elettorale e militanza c´è un rapporto esattamente proporzionale, noi giovani arrivati a rappresentare il movimento nelle istituzioni siamo il frutto di una lunga semina, piantine che stanno diventando alberi robusti perché seguiamo regole precise».
La prima impone chiarezza nei messaggi. Per dire: la giunta di Marta Vincenzi vuole costruire una moschea? In quella zona di Genova si apre subito una nuova sezione e si capitalizzano i timori dei residenti, che in quello spicchio di città fanno schizzare la Lega al 30 per cento. Il boom di iscrizioni (156mila al dicembre del 2009 in tutta la "Padania", l´obiettivo di chiudere l´anno a quota 200mila sembra davvero a portata di mano) potrebbe però costituire un problema. Lo era stato nel ”93 a Milano, quando dopo Tangentopoli il Carroccio sfiorò il 40%, prese il sindaco e 36 consiglieri comunali su 60, parecchi molto improvvisati. «Adesso è un´altra storia – spiega l´europarlamentare Matteo Salvini – ci sono numeri diversi e diverse sono le forme di partecipazione alle attività del movimento; non abbiamo difficoltà a piazzare le gente giusta nei posti giusti». Insomma: il mare in cui pescare quelli che una volta si sarebbero definiti i «quadri» si è fatto oceano, e in ogni caso «nessuno viene candidato nelle istituzioni se prima non ha svolto almeno due anni di lavoro da militante». Ecco un´altra regola ferrea, che fa il paio con l´obbligo di frequentare le scuole quadri.
Poi vengono fuori tipi come Riccardo Molinari, 26 anni, avocato e neo consigliere in Piemonte, il più votato nella provincia di Alessandria: «Con noi è passato davvero il messaggio del rinnovamento generazionale, e l´esempio è quello di Roberto Cota: siamo tutte persone che non vivono di politica, non promettono mari e monti, arrivano in alto solo dopo una dura gavetta e dopo aver passato tanto tempo tra la gente». Modello vecchio Pci? Il paragone è ormai abusato, ma alla Maflow di Trezzano sul Naviglio, provincia di Milano, la notte con gli operai l´hanno passata Salvini e un gruppo di leghisti milanesi. Un altro giovane leone leghista: Filippo Pozzi, 33 anni, dall´estate scorsa assessore all´Agricoltura alla Provincia di Piacenza. «Del modello Pci noi abbiamo preso la parte buona: la spinta ideale e la consapevolezza che stare nelle istituzioni è una cosa importante non per te, ma per il bene della gente». «Sì, siamo un po´ come il vecchio Pci – aggiunge Nicola Finco, 26 anni, responsabile dei Giovani Padani nel Veneto – perché allora come oggi la gente vuole toccare il politico sul territorio; gli altri non ascoltano, e i risultati si vedono». Resta il dubbio di quale spazio possano avere, giovani e meno giovani, in un partito tarato sulla figura carismatica di Bossi. Forse qualcosa sta cambiando, almeno a sentire Finco: «Umberto è il numero uno e non si discute, certo che per noi ragazzi stanno emergendo nuovi punti di riferimento: da uno come Luca Zaia ci sentiamo ben rappresentati, il suo percorso è uguale al nostro». E tira in ballo l´«amicizia», categoria che Bossi ha elevato al cielo della politica, un altro emergente come il brianzolo Massimiliano Romeo, 39 anni e un curriculum già denso: «Ci si trovava la sera nelle sezioni, si faceva baracca a Pontida, si cresceva in uno spirito di fratellanza, consapevoli che la politica si impara e senza rivalità; adesso che occupiamo posti nelle istituzioni non cambia niente: siamo sempre quelli, la gente ci vota perché sa che non ci metteremo mai su un piedistallo».