Enrico Fierro, il Fatto Quotidiano 31/3/2010;, 31 marzo 2010
LE CAMBIALI DI SCOPELLITI, IL NUOVO ”VICER”
La faccia è quella del bravo ragazzo cresciuto a pane e politica. Assessore regionale, presidente del Consiglio. Poi il boom, sindaco della città di Reggio orfana di Italo Falcomatà, l’ultima speranza che la sinistra calabrese è riuscita ad offrire alla sua terra. Giuseppe Scopelliti, Peppe per gli amici, è ”il nuovo”, lo tsunami elettorale che ha travolto il Pd e la sinistra. L’uomo che ha raccolto il 57,72%, sbancando ovunque, a Reggio come a Cosenza, a Catanzaro come a Krotone, umiliando Agazio Loiero ad un misero 32,2%. ”In questo voto c’è tutto”, dice Pippo Callipo, l’imprenditore sostenuto da Idv che ha portato a casa un ricco 10%, ”consenso vero e gruppi di potere che si sono spostati da una parte all’altra, lo schifo per l’uso clientelare della spesa pubblica, per gli scandali, ma anche i desiderata della ’ n d ra n g h e t a ”. Tanti voti, troppi. ”Ovviamente (Scopelliti, ndr) in queste settimane ha firmato cambiali che potrebbero condizionarlo pesantemente”, si legge in un editoriale di Matteo Cosenza, direttore del Quo - tidiano. Parole che non hanno preoccupato più di tanto il nuovo viceré della Calabria. Lui il suo no alla ’ndrangheta e al malaffare lo ha già recitato. Tanto gli basta e tanto deve bastare ai calabresi speranzosi nel rinn ova m e n t o . E quando il pentito Nino Fiume, un passato da killer della cosca De Stefano, una delle più potenti della città sempre in buoni rapporti col potere politico, dice di aver votato e fatto votare Scopelliti, il sindaco risponde quasi con fastidio. ”Co - nosco Fiume. Negli anni ottanta frequentavo l’unica discoteca che c’era a Reggio, il Papirus. Ci si conosceva un po’ tuttutti. stata una frequentazione estiva e casuale. Lo ricordo perché era tra quei ragazzi con cui ci si salutava e si scambiava qualche battuta. Attraverso i giornali ho appreso che lui era vicino ai De Stefano e che era legato alla figlia di Paolo De Stefano. Mai parlato di politica con Fiume. Ho appreso dai giornali che faceva campagna elettorale per me”. Vanno così le cose a Reggio e dintorni, città dove abbonda il grigio. E ce n’è tanto nel ”nu ovo ” consiglio regionale. ”Mimmo Crea è compare del mio compare”, con queste parole Franco Morelli, consigliere regionale uscente di An, riconfermato nelle liste del Pdl con la bellezza di 13mila voti, omaggiò l’ex consigliere Mimmo Crea davanti alle telecamere di A n n o ze ro . Poco tempo dopo Crea venne arrestato nell’operazione ”Onorata sanità” per i suoi rapporti con le ’ndrine della Jonica. Morelli, dal canto suo, è indagato per truffa dalla Procura di Paola per una branca del processo ”Why Not” e per ”bancarotta semplice e fraudolenta” dalla procura di Cosenza per il fallimento della società ”Te s i ”, una azienda di servizi informatici. Pino Gentile, Pdl, il consigliere più votato con oltre 14mila voti, insieme al fratello Antonio è il padrone di Cosenza. Prossimamente, però, dovrà comparire davanti ai giudici del Tribunale di Lamezia Terme dove è imputato di truffa, falso e abuso d’ufficio insieme all’ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti per un finanziamento di circa 4,2 milioni destinato alla costruzione di un albergo. Un altro sostenitore di Scopelliti è Pasquale Tripodi, ex assessore con Loiero, ora nell’Udc con 10mila voti. Cosimo Viriglio, un imprenditore della cosca di Rocco Molé, fortissima nella Piana di Gioia Tauro, racconta di come il defunto boss voleva conquistare il Porto. Molé sosteneva elettoralmente Pasquale Tripodi. ”Io ti ho fatto diventare assessore ai trasporti – diceva il mammasantissima -, adesso tu gli dici al tuo capo, a Loiero, che mi deve dare questo nominativo per l’Autorità Portuale”. Alessandro Nicolò, eletto nel Pdl con oltre 8mila voti, non ha problemi con la giustizia, ma il suo passato è rattristato dalla sparizione del padre Pietro, settanta anni, uscito di casa il 2 gennaio 2004 e mai più tornato . Forse fatto sparire col metodo della ”lupara bianca”. Nell’operazione ”Testamento” della Dda di Reggio si legge che ”Pietro Nicolò, padre di Alessandro, già assessore provinciale e coordinatore di Forza Italia, aveva una posizione verticistica nell’ambito della cosca Libri essendo capo del ”locale” di Spirito Santo, era entrato in contrasto col boss Mico Libri per questioni legate alle zone di influenza”. Candeloro Imbalzano, assessore a Reggio ora eletto alla Regione con 5mila voti nella lista Scopelliti, il 25 febbraio 2005, venne fermato dai carabinieri in compagnia di alcuni signori, tra questi Antonino Criseo, di Melito, segnalato per mafia e porto abusivo di armi. Un altro pentito, Giovanbattista Fragapane, killer dei De Stefano, nel 2004 racconta al pm Mario Andrigo dei rapporti politici della cosca. ”Alle votazioni ai De Stefano interessava che se ne andava Falcomatà (sindaco di sinistra della città, ndr). Sentivo sempre il nome di Scopelliti, di Caridi”. Antonio Caridi è entrato in Consiglio regionale con 11mila preferenze. Insieme a Scopelliti, il 13 aprile prossimo dovrà comparire davanti ai giudici per la mancata bonifica di una discarica zeppa di rifiuti pericolosi e vicinissima ad una scuola elementare. Ennio Giuseppe Morrone ha sostenuto con convinzione la giunta Loiero con l’Udeur di Mastella. E’ passato con il Pdl e ora è di nuovo in Consiglio regionale con 6000 voti. Il prossimo 19 giugno dovrà comparire davanti ai giudici di Catanzaro per il processo ”Why Not”. Mentre a Crotone esultano per l’elezione di Ciccio Pugliano (’rappresentante di Enzo Sculco”, si legge sul Quotidiano). Enzo Sculco ex Margherita, non si è candidato perché condannato ad 1 anno e 3 mesi per truffa e falso dal Tribunale di Crotone per lo scandalo dei corsi fantasma, e in un altro processo a 7 anni, per corruzione, frode nelle pubbliche forniture e truffa. Alla Regione ha mandato un suo uomo e a sostegno di Peppe Scopelliti. Il nuovo che avanza.