Eugenio Bruno, Il Sole-24 Ore 4/4/2010;, 4 aprile 2010
«BERLUSCONI ELETTO AL QUIRINALE NEL 2013»
Messo in cascina tutto il raccolto delle regionali il Carroccio già pensa alla prossima semina. A base di federalismo fiscale e di una nuova forma di governo ispirata al semi-presidenzialismo d’oltralpe. Così da arrivare nel 2013 alla «terza repubblica», come la definisce Roberto Calderoli che immagina «Silvio Berlusconi eletto al Quirinale con un primo ministro leghista o amico della Lega: in ordine di possibilità Giulio Tremonti, Roberto Maroni o Gianni Letta o, in caso di coabitazione alla francese, Sergio Chiamparino». E Bossi? «No lui sarebbe imbrigliato in un ruolo del genere. Lui è un capopopolo ed è un complimento», dice il ministro della Semplificazione che all’appello del Colle sulla serenità nell’approcciare le riforme replica: «Lo siamo anche noi».
Dopo il successo alle europee la Lega chiese due regioni. E ora?
Il primo obiettivo è scritto nel terzo comma dell’articolo 116 della costituzione ovvero le competenze ulteriori da attribuire alle regioni e che le stesse hanno chiesto e non hanno ottenuto. Da un lato risponderemo a queste richieste; dall’altro cambieremo l’iter del 116 perché è vero che con il federalismo metteremo tutte le regioni alla stessa asticella di partenza ma non possiamo ignorare che di troviamo di fronte a regioni che già hanno sviluppato un’autonomia di diverso livello.
A quali competenze si riferisce?
Penso alla richiesta di poteri più ampi nell’istruzione ma l’elenco è lunghissimo. Lombardia, Veneto e Piemonte già le hanno chieste, la Toscana sta per farlo.
Come modificherete il 116?
Ci deve essere una proposta condivisa da regioni e governo,votata dall’assemblea regionale con una maggioranza qualificata, ad esempio i due terzi, e su cui il parlamento si esprime, anch’esso con un quorum qualificato, solo se vuole negarla. Alle regioni possono essere attribuite tutte le materie oggi a competenza concorrente e quasi tutte quelle di competenza esclusiva dello Stato. Ferma restando la tutela dell’interesse nazionale che il finto federalismo del 2001 ha tolto.
A proposito di federalismo, insieme ai costi standard arriverà l’autonomia impositiva per regioni ed enti locali? I comuni che cosa avranno?
Se ci riusciremo, e non è un’impresa di poco conto, prenderemo tutto ciò che c’è dalla Tarsu in su e lo sostituiremo con un unico tributo comunale collegato ai servizi, nel quale si potrebbe far rientrare anche una quota di imposte statali. Il nostro faro devono essere la semplificazione e la trasparenza perché oggi uno paga un sacco di cose diverse di cui spesso gli sfugge il senso.
Come intervenire?
Sono attirato dal modello tedesco della tassazione forfettaria che fa pagare a tutti un tot.
Tassazione forfettaria su cosa?
Su tutto. Penso a una serie di tassazioni forfettarie, tipo la cedolare secca del 20% sugli affitti, che facciano da stimolo all’emersione. Facendo pagare meno si fanno pagare tutti e i comuni sarebbero i primi interessati perché si terrebbero una quota del gettito recuperato.
Alla province cosa andrebbe?
Già con il federalismo demaniale saranno quasi a posto perché gli daremo una quota del demanio idrico. Ma in alcune questo non sarà possibile. Allora perché non utilizzare una quota del bollo auto?
Sottraendolo alle regioni?
Non proprio. Visto che le province si occuperanno soprattutto di circolazione e strade potremmo eliminare il bollo, spostarne una parte sull’accisa per la benzina e dare una quota del gettito alle province insieme all’Rca auto da semplificare.
Rimangono le regioni. Tutto ruota intorno all’Irap. Saranno resi deducibili il costo del lavoro e gli interessi passivi?
Questo è scontato ma sarebbe come mettere un cerotto. L’intera imposta va resa più flessibile in modo che le regioni la possano manovrare. Per far questo bisogna recuperare il gettito su altri fronti facendo emergere base imponibile evasa. Se guardo ai dati delle ultime dichiarazioni Irpef mi sembrano fuori dal mondo.
