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 2010  aprile 01 Giovedì calendario

OBAMA, VIA LIBERA ALLE TRIVELLAZIONI. GLI ECOLOGISTI: «COSI’ CI TRADISCI»

Tradendo la promessa elettorale di voler puntare sullo sviluppo di fonti energetiche più pulite, Barack Obama ieri ha infranto un tabù che neppure l’amministrazione Bush-Cheney – storicamente la più vicina alla lobby petrolifera – era riuscita a demolire. Cancellando un bando che durava da oltre due decenni, il presidente americano ha annunciato un controverso piano che autorizza trivellazioni off-shore al largo della costa atlantica degli Stati Uniti per l’estrazione di petrolio e gas naturali.
«Questa non è una decisione presa alla leggera», ha dichiarato Obama in un discorso fatto in un hangar della base militare di Andrews, in Maryland, «so che gli ambientalisti protesteranno, ma ho studiato il problema per oltre un anno e sono giunto alla conclusione che questa scelta è necessaria, visto il bisogno estremo della nazione di avere accesso a fonti di energia, di creare posti di lavoro e di mantenere l’economia americana competitiva».
Il presidente ha ammonito che la decisione di eliminare il bando alle esplorazioni petrolifere su gran parte della costa orientale, dal Delaware alla Florida, non rappresenta la fine delle sue politiche energetiche ecosostenibili. «Con le sole perforazioni non è possibile assicurare il nostro fabbisogno energetico di lungo-termine», ha proseguito, «per l’interesse del pianeta e per la nostra sicurezza energetica è necessario iniziare il passaggio a carburanti più puliti sin da ora».
A dimostrazione della sua «buona fede», Obama ha annunciato di aver «ordinato oltre 5.000 auto ibride per la flotta governativa» e che parte del Pentagono sarà dotato di velivoli e veicoli che utilizzano «un mix di combustibili fossili e da biomasse». Ma nonostante queste rassicurazioni, l’annuncio ha provocato le proteste immediate degli ambientalisti, che l’hanno bollato come «un favore alle compagnie petrolifere e ai repubblicani».
Per rassicurare il popolo dei verdi, tra i suoi più fedeli sostenitori, ha promesso che le estrazioni saranno effettuate in modo da garantire la massima protezione dell’ambiente naturale dei vari luoghi. «Si tratta di un piano a lunga scadenza», ha aggiunto Obama, precisando che la costruzione delle piattaforme off-shore sarà preceduta da «studi ambientali per garantire la protezione della natura».
Alla blogosfera liberal non è sfuggita l’ironia di un «voltafaccia» che, di fatto, scippa ai repubblicani uno dei loro slogan preferiti, in vista del voto legislativo di metà mandato, a novembre. «Drill baby drill» (trivella, baby, trivella) coniato ai tempi di Sarah Palin, è uno dei cori preferiti nei comizi repubblicani, fa notare Ezra Klein sul Washington Post.
Dietro all’annuncio, secondo alcuni analisti, potrebbe esserci proprio il machiavellico disegno obamiano per reclutare i repubblicani, oggi refrattari alla sua nuova politica energetica che include misure a sostegno dei biocarburanti e contro l’effetto serra, giudicate «troppo progressiste » . Dopo le elezioni di mid-term il presidente democratico potrebbe trovarsi a governare con una Camera a maggioranza repubblicana e le trivellazioni potrebbero essere un piccolo «favore» che la potentissima lobby petrolifera troverebbe il modo di ricambiargli.
Alessandra Farkas