LUCA FORNOVO, La Stampa 1/4/2010, pagina 5, 1 aprile 2010
GIOVANI DISOCCUPATI BOOM
Largo ai giovani, disoccupati. Quando si tratta di lavoro, l’Italia non è certo un Paese per giovani, visto che a febbraio quasi uno su tre, di età tra i 15 e i 24 anni, per la precisione il 28,2%, è senza occupazione. Complessivamente in un anno i posti persi sono stati quasi 400 mila. come se in Italia fosse sparito il settore dell’informatica che nel Paese è rappresentato da circa 97 mila aziende che impiegano 400 mila dipendenti. A febbraio la disoccupazione in Italia resta comunque stabile all’8,5%, ma il dato peggiore almeno degli ultimi sei anni. In questo scenario l’inflazione riprende il galoppo con un +1,4% a marzo dal +1,2% di febbraio.
I dati resi noti da Istat ed Eurostat sollevano soprattutto l’emergenza giovani che in Italia appare ancora più allarmante se si considera che la percentuale del 28,2% è di gran lunga superiore al tasso di disoccupazione giovanile registrato nella Ue-27, dove si è attestato al 20,6%: lo stacco è di 7,6 punti. Differenza che raggiunge gli 8,2 punti nel confronto con il tasso nella zona dell’euro, al 20%.
Ma l’area dell’Ue-16 non si esime da un altrettanto record negativo: il tasso di disoccupazione totale ha infatti raggiunto il 10%, contro il 9,9% di gennaio. Il picco per i 16 paesi della moneta unica dall’agosto del 1998. Preoccupati dell’allarme per gli under 24 sono soprattutto i sindacati. «La crisi è a pieno regime ed è ora che gli slogan su un Paese che ne sarebbe fuori cessino e si faccia di più», dice il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni. La Cisl, con il segretario confederale Giorgio Santini, punta il dito sull’«emergenza giovani» e chiede «un’azione urgente e strutturale per supportare il loro accesso al lavoro» partendo dal rilancio dell’apprendistato. C’è poi come chi come il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, auspica un calo della disoccupazione e l’apertura di un tavolo di confronto da parte del governo, per discutere «possibili soluzioni ai problemi del mercato del lavoro». Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni replica così: «La disoccupazione giovanile è figlia della crisi internazionale, ma anche di un atteggiamento tutto italiano». Pertanto è «giusto preoccuparsi ancor di più di come garantire accesso all’occupazione e stabilità a coloro che dovranno affrontare il peso di un sistema sociale di cui hanno beneficiato le generazioni precedenti».
Tornando ai dati, la disoccupazione giovanile italiana è passato al 28,2% di febbraio dal 27,4% di gennaio, con un aumento di 0,8 punti rispetto a gennaio e di 4 punti rispetto a febbraio 2009 (24,2%). Il numero delle persone in cerca di occupazione a febbraio è di 2 milioni e 127 mila unità, in crescita dello 0,2% rispetto a gennaio e del 16,2% (+297.000) rispetto a febbraio 2009. Il tasso di disoccupazione resta più alto tra le donne (9,7%) rispetto agli uomini (7,7%). La crescita dei disoccupati uomini rispetto a febbraio 2009 è molto più alta rispetto alle donne: +24,7% contro +7,8%. Rispetto a un anno fa sono stati persi 395 mila posti di lavoro: il numero degli occupati ora è di 22 milioni e 806 mila unità, in calo dell’1,7%.
L’inflazione che a marzo è salita all’1,4% su base annua, ha registrato l’aumento più alto dal febbraio 2009. Un rialzo dettato determinato soprattutto dalla volata dei trasporti e dei prodotti energetici (benzina e gasolio in testa). Immediato l’allarme dei consumatori, che prevedono aggravi per 420 euro l’anno. I prezzi alla produzione, invece, a febbraio sono aumentati dello 0,2% su mese e dello 0,4% su anno, incremento più forte da novembre 2008.