varie, 31 marzo 2010
VIVERE (MEGLIO) A NOLEGGIO, PER VOCE ARANCIO
«Nella new economy l’accesso temporaneo a beni e servizi – in forma di noleggio, affitto e simili – diventa un’alternativa sempre più allettante rispetto all’acquisto e al possesso a lungo termine» (l’economista Jeremy Rifkin, nel 2000, nel saggio L’era dell’accesso).
Il noleggio di beni è nato in Inghilterra alla fine della Prima guerra mondiale, si è sviluppato in Usa negli anni Sessanta, in Francia negli anni Ottanta e in Italia negli anni Ottanta-Novanta.
Gli italiani, che un tempo affittavano solo case, grazie ai film americani anni ”70 scoprirono che in affitto si cedeva anche lo smoking per la festa di fine anno e così, negli anni ”80, si lanciarono nel business del noleggio di vestiti da carnevale, pattini da ghiaccio e sci. Il boom esplose negli anni ”90 con l’affitto delle videocassette. «Ma la vera rivoluzione è che il noleggio è diventato un modo di vivere che sta cambiando consumi e società. Car sharing, bike sharing, cioè noleggio rapido di auto e bici, ma anche dress sharing, ossia di vestiti e borse. Toy sharing: giochi per bambini, macchinine, lego e puzzle. E poi apparecchiature per disabili, sedie a rotelle, tutori e ginocchiere, computer, attrezzi per la palestra e per le vacanze. Non serve comprare, basta noleggiare. Tutto è su misura, come il ”kit Tartan” per i patiti dell’’Isola dei famosi”: tenda, sacco a pelo, ascia, bussola e la telecamera per riprendersi: 90 euro al giorno» (Elena Lisa sulla ”Stampa”).
Su Internet ormai si può noleggiare di tutto: siti come Italnolo, Italianoleggio, Noleggiando, sono la vetrina per oggetti costosissimi, elicotteri, trattori e barche, ma anche per prodotti molto più accessibili: sauna in betulla a 200 euro al giorno, piscina californiana a 450, sacco a pelo a 4 euro e ombrellone a 6.
Il caso del brianzolo che affittò una tribuna da comizio elettorale per togliersi lo sfizio di arringare parenti e amici (citato da La Stampa web).
Giro d’affari del mercato europeo del noleggio nel 2008: 33.6 miliardi di euro (dato fornito dalla European Rental Association). Di quello italiano: 2 miliardi di euro (dato Assodimi, distributori e noleggiatori di macchine industriali).
In Italia la regione in cui si noleggia di più è il Friuli (dal libro Creare riccehezza con il noleggio, Franco De Michelis, tecniche nuove).
Angelo Cantù, direttore della rivista ”Noleggio”, a proposito della passione per gli oggetti in affitto: «La nostra è una società sempre più ansiosa. Anche gli innumerevoli grattacapi legati alla proprietà ci creano delle ansie. La nostra auto che subisce un danno oneroso o magari ci viene rubata. Il taglia-siepi arrugginito che abbiamo tirato fuori dalla cantina dopo un lungo letargo e che proprio non vuole funzionare. Sono solo piccoli esempi nel privato, ma la stessa cosa avviene nell’universo imprenditoriale, dove le ansie si moltiplicano in maniera direttamente proporzionale laddove i nostri di mezzi di produzione, per qualsiasi motivo più o meno congiunturale, rimangono inutilizzati per qualche tempo».
Franco De Michelis, presidente Assodimi (distributori e noleggiatori di macchine industriali) e autore del libro Creare ricchezza con il noleggio (appena pubblicato da Tecniche nuove): «Per comprendere la validità del noleggio, bisogna partire dal presupposto che un’attrezzatura o macchinario ha dei costi fissi indipendentemente dal suo effettivo utilizzo, per cui maggiori sono le giornate di utilizzo rispetto ai giorni disponibili (coefficiente di utilizzo) minori saranno i costi. Un esempio su come si crea ”valore” rende chiaro il meccanismo del noleggio: un’impresa acquista un piccolo rullo stradale che userà al massimo il 25% del tempo disponibile sostenendo un costo giornaliero. Nel caso in cui decidesse di prendere a noleggio il rullo avrebbe un risparmio minimo del 20-30%. Come è possibile? Ciò si spiega perché il noleggiatore avendo la possibilità di noleggiare il rullo a più imprese potrà ottenere un coefficiente di utilizzo almeno del doppio, abbattendo i costi fissi di inutilizzo e quindi assicurando un costo nettamente inferiore rispetto a quello che sosterrebbe con l’acquisto».
In Europa ci sono 36.400 società attive nel noleggio che danno impiego a più di 177.500 persone.
Come le è venuta l’idea di fondare Italnolo? «Vengo da una famiglia di imprenditori e, viaggiando all’estero per lavoro, avevo notato che l’unica attività che funzionava anche in tempo di crisi – che anzi diventava un vero cavallo di battaglia nei periodi neri - era il noleggio generalista (quello, cioè, che consente di affittare un po’ di tutto). E così ho fondato Italnolo, che nel 2008 ha fatturato circa 2 milioni di euro».