Come farete?
Non andando più a cercare l’Irpef ma concentrandoci su altre imposta. Faccio un discorso terra terra: nel momento in cui chi non dichiara un reddito va a comprare una macchina per farla franca deve avere un complice che non fattura. E quest’ultimo deve averne a sua volta un altro. Ma non si può pensare che tutto il paese sia marcio.
E allora?
L’interdipendenza delle varie banche dati farà emergere tutto. L’evasione ha le ore contate. Tu dici che non esisti? Benissimo e io ti controllo luce, acqua, telefono. Dove già si fa escono dati allucinanti. Lo sa che c’è circa un milione di immobili non censiti? Fermo restando che devo prima parlarne con Tremonti a questo servirebbe l’imposta forfettaria di cui parlavo prima: l’emersione avverrebbe spontaneamente e per i più resistenti ci penserebbe l’Agenzia delle entrate che ormai funziona come un’azienda privata di quelle serie.
Quando avverrà tutto ciò?
Una buona botta potrà essere data tra settembre e ottobre.
E nel decreto di giugno?
Ho l’esigenza di portare qualcosa al territorio. Specie ai settori più in difficoltà. Per ora posso solo dirle che si partirà dai comuni.
Passiamo alle altre riforme. Quanti disegni di legge presenterete?
In teoria due: uno su forma di stato e di governo, l’altro sulla giustizia.Ma potrebbe anche essere uno solo. La giustizia affrontata a livello costituzionale non riguarda né le intercettazioni né il processo breve e dunque ci sarebbero meno motivi di scontro con l’opposizione.
Ci sarà la separazione della carriere? E due diversi Csm?
Io credo che se separiamo le carriere la separazione del Csm sia obbligatoria ma non mi si venga a dire che facendolo si crei un vulnus per la democrazia. Se il pm diventa avvocato dell’accusa non vedo dove sia il problema specie se c’è un organismo terzo che lo giudica.
Sulla forma di governo è di questi giorni il vostro innamoramento per il semi-presidenzialismo alla francese.
Di tutti i sistemi stranieri che ho studiato quello francese mi sembra quello più accoglibile. Già oggi il meccanismo di elezione del presidente della repubblica fa sì che quasi sempre venga eletto a maggioranza assoluta. Ma se basta la maggioranza assoluta perché non pensare alla sua elezione diretta? A quel punto avremmo un primo ministro che sarebbe molto meno pesante del premier attuale.
Con quali contrappesi?
Ci sarebbe un parlamento forte e il rafforzamento del ruolo del presidente della Camera in modo da avere un bilanciamento di poteri più forte che in Francia.
Della Francia le piace anche il doppio turno?
Di leggi elettorali ne ho in testa sei. Niente doppio turno turno però. Se fosse per me lo toglierei anche da comuni e province perché non è più tempo di mercato delle vacche.
E il Senato federale?
Avrà un ruolo completamente diverso. Nel nome di quella che Spadolini chiamava "specializzazione del parlamento" la Camera farebbe una cosa e il Senato un’altra. Alla Camera andrebbero affidate le materie a competenza esclusiva dello stato, al Senato quelle a competenza concorrente. Su cui l’altro ramo del parlamento potrà solo esprimere un parere.
La fiducia chi la darebbe?
La Camera. Il Senato pone solo la questione di governabilità e se viene accolta va casa insieme all’esecutivo per evitare poteri di ricatto. Pur eletto direttamente dal popolo il Senato sarà collegato alle regioni. Se queste cadono decadono anche i senatori espressi in quella regione.
Quanti sarebbero i parlamentari?
Ho proposto 400 deputati e 200 senatori. Se si arriva alla specializzazione di cui parlavo prima possono anche essere 250 e 250. Il 40% in meno di oggi.
Ci sono i margini per fare le riforme con l’opposizione?
Credo che sia il caso di far sbollire un pochino il clima e poi vedremo. Secondo me il Pd ha una classe politica espressa del territorio, e penso a Chiamparino o Errani, che è molto più forte di quella espressa dal palazzo e con loro sarebbe più facile dialogare. Ma ora c’è Bersani e discutiamo con lui. Avremmo discusso anche con chi l’ha preceduto se non avesse avuto chi l’ha divorato dall’interno.