Frammenti, 4 aprile 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BIASI, PAOLO"
Nel 2001, sempre al seguito di Gnutti e dei bresciani, Ricucci rileva il 14% in Holinvest e partecipa all’operazione Serenissima-Infracom (lo spin off dell’Autostrada Brescia-Padova), con la Fondazione Cassa di Verona di Paolo Biasi.
Fonte: SCH. 74104 RICUCCI Stefano
Nell’ottobre ”94 (RONDELLI LUCIO) lancia l’Opa sul Credito Romagnolo, operazione chiusa nel febbraio 1995 dopo il ritiro della controcordata Cariplo Imi Carisbo e Reale Mutua. Quattro mesi più tardi nasce il terzo gruppo bancario italiano con la fusione decisa dal board che, nella stessa riunione, nomina direttore generale Profumo, il giovane banchiere ex McKinsey che Rondelli ha pescato un anno prima dal gruppo Ras. l’inizio di un ”binomio felice”, e non solo per l’altezza di entrambi (con i suoi 1,98 Rondelli batte Profumo per soli tre centimetri), bensì perché si assegnano territori definiti. Così, da quando nel ”97 il ”ragazzo” diventa amministratore delegato, il presidente è il ministro degli esteri, colui che tratta e smussa con i soci-fondazioni e le autorità, mentre il banker ristruttura e pensa alle ulteriori aggregazioni e alla crescita. Però il tandem non dura a lungo. Nel ”99 Rondelli lancia l’Opa su Comit mentre il San Paolo si dirige su Banca Roma. Ma Fazio blocca e Cuccia è contrario. Nel 2001 infine Rondelli decide di lasciare in anticipo, dopo che i soci di Unicredit si sono divisi sulle nomine in Mediobanca. Paolo Biasi di Cariverona propone alla presidenza dell’istituto Francesco Cesarini, mentre Rondelli sostiene la candidatura di Berardino Libonati, presentata da Cesare Geronzi [...] Alla fine Cingano viene confermato, ma Unicredit decide che nel patto di Piazzetta Cuccia Biasi sostituisca Rondelli. E a quel punto la comunità finanziaria intravede in Piazza Cordusio l’addio del presidente. Che si dimette. Sostituito da Cesarini. Inizia l’ultima stagione di Rondelli. Con l’ultimo ruolo operativo in banca Italease. Ne denuncia il crac e lo definisce una vicenda malavitosa, ma non sarà l’ultima uscita pubblica. Nell’intervista più recente traccia un bilancio della sua vita professionale. A suo modo: ”Avrei voluto fare il diplomatico. Ma certo non mi è andata male”» (Sergio Bocconi, ”Corriere della Sera” 3/7/2009).
Fonte: SCH. SCH. 120657 (RONDELLI Lucio)
Claudio Consolo tre anni fa aveva sostituito Paolo Biasi per la Fondazione Cariverona.
Fonte: Sergio Bocconi, Corriere della Sera 14/4/2007
Primo passo: sabato 25 gennaio 2003. Maranghi ricorda: quel giorno «accompagnato» da Nagel e Pagliaro, «ho incontrato a Verona» Paolo Biasi, «presidente della Fondazione Cariverona, nella sua veste di rappresentante del principale azionista di Unicredito. A lui ho comunicato che il deteriorato clima dei rapporti con i due maggiori soci di Mediobanca, Unicredito e Capitalia», influiva in modo così negativo «da indurre il dott. Cingano e me nell’interesse dell’istituto a rimettere il mandato». Un’uscita «in punta di piedi» subordinata a tre condizioni: salvaguardia dell’ autonomia «con soluzione radicale del conflitto d’interessi delle banche socie»; «salvaguardia dell’alta direzione della banca»; «continuità del vertice delle Generali». Una quarta condizione, «l’impegno delle banche a ricollocare sul mercato i titoli Generali », Maranghi afferma di averla aggiunta il 10 marzo 2003, in «una riunione a Milano presso il ministro Tremonti». Il negoziato si è concluso il 7 aprile 2003.
