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 2010  marzo 31 Mercoledì calendario

DOMUS AUREA (2

pezzi + scheda) -
La Domus Aurea, la superba residenza neroniana adiacente al Colosseo, ha lanciato un allarme sulla sua stabilità: ieri mattina c’è stato un crollo in prossimità dell’ingresso principale. Un boato prima, quindi il cedimento strutturale di una volta che cede per il terreno appesantito dalla pioggia. Sopra i ruderi, infatti, c’è il parco di Colle Oppio, in cui corrono gli sportivi e giocano i bambini. In pochi minuti sono arrivati i vigili, le unità cinofile, i tecnici della protezione civile muniti di geofoni per verificare se sotto il crollo fosse finito qualcuno dei tecnici addetti al restauro della villa, chiusa al pubblico.
Verificato che non c’erano vittime e superato l’impatto emotivo, il danno si è svelato. Il soprintendente archeologico di Stato Giuseppe Proietti e quello comunale Umberto Broccoli, hanno potuto rilevare che a crollare è stata una delle gallerie traianee (la numero 15, per l’esattezza) per una estensione di 60 metri quadri, circa. Il cedimento non ha interessato, dunque, una parte della Domus neroniana, in senso stretto, ma un elemento perimetrale della struttura, costituito da una galleria appartenente alle terme che l’imperatore Traiano fece costruire sulla Domus Aurea nei primi anni del secondo secolo.
Secondo l’architetto Antonello Vodret, direttore tecnico del monumento, si tratta «del peggiore crollo negli ultimi 50 anni» anche se - ha aggiunto - «di crolli e cedimenti ne dobbiamo registrate costantemente».
Questo palazzo entrato nel mito - la casa con i tetti d’oro e le volte affrescate - e di cui si favoleggia da sempre, in realtà non l’ha mai visto nessuno o quasi. Morto Nerone (68 d.C.) la Casa fu presto abbandonata e dopo un discusso incendio del 104, fu oscurata dalle terme traianee costruite sopra. Praticamente da allora è entrata nell’oblio e nel mito.
Dopo un restauro ventennale venne aperta al pubblico nel 1999, ma nel dicembre 2005 - causa piogge alluvionali che determinarono un crollo - fu nuovamente chiusa al pubblico per essere riaperta - ma solo a gruppi di studiosi - nel 2008.
Rocco Buttiglione, ministro dei beni culturali nel 2005, parlò di una spesa di almeno 40 milioni per la messa in sicurezza di tutta l’area della Domus e del sovrastante parco del Colle Oppio. Ieri il ministero guidato da Sandro Bondi ha confermato quella cifra, specificando che per il monumento in senso stretto ne servirebbero almeno 11,5 e che una somma di questa entità è stata affidata al commissario straordinario Luciano Marchetti, fin dal 2006.
Di cotanto finanziamento, però, è stato appaltato solo un primo lotto, pari a 2,5 milioni, sufficienti solo per la «sala ottagona», cioè l’aula principale della Domus. Gli altri fondi arriveranno, si capisce, ma per intanto la Domus sta come sta.
Dal ministero fanno sapere anche che, probabilmente, saranno dirottati verso la Domus alcuni dei fondi affidati al commissario straordinario per l’area archeologica di Roma, Roberto Cecchi: si parla di almeno tre milioni.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - giunto sul posto insieme all’assessore alla cultura Umberto Croppi - ha detto che «più risorse arrivano, meglio e prima si potrà mettere in sicurezza il monumento» e ha confermato che si stanno cercando anche «sponsor privati», così come accadrà per i restauri del Colosseo che inizieranno quest’anno.
«Il problema - dice il direttore tecnico Antonello Vodret - non è quanti soldi servono, ma con quale regolarità arriveranno. E alla domanda quando la Casa porrà essere riaperta, si lascia scappare una battuta: «Ripeto: dipende dalla costanza dei finanziamenti. Potrebbe anche non riaprire mai».
RAFFAELLO MASCI

