Frammenti, 4 aprile 2010
Tags : Francesco Bidognetti
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "BIDOGNETTI
FRANCESCO"
Francesco Bidognetti, detto Cicciotto di Mezzanotte, detenuto da anni, e il latitante Antonio Iovine, in una istanza depositata il 13 marzo 2008 dai loro legali per chiedere il trasferimento del processo a Roma per legittimo sospetto, hanno lanciato accuse nei confronti della giornalista casertana (CAPACCHIONE Rosaria) che segue la cronaca giudiziaria denunciando le attività criminali di Terra di Lavoro. [...]» (’Corriere della Sera” 21/3/2008).
Fonte: SCH. 153567 (CAPACCHIONE Rosaria)
Nell’ordinanza contro il clan di Francesco Bidognetti, uno dei grandi padrini casalesi raccontati in Gomorra da Roberto Saviano, i pm Marco Del Gaudio e Francesco Curcio hanno ricostruito l’ultimo assalto alle aziende dei Coppola. La retata contro i 60 uomini del clan Bidognetti arriva nelle stesse ore in cui Cristiana Coppola viene nominata alla vicepresidenza di Confindustria con delega per il Sud.
Fonte: SCH. 155341 (COPPOLA Cristiana)
L´altro capo in galera è Francesco Bidognetti, detto "Cicciotto ”e mezzanotte" boss del settore dei rifiuti, uomo del racket del cemento e dei mercati. Anche lui non ha speranze oltre il pentimento. Non può fare altro se non vuole finire i suoi giorni in cella e vedere la sua famiglia dilaniarsi, come sta già accadendo da quando la moglie Anna Carrino si è pentita. Lui tentenna da tempo. Sembra voler collaborare definitivamente. E se i due capi in carcere dovessero pentirsi, allora l´intera storia della camorra casalese potrebbe davvero trovarsi ad un punto di cristi totale e di svolta epocale.
Fonte: La Repubblica 18 giugno 2008, ROBERTO SAVIANO
Quindi l’hanno ammazzato (Michele Orsi) perché stava parlando?
Ci sarebbe anche il nome dell’assassino. Un Giuseppe Setola di 37 anni che, appena arrestato, disse di essere malato agli occhi e un giudice, di cui non sappiamo il nome, gli concesse di andarsi a curare a Pavia. Seguì fuga con seguito di strage: il 2 maggio l’uccisione di Umberto Bidognetti, cugino del boss e pentito; quindi l’incendio alla fabbrica di materassi del presidente dell’Associazione antiracket di Santa Maria Capua Vetere; poi, il 16 maggio, l’assassinio a Castelvolturno di Domenico Noviello, che aveva mandato in galera un po’ di gente sette anni fa, non era protetto e girava - inutilmente - armato. Quattro giorni fa, sparatoria contro Francesca Carrino, nipote di Anna Carrino, che fu l’amante di Francesco Bidognetti, il capoclan oggi in carcere a cui ha dato tre figli. Una vendetta trasversale: Anna s’è pentita e hanno svuotato due caricatori sulla nipote. Quarantotto ore dopo l’assassinio di Orsi.
Mi pare chiaro che ce l’hanno con i traditori, cioè con i pentiti. Vorranno impedire altri pentimenti.
Roberto Saviano dà anche molta importanza al secondo grado di giudizio del processo Spartacus, quello che ha portato in galera i due capi dei Casalesi, Francesco Bidognetti e Francesco ”Sandokan” Schiavone. L’avvocato di Bidognetti, in marzo, parlando anche a nome del latitante Antonio Iovine, ha chiesto che il processo sia spostato da Napoli. L’argomento è che quella procura è prezzolata dai comunisti e loro sono dei perseguitati. Le accuse dei capicamorra, con minacce, riguardano anche Saviano e la giornalista del Mattino, Rosaria Capacchione.
Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno II, numero 483 3 giugno 2008
Gaetano Vassallo è stato l’inventore del traffico: l’imprenditore che ha aperto la rotta dei rifiuti tossici alle aziende del Nord. E ha amministrato il grande affare per conto della famiglia Bidognetti, seguendone ascesa e declino nell’impero di Gomorra. Vassallo sa tutto. Perché per venti anni è stato il ministro dei rifiuti di Francesco Bidognetti, l’uomo che assieme a Francesco ’Sandokan’ Schiavone domina il clan dei casalesi. Ma Vassallo va molto oltre: "Confesso che ho agito per conto della famiglia Bidognetti quale loro referente nel controllo della società Eco4 gestita dai fratelli Orsi”. Rapporti antichi, quelli con il politico che la scorsa settimana ha accompagnato Berlusconi nell’ultimo bagno di folla napoletano: "La mia conoscenza con Cosentino risale agli anni ’80, quando lo stesso era appena uscito dal Psdi e si era candidato alla provincia. Ricordo che in quella occasione fui contattato da Bernardo Cirillo, il quale mi disse che dovevamo organizzare un incontro elettorale per il Cosentino che era uno dei ’nostri’ candidati ossia un candidato del clan Bidognetti. In particolare il Cirillo specificò che era stato proprio ’lo zio’ a far arrivare questo messaggio". Lo ’zio’, spiega, è Francesco Bidognetti: condannato all’ergastolo in appello nel processo Spartacus e, su ordine del ministro Alfano, sottoposto allo stesso regime carcerario di Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Fonte: Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi, L’espresso 19/9/2008
’clan Bidognetti”: la famiglia di Francesco Bidognetti, detto ”Cicciotto ”e Mezzanotte’” il superboss condannato all’ergastolo in appello nel processo Spartacus e che assieme a Francesco ”Sandokan” Schiavone ha dominato la confederazione casalese. Vassallo riferisce ai magistrati le rivelazioni di due pezzi da novanta della cosca casertana: ”Mi spiegarono che Luigi Cesaro doveva iniziare i lavori presso la Texas di Aversa e che in quell’occasione si era quantificata la mazzetta che il Cesaro doveva pagare al clan. Inoltre gli stessi avevano parlato con il Cesaro per la spartizione degli utili e dei capannoni che si dovevano costruire a Lusciano attraverso la ditta del Cesaro sponsorizzata dal clan Bidognetti”. Frasi di seconda mano? Il collaboratore di giustizia dichiara di essere stato testimone diretto dell’incontro tra il parlamentare e Luigi Guida, detto ”o Drink, che tra il 1999 e il 2003 ha guidato armi alla mano la famiglia Bidognetti per conto del padrino detenuto.
Fonte: SCH. 160796 (CESARO Luigi)
In totale 52 arresti provocati dalle dichiarazioni di Anna Carrino, moglie di Francesco Bidognetti.
Fonte: SCH. 161596 (CIRILLO Alessandro)
Quando dice ’nostra’ Dario De Simone parla dei casalesi, la più feroce organizzazione criminale campana. De Simone è stato uno dei loro capi: revolver alla mano, accanto al padrino Francesco Bidognetti ha ucciso una decina di persone. Poi nel 1996 ha deciso di collaborare con i magistrati.
Fonte: Emiliano Fittipaldi e Gianluca Di Feo, L’Espresso 23/10/2008, pagina 70
SCHIAVONE Carmine. Nel 90 apre un’impresa di calcestruzzo, ma incomincia a litigare coi cugini, per primo con Francesco Bidognetti: «Io gli imputavo che loro avevano inondato l’Agro aversano di fusti tossici e nucleari». L’idea in origine era sua, ma Bidognetti lo aveva scoraggiato per poi farlo di nascosto da lui («incassavano 600 milioni al mese e alla cassa ne davano 100 al mese»)
Fonte: SCH. 162153 (SCHIAVONE Carmine)
La guerra La confederazione si spacca in due: le famiglie vicine a Sandokan- Iovine (con Francesco Bidognetti come alleato) e quelle vicine a Vincenzo De Falco, detto ”o Fuggiasco. Il 13 dicembre 1990 Sandokan convoca una riunione per eliminare Vincenzo De Falco, che non si presenta, avendo fiutato l’imboscata. Irrompono invece i carabinieri, che arrestano Sandokan e Bidognetti con l’accusa di detenzione di armi e associazione camorristica.
Fonte: SCH. 162154 (SCHIAVONE Francesco)
Rosaria Capacchione. Il 13 marzo scorso, durante un’udienza del processo Spartacus, un avvocato si prestò a fare da portavoce ai Casalesi e lesse in aula una lettera dei boss Antonio Iovine (latitante) e Francesco Bidognetti, in cui Rosaria era citata insieme con l’autore di Gomorra e con il magistrato Raffaele Cantone (già sotto scorta) come persone che cercavano di influenzare i giudici.
Fonte: Fulvio Bufi, Corriere della Sera 4/11/2008
Intanto nel Casertano nove esponenti di spicco del clan dei casalesi, appartenenti al gruppo di Francesco Bidognetti, sono stati arrestati dai carabinieri.
Fonte: Il Messaggero, 11/11/2008
Le manette si strinsero ai suoi (Diana Raffaele) polsi il 13 dicembre 1990, nell’operazione che passò agli annali come il ”blitz di Santa Lucia”. Con lui furono ammanettati camorristi di rango come Francesco Schiavone detto ”Sandokan” e Francesco Bidognetti detto ”Cicciotto ’e mezzanotte”. Raffaele Diana venne ben presto scarcerato.
Fonte: SCH. 175952 (DIANA Raffaele)