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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

NOVE MESI DOPO NESSUN INDAGATO. LA GENTE IN PIAZZA A VIAREGGIO

Il presidio si scioglie alle 17 in punto, trentadue ore dopo l’inizio. Un’ora per ogni vittima e alla fine una promessa: «Aspetteremo ancora un mese – annuncia Stefano Tognocchi, rappresentante di uno dei comitati dei familiari dei morti della strage di Viareggio – poi chiederemo che l’inchiesta sia tolta a questa procura e passi al procuratore aggiunto di Torino Guariniello. Non è possibile che non ci sia neppure un inquisito dopo tanti mesi di indagini».
Una delegazione dei comitati delle vittime ha chiesto e ottenuto di essere ricevuta dal procuratore di Lucca, Aldo Cicala, il titolare dell’inchiesta.
Al presidio di Lucca si distribuiscono volantini e si proiettano immagini sulla strage. Parte anche una raccolta di firme per chiedere le dimissioni dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mario Moretti. «L’obiettivo è raggiungere quota ventimila – dice Gianfranco Lucatelli, del comitato via Ponchielli, la strada-simbolo della strage, distrutta completamente dal fuoco ”Vogliamo almeno che i dirigenti delle società coinvolte si facciano un esame di coscienza».
Andrea Antonioli, segretario della Cgil di Viareggio, annuncia la prossima mossa: «Il 9 aprile avremo un confronto con i funzionari dell’Agenzia nazionale sicurezza ferroviaria. Vogliamo conoscere quali sono le misure di sicurezza adottate dopo la strage. Per ora, per quello che sappiamo, assolutamente insignificanti».
A testimoniare solidarietà ai parenti delle vittime arriva il vescovo di Lucca, Italo Castellani. Aveva celebrato lui a luglio la messa funebre per le vittime. Ventidue, allora. Altre sarebbero morte nei mesi seguenti per le ustioni. Ancora oggi tre persone sono ricoverate nei centri per grandi ustionati di Torino, Milano e Cesena.
Marco Gasperetti