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A RISCHIO TUTTA ROMA ANTICA -
Roberto Cecchi, dopo essere stato a lungo direttore generale per i musei, attualmente lei è commissario per l’area archeologica di Roma e Ostia Antica. La Domus Aurea è malata, ma il resto del patrimonio archeologico di Roma come sta?
«Abbastanza male, direi, ma in via di guarigione».
Si spieghi.
«La Domus aurea ha subito un crollo e questo dice molto sulla sua situazione. Ma bisogna considerare che questo monumento è inserito in un’area archeologica immensa, tra le più grandi del mondo, e tutta in gravi difficoltà, prima di tutto statiche».
Traduciamo: la Domus aurea è crollata, ma altri monumenti potrebbero crollare. E’ così?
«Potrebbero crollare, se trascurassimo gli interventi più urgenti. Ma questo non avverrà perché l’amministrazione dello Stato sta agendo per mettere tutto in sicurezza».
Questa è una lodevole intenzione. Ma i fatti?
«Delle buone intenzioni possiamo fare a meno. Ora c’è un commissariamento in atto proprio perché sono i fatti ad interessare. E basta».
Qual è il più grave malato tra i monumenti di Roma antica?
«Tutta l’area archeologica presenta forti criticità. Se vuole delle priorità, potrei dire che il Palatino è il monumento a cui si sta dedicando maggiore attenzione. Intanto, per metterlo in sicurezza ed evitare altri crolli, dopo quelli degli ultimi anni. Poi si passerà alla fase del restauro e della possibile fruizione da parte del pubblico».
Dopo di che?
«Non dopo, ma contemporaneamente, si sta lavorando sul Colosseo e sul Circo Massimo che non è stato ancora scavato. Molto c’è la fare anche per le Terme di Diocleziano e per quelle di Caracalla. Esistono progetti avviati anche per i Fori. Senza dire di due grandi monumenti, molto estesi, quali sono la via Appia, i grandi acquedotti e i 18 chilometri delle mura aureliane».
Quando scade il suo mandato di commissario?
«Il 31 dicembre prossimo».
Non pretenderà di fare tutto entro quella data?
«Ovviamente no. Quello che stiamo facendo è un grande lavoro di monitoraggio e vorremmo impostare un criterio di intervento: questo è l’importante. Non si tratta, infatti, di spendere grandi cifre una volta ogni tanto, ma di creare un sistema di manutenzione ordinaria e costante di tutti i monumenti. Occorre lavorare in maniera sistematica: senza fretta ma anche senza sosta».
Quindi non tanti soldi. ma pochi e costantemente?
«Esattamente. Ciò che serve, e che invece è mancato negli ultimi 30 anni, è stato un flusso costante di risorse che garantisse la manutenzione ordinaria».
Colpa della politica, Verrebbe da dire. O no?
«C’è un fatto sotto i nostri occhi: la Francia, che ha un patrimonio molto inferiore al nostro, destina alla sua tutela l’1% del bilancio dello Stato. Noi abbiamo oscilliamo tra lo 0,18 e lo 0,21».
Quanti soldi ha a disposizione come commissario e quanti ne ha spesi?
«Ho 33 milioni, ne ho già investiti 22 in 70 progetti. Tra 20 giorni farò un rapporto di 400 pagine su quello che abbiamo fatto e quello che stiamo facendo. Il 31 dicembre vorrei lasciare un metodo di lavoro consolidato e mi aspetterei, come contropartita, che venisse garantito non un grande budget, ma un flusso di soldi contenuto ma costante. Agire sotto l’impulso delle emergenze e dei crolli è del tutto inutile».

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SCHEDA
Il nome
Fu chiamata Domus Aurea, ovvero casa d’oro, per il suo splendore e per il molto oro profuso. Fu costruita da Nerone subito dopo l’incendio di Roma del 64 d.C.. Conclusa nel 68, fu abitata soltanto per alcuni mesi dall’imperatore.
La struttura
Copriva un’area di 250 ettari. Aveva 300 stanze articolate in varie ali intorno ad una sala ottagona. Era circondata da giardini e boschi. Si apriva su un lago sulle cui sponde si alzava una statua di 37 metri, che rappresentava Nerone come il Sole.
La fine
Dopo la morte del sovrano (68 d.C.) la Domus fu abbandonata e spogliata. Il laghetto, prosciugato, diventò l’area su cui fu costruito il Colosseo. Nel 104 un incendio aggredì la villa, che venne utilizzata da Traiano come basamento per le sue terme.