Armando Massarenti, Il Sole-24 Ore 4/4/2010;, 4 aprile 2010
SOKAL, IL REALISMO OLTRE LE BEFFE
La folk singer cilena Violeta Parra diceva di cantare «la differenza tra il vero dal falso». E aggiungeva: «Altrimenti non canto ». questo lo spirito che anima ogni parola del fisicomatematico L americano Alan Sokal nel libro in cui espone per la prima volta in maniera compiuta la propria filosofia della scienza.
Beyond the Hoax. Science, Philosophy and Culture non parla solo dei rapporti tra scienza
e società, come può apparire in superficie, e come ci si può aspettare dall’autore della celebre beffa tramite la quale sbugiardò, negli anni 90, la sinistra relativista e postmoderna. Nel 1994 – come ricordavo nella Filosofia minima del 14 marzo ”aveva spedito a una rivista americana di Cultural Studies,
«Social Text», un saggio «generosamente condito di assurdità », ma in linea con lo stile post-strutturalista e decostruttivista caro ai curatori della rivista, intitolato «Valicando i confini: verso un’ermeneutica trasformativa della gravità quantistica ».L’articolo fu pubblicato con entusiasmo nel 1996 e si capì che era una burla quando Sokal, su un’altra rivista, «Lingua franca», spiegò che lo scopo non era il puro divertimento, ma la necessità di mostrare quanto controproducenti, socialmente e culturalmente, potessero diventare il relativismo e il soggettivismo impliciti nella prassi e nei dogmi di molti suoi amici progressisti. Andare oltre quella parodia (che il volume riproduce in una versione riccamente annotata) ora significa sì riprendere le fila e approfondire, in 10 ricchissimi capitoli, il discorso su scienza-società, ma anche sottolineare «l’importanza non della scienza in quanto tale, ma della visione scientifica del mondo per i processi di decisione collettiva dell’umanità».
Sokal conosce la lezione della filosofia della scienza dell’ultimo secolo. Sa che non esiste un «metodo scientifico» chiaramente codificabile, ma sa anche che i vari discorsi sul metodo non sono stati pronunciati invano, e che molta buona filosofia e molta buona chiarificazione concettuale è stata svolta, per rimanere in un campo che conosce bene, la fisica della relatività, da scienziati come Einstein, Rosen, Bohr. Nella fisica quantistica non è stato fatto un lavoro simile e per questo regna un certo scetticismo da parte dei fisici (a partire da Feynman) nei confronti dei filosofi. Si raggiungono risultati straordinari ma senza sapere bene che cosa si sta facendo. Colpa anche dei fisici, che spesso si affidano al motto «Taci e calcola!».
La necessitàdella chiarificazione riguarda dunque anche l’invito a una maggiore cooperazione tra fisici e filosofi, ma il suo obiettivo è assai più ampio: mostrare che la lezione che possiamo trarre da alcuni semplici principi metodologici della scienza ha una forte valenza etica per l’intera società. Che l’obiettivo polemico siano i postmodernisti di sinistra (ormai solo un ricordo) o i fondamentalisti di destra (che sempre di più occupano la scena) la lezione è la stessa: «La chiarezza del pensiero e il rispetto per l’evidenza empirica – specialmente quella scomoda, che ci sorprende e che sfida i nostri pregiudizi – sono di importanza capitale per la sopravvivenza del genere umano nel ventunesimo secolo».
Può sembrare un’iperbole, ma Sokal ha buon gioco nel mostrare, con numerosi esempi, che i nemici di questa semplice verità si annidano ovunque: nei tribunali, nelle aule universitarie, nei parlamenti, nei governi, nelle chiese. Queste ultime, e la religione in generale, rischiano spesso di essere ancora più dannose perché, sottolinea Sokal, è assai diffusa l’idea che debbano essere immunizzate da ogni possibile critica. Visioni inaccurate dei fatti generano sofferenze e ingiustizie: fin qui arriva, partendo dalla fisica, il realismo di Sokal. Le parole di Violeta Parra, ci tiene a precisare, potrebbero significare due cose assai diverse tra loro. Potrebbero esser fatte proprie da quei credenti («musulmani, cristiani, marxisti o scuola di Chicago») che pensano di conoscere la verità e che sono determinati a diffonderla nel mondo. Ma il modo in cui la interpreta Sokal è opposto. Egli sottolinea semplicemente l’importanza di saper distinguere il vero dal falso, volta per volta, senza etichettare in anticipo come vera o falsa una certa affermazione. tutto qui in fondo il valore etico di cui la scienza ci invita a far tesoro per il bene dell’intera collettività: una sincera ricerca della verità, nutrita da virtù come pazienza e accuratezza,dal rispetto delle evidenze acquisite e dall’apertura mentale che ci permette di smascherare i falsi ragionamenti: e anche le "beffe", assai diffuse e meno divertenti di quella di Sokal, che invadono sempre di più non solo le nostre vite ma ”quel che è più grave ”le nostre istituzioni e i centri di produzione del sapere.