Roberto Giardina, ItaliaOggi 1/4/2010, 1 aprile 2010
GERMANIA IN ROSSO COME LA GRECIA
Città in rosso. Le città tedesche sull’orlo del fallimento, come la Grecia, si allarma la «Welt am Sonntag». Presto non avranno i fondi per pagare stipendi e pensioni. Colpa anche di Berlino, del Bund, la Federazione dei Laender, le regioni. Anche la Germania ha truccato i conti: ufficialmente il debito pubblico è pari al nostro, circa duemila miliardi di euro, poco più poco meno (il rapporto con il Pil ovviamente è diverso), invece si dovrebbe aggirare intorno ai seimila miliardi. Il governo centrale ha spostato i debiti in periferia, alle regioni, e queste ai comuni. Ad esempio, tocca ai comuni pagare gli assegni sociali (da non confondere con gli assegni di disoccupazione), e la decisione di abbreviare il periodo di disoccupazione, non solo ha punito i lavoratori ma ha realizzato un opportuno makeup sul bilancio. Le spese sociali delle città dal 1992 al 2009 sono cresciute del cento per cento, da 22 a 40 miliardi di euro. Ogni giorno il debito pregresso dei sindaci sale di 421mila euro, grazie anche agli interessi passivi. Solo per quest’anno il debito complessivo dei municipi sarà di 12 miliardi.
Le casse sono vuote. Finora, quando un sindaco non riusciva a far fronte alle spese, si recava semplicemente in banca. Otteneva sempre credito, a un tasso agevolato dell’uno per cento, contro il dieci che pagano i comuni cittadini. Tanto, prima o poi, qualcuno avrebbe saldato il debito, il Land o la Federazione. Oggi, dopo la grande crisi, le banche sono diventate prudenti. «Oggi pago venti milioni all’anno per le pensioni», ha detto Torten Albig, sindaco di Kiel, «e nei prossimi anni non sarò in grado di assicurare l’assegno ai futuri pensionati. Cattiva amministrazione? Ma è colpa dei politici, di tutti i partiti. I fondi necessari dovevano essere messi da parte già quarant’anni fa».
Per il momento si fermano tutti i progetti straordinari. A Bochum hanno bloccato la costruzione della nuova sala concerti, ovunque si chiudono le piscine, a Bonn hanno deciso di fare pagare alle famiglie i kindergarten. Ma non basta. A Quickborn, cittadina di ventimila abitanti, durante il consiglio comunale, una signora si è alzata per lanciare una proposta: «Ho ventimila euro da parte. Ve li presto, che interessi mi pagate?» La cassa di risparmio le paga pochi centesimi, forse il sindaco potrebbe essere più generoso? E il borgomastro, il cristianodemocratico, Thomas Koeppl, ha accettato. La banca locale ha raccolto le offerte dei cittadini, in tutto due milioni di euro. Naturalmente i creditori vogliono sapere come verranno impiegati i loro soldi. Una partecipazione dal basso per decidere le spese pubbliche. «Potrebbe essere un modello per tutta la Germania», ha sostenuto Herr Koeppl. I tedeschi preferiscono concedere un aiuto piuttosto che vedersi aumentare le tasse. Ma qui possono sperare di vedere indietro i loro soldi.