Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 31/03/2010, 31 marzo 2010
UNA CONVERSIONE AL CULTO DEL PREMIER
«Ma vi ricordate quello che dicevate di Vendola?». C’era da strabuzzare gli occhi, l’altra sera, a vedere la foga palestrata con cui Daniela Guarnero fu Santanchè (l’unica sedicente paladina delle donne del pianeta a essersi tenuta il nome dell’ex marito chirurgo estetico) bacchettava i due ospiti nello studio di Sky, Marco Follini e Antonio Padellaro.
Ma come: lei? Mentre cinguettava il suo adorante elogio al genio di Silvio Berlusconi dispensando ai due malcapitati lezioni di coerenza, quella che Alessandra Mussolini chiama «una superpatata Ogm», dimenticava di parlare dal pulpito sbagliato. Per la delizia dei nostri lettori, ricordiamo alcune delle chicche consegnate ai giornali e alle televisioni dalla signora durante l’ultima campagna elettorale prima che si innamorasse del Cavaliere ricevendone in cambio uno strapuntino da sottosegretario.
Il leader del centrodestra attaccava Napolitano? Lei saltava su: «Berlusconi sta mettendo al centro l’unico interesse che ha: andare al più presto a fare il presidente della Repubblica. A noi questa polemica con il capo dello Stato ci fa un po’ schifo e ci imbarazza. Vorremmo che chi si candida premier di questa nazione avesse un po’ più di rispetto. Non cerchiamo dittatori da Repubblica delle banane».
Berlusconi prometteva una nuova stagione di riforme? Lei li mandava a dire: «Lui e Fini hanno fatto una frittata che risulterà indigesta».
Berlusconi invitava a non buttare via voti concentrandoli sul Pdl? Ironizzava invitando le donne a «non dare un voto inutile a Berlusconi che vede le donne solo in posizione orizzontale e non verticale». E guai a chi lo difendesse: «Le italiane sanno bene come Berlusconi consideri le donne e c’è tutta una pubblicistica a dimostrarlo».
«Ancora Berlusconi, ma come si fa?» rispondeva ai cronisti che la cercavano per chiedere un commento sulle ultime sortite dell’attuale premier. E spiegava: « un guascone, è rimasto quello che era negli anni Cinquanta e Sessanta: un intrattenitore sulle navi. Deve essere piacente, vuole piacere alle donne per conquistarle». Riconosceva sarcastica: «Noto un passo avanti, perché Silvio ha invitato le sue simpatizzanti a cucinare crostate per i rappresentanti di lista. Le ha fatte avanzare dalla camera da letto alla cucina». Insomma, uffa, basta: quello del Cavaliere le pareva «un atteggiamento démodé. come il suo Milan: antico».
Berlusconi faceva una battuta delle sue per allentare la tensione? «Non capisce che con quel linguaggio non conquista più le donne di un certo tipo, al massimo le fa sorridere». Sorridere? «Certo, come si sorride per rispetto a un signore di una certa età. Un signore che non sa più innovare il suo linguaggio. come l’aratro nell’era di Internet, odora di stantio». E lasciasse perdere i corteggiamenti: « ossessionato da me. Tanto non gliela do...».
Gian Antonio Stella