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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

LA CEDOLA PARMALAT E LA «SOLITA» CARICA DEGLI HEDGE CON BONDI - A

Parma è ormai entrato nel calendario cittadino e la «tradizione» sarà rispettata anche domani: pranzo dalle Sorelle Picchi, lo storico locale che fin dall’apertura del processo Parmalat ha attirato la comunità di avvocati e giornalisti che hanno seguito il caso’ anche se tra loro serpeggia il malumore per il passaggio della gestione a Rosi, il patron del Parmacotto, che ha optato per una ristrutturazione in chiave moderna della locanda – e assemblea pomeridiana degli azionisti nel bel palazzo dell’Unione degli industriali locali. Il copione si ripete ormai da anni: gli hedge fund che sono entrati fin dall’inizio nella nuova Parmalat busseranno alla porta dell’amministratore delegato, Enrico Bondi, per chiedere di alzare il monte dividendi. La cassa dell’azienda di Collecchio d’altra parte fa invidia a Piazza Affari: tra revocatorie e cause è noto che, anche al netto delle cedole, il cash a disposizione è di circa 1,4 miliardi di euro.
Meno di un mese fa David Tiley, rappresentante del fondo MacKenzie Cundill, titolare del 7,7% del capitale, aveva definito la società «chiaramente sovracapitalizzata» chiedendo la «restituzione della liquidità agli azionisti nella forma di un acquisto di azioni o di un dividendo». Era successo anche nell’aprile di due anni fa, in occasione della riconferma di Bondi alla guida del board. Sembrava dovesse finire il mondo. I fondi da una parte e il manager aretino dall’altra avevano scomodato fior di legali. Tutto ruotava intorno all’articolo 26 dello statuto della Parmalat che prevede che il 50% degli utili venga distribuito. Proprio partendo da questo passaggio Bondi aveva resistito alla distribuzione di un dividendo 2007 più alto, come richiesto da alcuni fondi. In occasione di quell’assemblea, per evitare di trovarsi nello stesso angolo al prossimo stacco, alcuni soci avrebbero voluto modificare l’articolo cambiando il testo in «almeno il 50%». Poi non era successo nulla anche perché, come si legge nella relazione di quell’appuntamento, il consiglio aveva raccolto dei pareri legali concordi nel definire la modifica in contrasto con il concordato. Probabilmente le stesse carte compariranno domani. I malumori resteranno. E il dividendo non cambierà. In attesa del prossimo pranzo dalle Sorelle Picchi.
M. Sid.