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 2010  aprile 03 Sabato calendario

LA CACCIA DEI GENERALI BIRMANI ALL’ELEFANTE BIANCO NELLA GIUNGLA «PORTERA’ FORTUNA E RICCHEZZA»

Than Shwe, capo della giunta militare che governa la Birmania, ha inviato un commando di cinquanta militari nella giungla che incombe sulle finissime spiagge di Ngwe Saung, a pochi chilometri da Rangoon, per catturare un elefante albino sorpreso giorni prima a passeggiare con il suo branco nella zona.
Nella tradizione buddhista del Sud-Est asiatico, l’elefante bianco è un potente simbolo benaugurale, un amuleto capace di trasmettere, al suo padrone, il potere di cambiare il corso degli eventi, di trasformare il male in bene, la sfortuna in fortuna. E per Than Shwe, isolato nel mondo per la brutalità del suo regime, irriso per la legge elettorale appena varata che sembra scritta per escludere dal gioco Aung San Suu Kyi, l’elefante è parso probabilmente un «dono di Buddha» inviato per salvare il suo governo.
Nel 2001, la cattura di un elefante albino aveva portato fama e fortuna al generale Khin Nyunt, l’allora premier. Portato in trionfo a Rangoon, il povero animale aveva però seguito la sorte del suo «scopritore » : quattro anni di fasti (e buoni pasti) fino a che Khin Nyunt era finito rimosso e in disgrazia. Da allora il pachiderma vive isolato in un monastero vicino a Rangoon: nessuno va a trovarlo.
Ragione per cui Than Shwe ha atteso con ansia la cattura di un «suo» elefante albino, animale legato alla nascita del Buddha: la tradizione dice infatti che un pachiderma apparve alla madre di Siddharta per offrirle un fiore di loto. Al tempo della monarchia, questi animali venivano considerati simbolo di buon governo e fortuna (del re in carica).
Già nel 2008 Than Shwe aveva spedito un battaglione a scandagliare la giungla. Ora i soldati sono ripartiti e c’è da credere che non torneranno senza prima trovare l’amuleto vivente. Per farlo, i consueti metodi in uso in Birmania: contadini strappati alle loro famiglie, lavoro forzato e giungla spianata.
Paolo Salom