Quali sono le potenzialità del settore? «Il noleggio generalista è un business che in Italia ha enormi possibilità di sviluppo: all’estero, su cento macchine prodotte, l’80 per cento viene venduto ai noleggiatori. In Italia solo il 20 per cento. Attualmente abbiamo oltre 45 sedi Italnolo, e altre 130 – specializzate nella piccola edilizia - sono in via d’apertura».
Passati i periodi di crisi la gente torna a preferire la proprietà? «Il noleggio si scopre in tempi di crisi ma poi chi l’ha sperimentato non torna indietro neanche nei periodi di benessere, perché semplifica la vita. La gente si dice: perché comprare oggetti ingombranti e costosi che rimangono perlopiù inutilizzati e vanno a ingombrare la cantina quando posso averli solo per il tempo che mi servono?».
Se uno vuole aprire un franchising Italnovo che deve fare? «Deve contattare l’Ufficio selezione nuovi affiliati, che mette a punto un business plan per studiare le capacità personali ed economiche - e la disponibilità di locali – dell’aspirante imprenditore. Per partire ci vogliono da 100 a 200 mila euro cash, poi tutte le macchine si prendono in leasing. Nel nostro settore la dollar utilization per i grandi macchinari (ad esempio una macchina per il lavaggio industriale o un trattorino o un mini-escavatore) è del 50 per cento: la macchina, cioè, si ripaga nel giro di due anni. Per le piccole attrezzature (un deumidificatore, una lavapavimenti ecc.) la dollar utilization è del 100 per cento: la macchina si ripaga cioè entro un anno» (Edmondo Colliva, creatore di Italnolo).
«Da noi viene gente di tutti i tipi: la massaia che ha bisogno dello sturalavandini o della macchinetta che distribuisce mangime ai cani; il patito del fai da te che cerca un trapano; il ragazzo che vuole tavoli, sedie, barbecue e luci per organizzare una festa; la mamma che sceglie un gioco gonfiabile per il suo bambino; l’azienda o il piccolo artigiano che prendono macchinari per l’edilizia. Ogni volta che noleggiamo un prodotto – dall’escavatrice al giocattolo’ forniamo il libretto d’istruzioni e consigli per usarlo in tutta sicurezza» (Alessandro Alibrandi, titolare di una sede Italnovo a Fiano Romano).
In Inghilterra e in America, dove si noleggia di tutto, è di moda sposarsi nella chiesa gonfiabile, struttura pronta in tre ore e montabile ovunque: tutti gli elementi sono gonfiabili (l’organo, l’altare, il pulpito, le finestre, le candele, gli angeli, gli affreschi) tranne il crocifisso (d’oro) e il rosone (di vetro). Gli sposi la affittano, la fanno montare nel giardino della villa in cui ricevono gli ospiti e poi celebrano le nozze (solo matrimoni civili, perché la chiesa gonfiabile viene fornita di tutto ma non di consacrazione). Prezzo: circa 3 mila euro al giorno più le spese del trasporto e d’ installazione (per acquistarla ci vorrebbero almeno 30 mila euro).
Coworking, cioè condivisione della scrivania da lavoro. Il fenomeno è nato negli Usa nel 2005 e si sta diffondendo da noi per via della crisi: invece di pagare l’affitto di un intero ufficio, si paga solo la scrivania.
Frequenti le richieste di beni di lusso a noleggio su siti ad hoc: borse firmate su Borsedilusso (la classica Chanel a 105 euro a settimana); auto su Luxury dream (una Ferrari Gtb a 2000 euro al giorno); gioielli su Jewmia (un anello da oltre 6 mila euro si può sfoggiare spendendone 395); abiti firmati (Armani, Valentino, Dior eccetera) su Rent the Runaway (tra i 50 e i 200 dollari per quattro serate, spese di lavanderia comprese).
Alla moda del noleggio non sfugge nemmeno il cibo: attorno a Milano, e a Torino, Vercelli, Biella, Novara e Casale, in affitto non ci sono solo gli orti, ma anche i contadini che, con poco meno di due euro al giorno, curano un pezzo di terra e consegnano gli ortaggi a casa.
Sul sito noleggiando.com, se sfogliando il catalogo online non ci si imbatte nell’oggetto desiderato, si può persino avanzare una richiesta. L’imprenditore torinese Maurizio Gaia, creatore di Noleggiando: «Basta inserire l’annuncio nella bacheca delle stranezze. E noi cercheremo di mettere in contatto il richiedente con il privato che magari possiede l’oggetto in questione e desidera noleggiarlo». Tra le richieste più stravaganti: «Ci hanno domandato un carretto siciliano, una vasca da bagno rotonda e dei vestiti da hostess. Per non parlare delle richieste che arrivano per arredare i set cinematografici: tempo fa cercavano una carrozza d’epoca con cavalli e un divano di pelle marrone usato».
«La crisi non tocca i ricchissimi e sono loro i nostri clienti. La richiesta più assurda? Un ristorante noleggiato per due con cinque pinguini in sala» (Daniela Santanchè che presiede il club del lusso Quintessentially).