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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

GIUSTIZIA, LA PRIORITA’ AL DDL SULLE INTERCETTAZIONI. POI LE CARRIERE SEPARATE

Ddl costituzionale sui due Csm e sulla separazione delle carriere, con la creazione dell ”«avvocato dell’accusa», da presentare subito dopo Pasqua. Accelerazione immediata al Senato per il giro di vite sulle intercettazioni. Ridimensionamento del ruolo dei pentiti. Processo breve. Rottamazione dell’arretrato civile.
Dopo gli annunci ripetuti in campagna elettorale, il dossier giustizia torna all’attenzione del presidente del Consiglio che, in queste ore, ha chiesto al Guardasigilli Angelino Alfano di tenere pronto il «pacchetto» da presentare in consiglio dei Ministri sotto il titolo «Riforma della giustizia». Quando? «Più prima che dopo», ha detto al Corriere il ministro Alfano rispondendo a una domanda sulla presentazione di un ddl costituzionale sulla creazione di due Csm e, quindi, sulla separazione delle carriere: «Presto, molto presto, il governo intende Le due opzioni, lascia intendere il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, non si escludono a vicenda: per questo al Csm monta il nervosismo causato dal possibile affondo della maggioranza che ha come obiettivo, nel breve e nel medio periodo, quello di normalizzare un consiglio troppo ostile alla politica.
Più certo, invece, il percorso del ddl governativo sulle intercettazioni (già approvato dalla Camera) che il 7 aprile affronterà l’ultimo tornante in commissione al Senato: «Partiremo subito, chiedendo l’immediata calendarizzazione in aula», conferma Alfano a Ballarò. E il senatore Piero Longo spiega quale sarà la linea del Pdl: «Tutto è perfettibile, ma la mia opinione è quella di approvare il testo varato dalla Camera altrimenti ci sarebbe una "navetta" infinita tra i rami del Parlamento». Ma la riforma più sollecitata da Berlusconi – che in campagna elettorale ha insistito molto sulla «vergogna delle intercettazioni» – deve fare i conti con 4 senatori «finiani» (Baldassarri, Menardi, Musso, Valditara): loro hanno presentato gli emendamenti che in qualche modo ammorbidiscono il giro di vite previsto dal ddl Alfano per autorizzare le intercettazioni. Giulia Bongiorno, che spesso anticipa le posizioni del presidente Fini, ha ricordato più volte che «pur essendo il testo approvato dalla Camera un punto di equilibrio, sulle intercettazioni bisogna tenere ben presenti le osservazioni mosse dal presidente Napolitano». Vedremo come andrà a finire con gli «evidenti indizi di colpevolezza» fissati come soglia dal governo per far scattare le intercettazioni.
Alfano, tuttavia, ha aperto anche il fronte della giustizia civile, annunciando pochi giorni fa a Taormina «grossa sorpresa» per alleggerire il pauroso arretrato civile (5,4 milioni di fascicoli). E qualcosa di importante, assicura il senatore Carlo Vizzini, «il Pdl può farlo con l’opposizione: è nostro interesse, ma anche della minoranza, non lasciar passare anche questa legislatura senza riforme di rilievo». E ieri al Senato, quando si è votato il decreto sull’istituzione dell’agenzia per i beni confiscati, il governo ha chiesto alla minoranza di ritirare gli emendamenti. Pd, Idv e Udc hanno accettato fidandosi di affrontare in altra sede i problemi rimasti aperti in materia.
Dino Martirano