Fonte: Antonella Rampino, La Stampa 19/7/2007
Zonin in Mediobanca entrerà con il 2% come i Benetton, gli industriali che della finanza veneta sono stati pionieri, e che con Piazzetta Cuccia collaborano da tempo. Quali sono i piani dell’imprenditore banchiere? Lui, il padre-padrone dell’istituto che ha macinato top manager, ha in mente di fare un salto che gli possa dare uno status diverso, più centrale, nella finanza del Nord Est un tempo "dominata" dalla figura riservata al punto da diventare enigmatica di Paolo Biasi, patron delle caldaie ma soprattutto della Fondazione CariVerona, il socio (anche personale) del Leone che per anni si dice abbia coltivato l’aspirazione di diventarne il presidente.
Fonte: Sergio Bocconi, Corriere della Sera 10/11/2007
Fondazione Cariverona presieduta da Paolo Biasi (primo socio di UniCredit con il 5,08%) che, a sorpresa, è salita al 3,13% di Mediobanca (sembra senza avvisare il presidente di Mediobanca Cesare Geronzi).
Fonte: Alessandro Graziani per Il Sole 24 Ore di martedì gennaio 2009
Tarak Ben Ammar. A proposito, si aspettava che il presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi, si tirasse indietro dai "cashes" UniCredit?
No, e non ho capito la mossa. Se il gioco era di non pagare tre euro posso comprenderlo, ma allora sarebbe stato corretto chiamarsi fuori sei mesi fa, quando hanno deciso l’aumento di capitale. Fatto due giorni prima ha messo nel panico azionisti, Governo e Tremonti.
Fonte: Paolo Madron, Il Sole 24 ore 22/2/2009
Solo che presto Alessandro Profumo dovrà fare i conti con la Fondazione Cariverona guidata da un Paolo Biasi in semiscadenza.
Fonte: Mario Sechi, Libero 1/10/2009
Sostenitore piccolo ma deciso di Profumo, De Poli in nome della territorialità ha dovuto vergare pubblicamente in una lettera agli altri azionisti il suo dissenso sul megaprogetto per il porto di Trieste sostenuto da Unicredit, che potrebbe penalizzare il Veneto a favore del Friuli, dove la Lega conta poco rispetto al Pdl. Fredda, dall´alto del suo potere, la risposta di Paolo Biasi, presidente della fondazione Cariverona, impegnato in più significative alchimie politiche.
Fonte: ALBERTO STATERA, la Repubblica 25/3/2010
E l’anno prossimo va a scadenza il presidente Paolo Biasi, con Zaia e il sindaco di Verona, Tosi, d’accordo sul ricambio. Bastava sentirlo, l’altro giorno, il neo Doge. Ha invitato le fondazioni locali ( Cariverona e Cassamarca) a ribellarsi.
Fonte: Marco Alfieri, Il Sole-24 Ore 30/3/2010;
In Veneto il potere leghista guarda alla presidenza delle Fondazioni azioniste di Unicredit - Paolo Biasi che guida Cariverona scade il prossimo anno, il vicepresidente della banca espresso dai veronesi Luigi Castelletti è già vicino al Carroccio - ma vuole anche la crescita «dal basso».
Fonte: FRANCESCO MANACORDA, La Stampa 31/3/2010, pagina 6
Come si spiega l’affondo dei grandi soci? Molti osservatori hanno scomodato le ragioni della politica. In pratica il siluro a Profumo servirebbe a condizionare le sue scelte sull’asse Mediobanca-Generali. Va detto che oltre ai torinesi di Crt, anche un altro influente azionista di Unicredit come la Fondazione Cariverona guidata da Paolo Biasi vanta interessi rilevanti (una quota del 3,1 per cento) nella banca che fu di Enrico Cuccia e di conseguenza anche nel gruppo assicurativo triestino. In sintesi, la ritrovata convergenza d’interessi tra Palenzona e Biasi, due personaggi non sempre in sintonia tra loro nel passato recente, serve a restringere gli spazi di manovra per un amministratore delegato negli ultimi anni fin troppo autonomo.
Fonte: Vittorio Malaguti, L’espresso 31/3/2010